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6 film che sanno d’estate

6 film che sanno d’estate

Dopo le cinque letture da recuperare sotto l’ombrellone e le sette serie tv comedy da vedere in estate, tocca a me completare con ben sei film il vostro personalissimo kit di sopravvivenza estivo targato Strega in biblioteca! Quando il caldo si fa asfissiante e un bagno a mare non è contemplato, ecco che l’unica soluzione diventa socchiudere le imposte, abbassare le serrande e spegnere la luce. Perché allora non rendere il soggiorno, camera vostra o una qualsiasi altra stanza a piacere una buia, rinfrescante sala cinematografica? Dal musical al thriller passando per la commedia, ecco sei film con cui vivere l’estate ma a distanza di schermo. Buona visione!

Che estate caliente In the Heights (2021)!

È un’estate bollente per il quartiere di Washington Heights, Manhattan, e le temperature sono destinate soltanto a salire — suona familiare? Usnavi (Anthony Ramos), il narratore di questa storia, è il proprietario della piccola bodega del quartiere e si prepara ad affrontare l’ennesima giornata di caldo torrido. Oltre alla speranza della frescura serale, a muovere Usnavi durante i giorni sempre uguali è un sogno, anzi il sueñito di ritornare a Santo Domingo, su tierra. Ma come Usnavi, anche Sonny, Benny e le ragazze del salone di bellezza (fra cui Vanessa, di cui è innamorato) hanno i loro sogni e tutti, in gradi diversi, prevedono l’allontanamento da Washington Heights.

Basato sull’omonimo musical scritto da Quiara Alegría Hudes e Lin-Manuel Miranda, In the Heights mette in scena attraverso coreografie spettacolari i conflitti interiori che i sogni e le ambizioni portano spesso con sé. Allo stesso tempo è una serenata rivolta alla comunità latinoamericana e a chi ha lasciato la propria terra alla ricerca di un futuro migliore, per sé e per gli altri, negli Stati Uniti. Sin dall’incredibile numero d’apertura, vi sarà impossibile resistere ai ritmi latinoamericani e allo stile inconfondibile dei protagonisti di In the Heights!

Prego, un passo di salsa da questa parte per il trailer!

La mostruosa (e magica) estate italiana di Luca (2021)

Sul fondo del Mar Ligure vivono delle creature mostruose, coperte di squame dalla testa fino alla lunga coda e… impegnate nelle loro faccende quotidiane, proprio come i loro vicini umani di Portorosso. Una distanza incolmabile separa però gli abitanti del mare e quelli della terraferma, trattenuti dalla paura di frequentare la reciproca realtà. Nonostante ciò, il piccolo Luca Paguro (Jacob Tremblay) nutre una sincera curiosità per il mondo e i costumi umani e scopre grazie all’intrepido Alberto Scorfano (Jack Dylan Grazer) di poter assumere sembianze umane, devo dirlo, senza dover rinunciare alla propria voce per un paio di gambe.

Enrico Casarosa, qui al suo primo lungometraggio, dà vita a una storia di formazione fresca come l’acqua che bagna Portorosso. Tra una scorpacciata di pasta al pesto e una corsa in bicicletta o in vespa per il borgo genovese, Casarosa offre un favola che gioca con gli stereotipi da sempre associati all’italianità (incluse le imprecazioni, qui adorabili come poche cose nella vita). Per molti Luca non è il miglior film Pixar, ma che importa quando, complice un’animazione nostalgica che celebra l’imperfezione organica, riesce ad emozionare? Proprio come La Sirenetta (di cui trovate qui la recensione), Luca parla della paura dell’altro e celebra il valore dell’amicizia, che, insieme alla conoscenza e all’apprendimento, permette di vincere l’ignoranza.

Nuotate da questa parte per il trailer!

Aftersun (2022), fra nostalgia estiva e ricordi (im)perfetti

 «Well, like… Sometimes at playtime, I look up at the sky and if I can see the Sun then… I think that the fact that we can both see the Sun, so even though we’re not actually in the same place and we’re not actually together… we kind of are in a way, you know? Like we’re both underneath the same sky, so… kind of together.»

Sophie (Frankie Corio) ha undici anni, è in vacanza con suo padre Callum (Paul Mescal) prima dell’inizio della scuola e ha deciso di filmare ogni volta che può il loro soggiorno nel villaggio vacanze turco in cui si trovano. Callum, che ha 30 anni, e sua madre non stanno più insieme, e Sophie non ha ben chiaro perché si salutano ancora dicendo “ti voglio bene” — o perché Callum finge di avere più soldi di quelli che ha. Sono questioni, queste, che Sophie rilega in un angolo della sua mente non appena si manifestano, impegnata com’è a riprendere i momenti felici di una vacanza padre-figlia perfetta. Tuttavia, lì dove lo sguardo di Sophie e la telecamera, sua estensione, non arrivano, Callum si rivela, si mostra a noi soltanto, in tutta la sua fragilità e insicurezza. 

 Liberamente ispirato alle vicende autobiografiche della regista Charlotte Wells, Aftersun è un film intriso di agrodolce nostalgia — nostalgia per l’estate che sta finendo, lasciando il passo a un nuovo anno scolastico; nostalgia per un passato idilliaco che forse idilliaco non è mai stato. In questo senso, i ricordi che Sophie diligentemente raccoglie nelle videocassette sono parziali, fintamente perfetti e colorati perché Callum voleva così, voleva proteggerli dal blu profondo del mare in cui si immerge o il buio in cui sparisce. 

 

Venite piano da questa parte per il trailer!

Sogno di una notte di mezza estate (1999): o, Shakespeare in Toscana

Può l’adattamento per il grande schermo della commedia romantica estiva per antonomasia rendere la suddetta commedia ancora più comica? Evidentemente sì, se alla ricetta aggiungiamo un cast hollywoodiano di prima classe e una spolverata di camp. 

 

La pace di Monte Atena, in Toscana, vacilla sotto i colpi delle dispute amorose fra quattro giovani ateniesi. Per volere del padre, Ermia (Anna Friel) dovrà rinunciare all’amato Lisandro (Dominic West) e sposare Demetrio (Christian Bale), pena la morte o, peggio, il convento. Ermia e Lisandro decidono allora di fuggire insieme con il favore della notte e, guarda caso, proprio quella notte si ritrovano nel bosco anche Demetrio ed Elena (Calista Flockhart), incapace di accettare il rifiuto del suo amante e decisa a fargli tornare la ragione. Nel mentre anche nel regno fatato folletti, spiriti e creature magiche di ogni tipo sono in allerta di un eventuale scontro fra i loro sovrani, Oberon (Rupert Everett) e Titania (Michelle Pfeiffer). 

Nel corso di una notte umano e divino (fatato?) convergono in un unico luogo, il bosco di Monte Atena, dando vita a una commedia degli equivoci orchestrata dal folletto Puck (Stanley Tucci), che, fedele al suo ruolo di trickster, fa e disfa le trame amorose della commedia con il solo ausilio di un fiore. Anche se l’ambientazione è stata ‘attualizzata’ alla Toscana del XIX secolo, i dialoghi originali sono stati preservati tanto quanto l’originaria atmosfera di divertita irrealtà. Certo, sappiamo che il lieto fine è in attesa alle soglie dell’alba, ma quanto sono divertenti gli imbrogli di Puck che ravvivano la notte?

 

Non perdetevi nel bosco e andate da questa parte per il trailer!

La maledizione della prima luna (2003): “Yo-oh, yo-oh, a pirate’s life for me!”

«Norrington: No additional shot, nor powder. A compass that doesn’t point north. And I half expected it to be made of wood. You are, without doubt, the worst pirate I’ve ever heard of.

Sparrow: But you have heard of me.»

Chi dice mare, dice pirata, e dato che noi di Strega in biblioteca andiamo pazze per corsari, pirati e affini (Fable, di cui trovate qui la recensione, ne è l’ulteriore prova), sarei venuta meno ai miei principi se non avessi inserito La maledizione della prima luna

 

In una fatale notte del 1720 le fila dei destini di Will Turner (Orlando Bloom), di Elizabeth Swann (Keira Knightley) e della Perla Nera si intrecciano grazie a un medaglione. Otto anni dopo è Capitan Jack Sparrow (Johnny Depp) a trovare quella matassa e ingarbugliarla ancora di più. Anche se “capitano” è una parola grossa, perché Jack non ha una nave o un ciurma che lo attestino. O meglio, ci sono, ma la Perla Nera e relativa ciurma ora rispondono al comando del terribile Capitan Hector Barbossa (Geoffrey Rush), sulle tracce del tesoro maledetto a cui il misterioso medaglione d’oro di Will Turner e, per traverso, di Elizabeth Swann appartiene. In questa partita fra caso e destino, Jack fa quello che gli pare, ma con un solo obiettivo, riprendersi ciò che è suo.

La maledizione della prima luna, che inaugura la saga dei Pirati dei Caraibi, infonde in chi lo guarda un senso di libertà senza pari. Certo, libertà a confine con la sregolatezza, ma pur sempre di pirati  stiamo parlando, anche se ‘addomesticati’. Questo primo capitolo in particolare è caratterizzato da una leggera atmosfera da brivido, piacevole e mai fuori tono, che fa da contraltare alla follia controllata di Jack Sparrow. Se non lo avete visto, vi dico: non avete più scuse, è arrivato il momento; se lo avete visto, vi dico: non avete scuse ugualmente, che aspettate a fare un bel rewatch?

 

 A tutta dritta verso il trailer!

Il talento di Mr Ripley (1999): un thriller estivo caposaldo dell’old money aesthetic

Tom Ripley (Matt Damon) ha un aspetto affabile, complice lo sguardo splendente e il fare riservato. Ma proviene dal nulla di New York e nulla ha se non una discreta cultura. Richard “Dickie” Greenleaf (Jude Law) è l’affascinante rampollo di un ricco armatore, capace di determinare il buono e il cattivo tempo di chi gli sta intorno con una sola parola. In missione per riportarlo a New York per conto di Greenleaf padre, Tom raggiunge Dickie e la fidanzata Marge (Gwyneth Paltrow) a Mongibello (nella realtà Ischia), dove i due vivono una perenne vacanza dilapidando il patrimonio dei loro genitori. 

 

Tom mette ben presto da parte il motivo che lo ha portato in Italia, infatuato com’è di Dickie e del suo costoso stile di vita, e mette in piedi quello che sarà solo il primo dei suoi doppi giochi. Ora dopo ora, giorno dopo giorno, Tom si modella a immagine di Dickie, ne diventa il riflesso doppio che vi aderisce punto a punto. Ed è proprio quando si vede rifiutata l’unione che tanto desidera che le cose precipitano in una spirale incontrollata di caos e morte

Con le sue due ore e venti, Il talento di Mr Ripley si prende tutto il tempo necessario per costruire una storia in due attiche ricorda un romanzo, data l’attenzione e la cura con cui costruisce i profili psicologici dei suoi personaggi principali. In particolare, stupisce proprio Tom Ripley, il cui ‘talento’ vorrei che lo scopriste da voi. Al principio del film, viene naturale dismettere i primi campanelli d’allarme; poi, man mano che ci si addentra nella narrazione, si inizia a comprendere la reale portata degli eventi, ma non si intuisce, se non sul finale, fin dove Tom si spingerà con il suo ‘talento’.

 

Anche se credo che sortirebbe un effetto maggiore se lo guardaste a scatola chiusa, ecco qui il trailer!

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