La Profezia dello Straniero di Melania Muscas: la recensione
Il 15 maggio scorso Melania Muscas, giovane autrice di Villacidro e editor, ha esordito con Sherden: La profezia dello straniero, primo volume di una trilogia fantasy targata Giunti (che ringraziamo per la copia), la quale attinge direttamente dalla storia, dall’archeologia e dal folklore della Sardegna. Muscas è nata e cresciuta sull’isola, ma ha trascorso un periodo lontana per studiare Neuroscienze nel Regno Unito. Si è laureata prima all’ University College of London e ha conseguito poi il dottorato a Edimburgo. È proprio nel Regno Unito che si è imbattuta in frammenti della storia della sua terra che l’hanno portata a coltivare la sua passione per l’archeologia e la storia antica, passione che ha dato poi vita a questo progetto letterario.
La trama di La profezia dello straniero
Prima. L’isola di Sherden sorge nelle acque del Grande Verde. È una terra dominata da un antichissimo popolo, gli Shardana, che vive in grande armonia con la natura e con le janas, donne Immortali che per prime hanno abitato l’isola e che hanno il dono di leggere il futuro. Alcune janas si sono legate agli uomini e hanno dato vita alle grandi famiglie nobili, nelle cui vene scorre il sangue Immortale che ha donato loro un’incredibile longevità. L’armonia tra gli uomini viene spezzata dal sopraggiungere di una catastrofica profezia: tre eventi cancelleranno per sempre la civiltà shardana. Le parole della sacerdotessa Arvara gettano nel panico le città del Nord e del Sud, spingendole le une contro le altre. Dopo l’avvento dell’Onda che sommerge l’isola, si compie la prima parte della profezia.
Arvara visualizzò il cerchio sacro e le mura che lo delimitavano, a pochi passi là fuori. Era lì che l’attendevano: la sua famiglia, gli abitanti di Vitzi e i cittadini giunti da ogni parte di Sherden. Erano molti più degli anni precedenti, ed erano lì per lei, per assistere alla sua lettura del futuro, per ascoltare la profezia che avrebbe annunciato. La profezia che li avrebbe ingannati.
Dopo. La venuta del “secondo nemico”, la conquista di Sherden da parte di uno straniero, è vicina. In preda al timore causato dalla profezia, la setta dei Credenti è sempre più determinata a eliminare chiunque reputi straniero. A contrastarla c’è solo la Resistenza, che ha il suo cuore nella città di Karalis e che si batte per riunire i popoli dell’isola. Cinque sono i personaggi che segneranno le sorti della profezia: Arvara, discendente della Profetizzante; Jabari, giovanissimo straniero esiliato; Felìtzi, maledetta dal tocco mortale di una delle cogas; Brennar, fratello del cabu al governo del Nord; infine, Thaeni, la guida della Resistenza.
Sherden: il richiamo, non solo geografico, alla Sardegna
Il lavoro di Melania Muscas nel ricalcare la Sardegna nell’isola di Sherden non si è limitato solo alla geografia, ma ha riguardato anche la lingua e la mitologia. Per quanto riguarda le coordinate geografiche, per la posizione dei villaggi e delle città l’autrice ha preso come punti di riferimento veri siti archeologici, cercando di rimanere quanto più possibile fedele alla vera conformazione del territorio, salvo qualche elemento fantastico funzionale alla trama. Per esempio, la città di Vitzi corrisponde più o meno al sito archeologico di Romanzesu nel comune di Bitti, in cui è presente un bacino rituale che ha ispirato la vasca cerimoniale in cui si svolge la scena della profezia all’interno del romanzo.
Sul piano linguistico, molti sono i termini che derivano direttamente dai vari dialetti dell’isola. Nel romanzo, gli arestes, che in sardo significa letteralmente “i selvatici”, hanno ruoli molteplici, come quello di accompagnatori delle sacerdotesse durante i rituali. Molto affascinante è la babbaieca, termine che si riferisce a un’antica leggenda sarda che narra dell’uccisione in età preistorica degli anziani da parte dei figli, spingendoli da un dirupo. Nel romanzo, la babbaieca è il rituale che sancisce la destituzione del cabu, il capo della società, che non si ritiene più adatto a perseguire gli interessi del gruppo e che quindi viene condannato a morte. L’autrice ha poi svolgo un lavoro molto affascinante di rielaborazione dei miti e delle leggende del folklore. Una delle leggende che ha ispirato il romanzo è quella secondo cui Medusa sarebbe stata sovrana della Sardegna. Nel romanzo, Medusa compare nella figura di Meda, la regina di Sherden, e il suo potere di trasformare le persone in pietra viene riproposto nei menhir eretti dai popoli pre-nuragici.
E infine, le Onde che investono Sherden minacciando di sommergere l’intera isola sono ispirate al racconto che Platone fa della città di Atlantide e a una delle tante teorie che associano la leggenda della mitica città alle storie di diluvi e maremoti collegati alla nascita della Sardegna.
Cogas e janas: le creature fantastiche del folklore sardo
Il piccolo popolo è parte integrante della mitologia di tantissimi zone del mondo, e la Sardegna non fa di certo eccezione. Le figure più importanti del folklore sardo sono infatti le janas, ovvero le fate. Queste minuscole creature, donne dotate di una singolare bellezza e di poteri magici, abitavano nelle cosiddette domus de janas, che non sono altro che tombe prenuragiche incavate nella roccia ma associate a queste creature per via delle loro dimensioni ridotte. L’appellativo jana (fata) deriva probabilmente dal nome Diana, la dea legata alla notte, il cui simbolo è la falce di luna distesa. Le fate, infatti, secondo le leggende operavano solo di sera, perché il sole poteva bruciarle fino a condurle alla morte.
In Sherden le janas sono le donne Immortali che per prime hanno abitato l’isola e che, con il tempo, si sono legate agli uomini e hanno dato a vita a lunghe discendenze che da esse hanno ereditato una vita incredibilmente longeva. Nella mitologia del popolo shardana sono poi grandi protagoniste le cogas, creature femminili e maligne del folklore sardo e comunemente associate alla figura della strega-vampiro. Nelle storie antiche le cogas operavano prevalentemente di notte e si nutrivano del sangue dei neonati. Nel romanzo mantengono questa loro accezione negativa, tanto che Felitzì vive da emarginata proprio perché “maledetta dal tocco delle cogas”, maledizione di cui sarebbe indice una ciocca di capelli bianchi che spicca tra la sua chioma scura.
La profezia dello straniero: tra storia antica e modernità
Il richiamo alla Sardegna in La profezia dello straniero è quindi forte e pregnante e intesse la storia antica con temi moderni. Nella trilogia di Sherden sono tante le tematiche tra cui l’autrice riesce a destreggiarsi, dalle atrocità connesse alla colonizzazione alla paura dello straniero che viene portata alle estreme conseguenze. Le diverse interpretazioni date alla profezia, alimentate da un timore nei confronti del diverso e di ciò che è sconosciuto, hanno avuto come risultato un’isola lacerata dall’interno, maltrattata dagli uomini e abbandonata dalle creature che prima la abitavano in armonia con la natura. Gli shardana hanno smarrito la strada per vivere in pace e non sanno più come ritrovarla e nemmeno la Resistenza sa come farlo, nonostante sia spinta dalla volontà di riunire le genti e liberare gli stranieri oppressi.
La narrazione di Melania Muscas è estremamente ricca di dettagli e si dipana grazie a cinque punti di vista differenti, che appartengono a personaggi credibili e ben caratterizzati. La scelta di adottare così tanti pov, che di solito può essere disorientante, in questo caso è perfettamente funzionale alla storia. Le voci sono tutte chiare e ben definite e questo aiuta a viaggiare nel tempo e nello spazio di un mondo antico dove realismo e magia diventano una cosa sola.
Tirando le somme di questa lettura, Sherden: La profezia dello straniero è un fantasy a cui non manca davvero niente e che penso possa essere apprezzato da un ampio bacino di lettori e lettrici, da quelli appassionati di fantasy agli intenditori di romanzi legati alla storia e al folklore. Ringraziando ancora l’autrice e la Giunti per la copia del libro: siamo impazienti di avere qualche notizia sul secondo volume, dato che questo primo libro si conclude con l’arrivo di un nuovo giocatore in questa guerra mozzafiato!