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Le relazioni al centro di Past Lives e Anatomia di una caduta

Le relazioni al centro di Past Lives e Anatomia di una caduta

Past Lives e Anatomia di una caduta non potrebbero essere due film più diversi, a cominciare dall’attenzione che l’Academy ha riservato nei loro confronti. Tra i due, infatti, è stato Anatomia di una caduta ad aver vinto l’Oscar per Miglior sceneggiatura originale, mentre Past Lives è passato in sordina nonostante i riconoscimenti ricevuti nei mesi precedenti alla cerimonia. Seppur distanti per genere, stile e sensibilità, una visione ravvicinata di entrambi i film mi fa dire con abbastanza sicurezza che Past Lives e Anatomia di una caduta in qualche modo riescono a intavolare una conversazione sull’odierna esperienza umana che vale la pena ascoltare. Datemi corda e scoprirete perché.

Past Lives, l’esordio romantico di Celine Song

Past Lives si apre con uno zoom lento su tre persone sedute al bancone di un bar, in ordine, un uomo e una donna coreani e un secondo uomo americano. Poi, sul brusio sommesso si impongono due voci. Non appartengono a nessuno dei tre che stiamo osservando, bensì a una coppia di sconosciuti che fantastica su di loro. Più che chiedersi chi siano, si scervellano sul tipo di rapporto che può intercorrere fra i tre, perché è chiaro come il sole che un rapporto c’è, ma faticano a capire che cosa siano gli uni per gli altri. All’improvviso, Nora (Greta Lee) si volta a guardarci e noi, impiccioni che non siamo altro, veniamo inchiodati sul posto. Ci ha scoperto, e, piuttosto che ritrarsi, lei mantiene il nostro sguardo come a dire: “Credete di sapere tutto di me, di noi. Allora eccovi accontentati, questa è la nostra storia”. Grazie a un salto indietro nel tempo di ben 24 anni stiamo per scoprire le scelte che hanno portato Nora, l’amore di infanzia Hae-Sung (Teo Yoo) e il marito Arthur (John Magaro) a trovarsi lì dove li abbiamo incontrati.

Past Lives Celine Song

Scritto e diretto da Celine Song, Past Lives è un dramma romantico come molti altri e, allo stesso tempo, unico nel suo genere. Ci hanno propinato milioni di storie che ruotano attorno a un triangolo amoroso, in cui la lei di turno è divisa fra due lui agli antipodi, chiamata a scegliere chi vuole essere perché la lei che è con uno non è la lei che è con l’altro. Past Lives è anche questo, ma non solo. In quell’incontro fra New York e Seoul, fra ricordi agrodolci e presente incerto prende forma qualcosa di totalmente nuovo fatto della stessa sostanza da cui provengono Nora e Celine. 

Anatomia di una caduta e la svolta thriller di Justine Triet

Contestualmente alla signora Höß di La zona d’interesse, durante questa stagione dei premi Sandra Hüller si è trovata a interpretare un’altra donna fredda e imperscrutabile, la scrittrice sua omonima Sandra Voyter. La permanenza solitaria a Grenoble insieme al marito Samuel (Samuel Theis), anche lui scrittore, e al figlio Daniel (Milo Machado Graner) viene spezzata da una piacevole visita. Una studentessa l’ha raggiunta nella baita di montagna per parlare dei suoi romanzi e del suo metodo di scrittura. Dopo poche domande, il loro incontro viene interrotto dalla musica che scoppia dalle casse al piano di sopra, dove Samuel è impegnato in alcuni lavori di ristrutturazione. Ma questo sarà rivelato più avanti nel film. La prima volta che vediamo Samuel è infatti da morto, disteso supino sulla neve tinta di sangue, lì dove lo trova il figlio Daniel di rientro da una passeggiata con il cane. Ha così inizio un lungo processo giudiziario in cui Sandra è la principale e unica sospettata e Daniel, suo figlio, unico testimone dei fatti, se non fosse che è ipovedente dall’età di quattro anni.

Anatomia di una caduta Justine Triet

Con Anatomia di una caduta Justine Triet, che, oltre a essere regista del film, ha anche curato la sceneggiatura insieme ad Arthur Harari, si avventura nel genere del legal drama fino a spingersi ai confini del thriller psicologico. Una volta qui, compie un passo ulteriore e ci consegna una pellicola complessa che, come Past Lives, pone chi guarda nella condizione di voyeur nelle vite altrui. In quell’aula di tribunale a essere sotto esame non è soltanto la colpevolezza, o l’innocenza, di Sandra, ma il suo matrimonio, che viene passato al microscopio alla ricerca di ogni minimo dettaglio fuori dalla norma.

Il caos delle relazioni tra matrimoni a pezzi e vite passate

A questo punto è più che lecito chiedersi se il mio sia un gioco di corrispondenze forzate, un volo pindarico degno di nota o un ragionamento quantomeno sensato (spero l’ultima). La scrittura di Celine Song e quella di Justine Triet nascono da esperienze e sensibilità diverse e inseguono domande diverse, ma i nuclei tematici profondi di Past Lives e Anatomia di una caduta sono gli stessi, a cominciare da quello più immediato: le relazioni.

Nel film di Triet la caduta a cui si fa riferimento è tanto quella che, fatale, ha portato alla morte di Samuel quanto quella del suo matrimonio con Sandra. Durante il processo, per poter ricostruire la prima è necessario indagare le dinamiche della seconda, e di certo non è un’operazione semplice trovarsi dall’oggi al domani a giustificare le idiosincrasie del proprio rapporto. Sandra amava suo marito Samuel, ma si è trovata a tradirlo con amanti casuali, preso com’era lui dal suo senso di colpa nei confronti del figlio; Sandra riconosceva in Samuel un’anima affine, ma il suo vittimismo l’ha portata a una disperazione violenta nella loro ultima lite; Sandra apprezzava la genialità dei lavori di Samuel, ma non si è fatta scrupoli ad appropriarsi dell’idea alla base di uno di quei lavori. 

Anatomia di una caduta Justine Triet
Le contraddizioni, le accuse reciproche, gli scontri di potere e le responsabilità non equamente condivise all’interno del matrimonio fra Samuel e Sandra sono incomprensibili a tutti in quell’aula fuorché alla diretta interessata. C’è una battuta di Sandra che riassume quel caos contro caos che era la sua relazione con Samuel:

«A volte una coppia è un po’ un disastro e tutti sono perduti»

Anche il rapporto fra Nora e Arthur, veniamo a sapere, ha i suoi alti e bassi. In Past Lives non li vediamo mai alzare la voce, ma Nora, mentre passeggia senza meta con Hae-Sung, gli confessa che ci è voluto del tempo per trovare la quadra. Una spinta di qua, una spinta di là, hanno trovato l’incastro giusto in quello spazio che è il loro jeong, il loro “noi”. Affine ma spiritualmente superiore al jeong è l’inyeon (o in-yun, secondo un’altra traslitterazione). Di derivazione buddista, nella cultura coreana l’inyeon si riferisce a un tipo di provvidenza che presiede all’incontro tra due persone nel passaggio a ogni nuova reincarnazione. Uno sfioramento karmico di anime che supera la casualità di un incontro per diventare origine di un’intimità incommensurabile. 

Quando la dodicenne Nora, all’epoca ancora conosciuta come Na-Young, stringe amicizia con un timido Hae-Sunt; quando, 12 anni dopo essere emigrata in Canada, Nora a New York si mette alla ricerca di Hae-Sung su Facebook; infine, quando, 12 anni da quel momento, Hae-Sung vola a New York da Nora e si guardano occhi negli occhi, non possiamo che pensare che il loro sia un inyeon. E lo è, ma è inyeon anche quello che c’è fra Hae-Sung e Arthur, l’uomo che Nora ha conosciuto in una residenza per artisti e che ha sposato. Che siano proprio loro due, Hae-Sung e Arthur, in quel bar dove li troviamo all’inizio e alla fine di Past Lives, uniti e divisi da Nora, un’inyeon? Se anche uno soltanto di loro tre avesse compiuto delle scelte differenti, nessuno avrebbe conosciuto l’altro.

Past Lives Celine Song

«Sogni in una lingua che non capisco»: identità e lingua

Sia Past Lives che Anatomia di una caduta fanno domande analoghe: quanto si conosce una persona? Ma, soprattutto, chi conosciamo, la persona che abbiamo di fronte o l’idea che ci siamo fatti di lei? Domande che valgono tanto per i personaggi dentro lo schermo quanto per noi che ne stiamo fuori. 

Mentre Past Lives si avvia verso il finale, ci aspettiamo (speriamo?) che Nora lasci Arthur per fuggire insieme a Hae-Sung e realizzare quello che è, a conti fatti, il nostro sogno romantico, e non il suo. Affetti dalla stessa nostalgia di Hae-Sung per un’epoca d’oro irraggiungibile, cerchiamo di intravedere nella Nora di oggi la Na-Young di ieri. Emigrando in Canada, però, Nora si è lasciata alle spalle non solo Seoul e Hae-Sung, ma anche la bambina che è stata. La sua perdita ha permesso a Nora Moon di esistere — «Quando lasci qualcosa, guadagni qualcosa», spiega sua madre in una delle prime scene del film. Attenzione, Nora non rinnega Na-Young, il suo ricordo e la vita che lei avrebbe potuto essere sono in un anfratto segreto nascosto ai più. In una delle scene che meglio esprimono l’anima poetica di Past Lives, Arthur sussurra a Nora:

«Sogni in una lingua che non capisco. È come se dentro avessi una fortezza impenetrabile»

Past Lives Celine Song

Arthur confessa di aver deciso di imparare il coreano per avere accesso a quella parte recondita di Nora, perché sa che non potrà mai comprendere a pieno l’identità coreano-americana di Nora. È vero, Hae-Sung ha la strada spianata verso quella fortezza per il semplice fatto che condivide la stessa lingua di Nora. Contrariamente a quanto crede e teme Arthur, però, Hae-Sung non sarebbe capace di amare Nora nella sua totalità perché radicato in una cultura e in una mentalità che le sono ormai estranee. Nora e Hae-Sung si sono lasciati che erano ragazzini, si cercano come pixel sul pc e solo da adulti si ritrovano in carne e ossa. Ma la Nora che fronteggia (e stringe in un abbraccio) Hae-Sung non è la donna che avrebbe potuto essere se avesse deciso di rimanere in Corea. 

Di questa estraneità fa esperienza Sandra in Anatomia di una caduta, in cui la comunicabilità/incomunicabilità linguistica fornisce un’ulteriore chiave di lettura del rapporto fra Sandra e Samuel. Sandra (la scrittrice e l’attrice che la interpreta) si destreggia in un continuo code-switching tra francese e inglese, quando la sua lingua madre è in realtà il tedesco. L’inglese svolge qui la funzione di lingua franca, di terra di mezzo in cui Samuel e Sandra si incontrano e in cui Daniel nasce. Anche durante la sua deposizione in tribunale, Sandra ricorre all’inglese e mai al tedesco sebbene ci sia effettivamente la possibilità di una traduzione simultanea. Come il coreano per Nora, il tedesco è la lingua dell’interiorità di Sandra e mai una parola le sfugge in quella lingua. Io vi lascio qui questo pensiero, a voi la decisione di cosa farne.

Anatomia di una caduta Justine Triet

Past Lives e Anatomia di una caduta: coppia mal assortita o unione perfetta?

Gli Oscar 2024 hanno ridotto al minimo il fattore sorpresa in quanto a vittorie, ma accade sempre che tra un film fatto-per-l’Academy e un outsider-troppo-per-l’Academy si nascondano dei film di una bellezza rara. È il caso di Past Lives e Anatomia di una caduta, e a renderli ancora più belli, per me, è che riescono a incontrarsi a un’ideale metà strada. Sono due film che si elevano dai rispettivi generi di appartenenza per indagare cosa significa essere umani. Tangenzialmente toccano diversi temi — uno riflette sulle vite irrealizzate, le strade non esplorati, l’altro mette alla prova il rapporto tra realtà e finzione narrativa — ma al centro di entrambi c’è la relazione con un altro diverso da noi. Due film quieti, raccolti e defilati che, per ragioni diverse, colpiscono duro.

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