
A Complete Unknown: un biopic sul potere della musica
È al cinema ancora per poco il pluricandidato agli Oscars 2025 A Complete Unknown, film del 2024 co-prodotto, co-scritto e diretto da James Mangold, basato sulla biografia Dylan Goes Electric! di Elijah Wald. Il film affronta la carriera di Bob Dylan, dagli esordi fino alla svolta elettrica avuta a metà degli anni Sessanta. Persino Neil Young, collega ed amico di Bob Dylan, si è espresso al riguardo, definendo A Complete Unknown come: “Un tributo meraviglioso alla sua vita e alla sua musica.”

Bob Dylan è considerato il più importante cantautore statunitense della storia ed una delle figure musicali più influenti di tutto il Novecento. Ad oggi, è ancora l’unico musicista ad aver ricevuto il Premio Nobel per la letteratura (2016) ed è considerato l’inventore di vere e proprie correnti musicali, in primis del folk-rock, per cui fondamentale è stata proprio la cosiddetta “svolta elettrica”, affrontata dal biopic di James Mangold.
La trama in breve (no spoilers)
La pellicola parte dal 1961, anno in cui l’allora Robert Zimmerman (futuro Bob Dylan) si trasferisce a New York, dove la conoscenza di Woody Guthrie (Scoot McNairy), padre della musica folk nordamericana, e di Pete Seeger (Edward Norton) cambierà per sempre la sua vita. Riuscendo a distinguersi sin da subito, Bob Dylan diventa in breve tempo un artista di fama mondiale, la cui musica riesce a fondere insieme tradizione ed innovazione, parlando ad ogni generazione. Un carattere ricco di ombre, che non fa sconti a nessuno e per cui i legami personali diventano fonti di ispirazione per il suo rivoluzionario percorso musicale, che ha una svolta cruciale nel 1965, punto di arrivo del film e di non ritorno per la storia musica.

Un cast che fa la differenza
Più di due ore di film che scorrono in modo lineare, coinvolgente e mai banale, soprattutto grazie al lavoro svolto da tutto il cast ed in particolare dal protagonista Timothee Chalamet. Il giovane attore newyorkese, infatti, ha dato prova di una maturità attoriale fuori dal comune per la sua età, rendendo al meglio la storia del cantautore, sia da un punto di vista musicale che umano. Lo stesso Bob Dylan, famoso per il suo carattere spinoso e poco incline alla condivisione, ha pubblicato un tweet su X dove si complimentava con l’attore e con tutto il film, definendolo “brillante”.

Timothee Chalamet, candidato per questo ruolo agli Oscars 2025 come Miglior attore protagonista, ha impiegato quasi cinque anni di preparazione fisica e tecnica. L’attore ha preso più di 10 kg, imparato a suonare l’armonica e la chitarra e a cantare esattamente come Dylan, registrando più di quaranta brani in presa diretta per il film (clicca qui per ascoltare la colonna sonora originale). La sua interpretazione riesce a rendere la complessità artistica ed umana del personaggio, risultando credibile e non stereotipato, raggiungendo completezza grazie all’interazione con i co-protagonisti, che riescono a tenere testa a una figura ingombrante come quella di Bob Dylan. Monica Barbaro, in particolare, dà luce a una perfetta Joan Baez, contraltare femminile del cantautorato americano.
Una musica di (non) solo uomini
James Mangold mette in scena due relazioni importanti che Bob Dylan ha avuto con il genere femminile: quella più romantica avuta con Sylvie Russo (Elle Fanning) e quella con Joan Baez (Monica Barbaro), più mentale e competitiva. È molto interessante l’analisi che il regista sceglie di fare della cantautrice Joan Baez, già famosa musicalmente ai tempi degli esordi di Dylan, sua fonte di ispirazione e anche parzialmente responsabile del suo successo. Monica Barbaro riesce a dare piena manifestazione della complessità della cantante e del suo talento. Dall’altro lato, invece, Elle Fanning, trasmette tutta la dolcezza e la malinconia di Sylvie Russo, una ragazza determinata e intraprendente, che fatica a vivere nell’ombra del compagno, sempre più famoso e di successo.

Costumi che fotografano un'epoca
In caso non vi avessimo ancora convinto a recuperare questo gioiellino del genere biopic, una menzione ulteriore va senza dubbio ai costumi. La stilista Arianne Phillips, candidata al Premio Oscar 2025 Migliori costumi per questo film, riesce a riprodurre moltissimi degli iconici look di Bob Dylan, che nel corso della sua carriera hanno scandito il suo flusso artistico e segnato intere generazioni. Per realizzare al meglio i look, la stilista è andata alla ricerca in tutto il mondo di capi originali del cantante, focalizzandosi sulla sua evoluzione stilistica e quindi anche di immagine avuta dal 1961 al 1965, un arco di tempo ben preciso e significativo, realizzando complessivamente più di 5000 indumenti per tutto il cast. Un lavoro di gruppo incredibile, che mette in scena l’arte a 360 gradi, sia sul grande schermo che dietro le quinte.
