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Saltblood di Francesca De Tores, la recensione del primo romanzo edito Ne/On

Saltblood di Francesca De Tores, la recensione del primo romanzo edito Ne/On

Oggi, 4 settembre, Ne/oN libri fa il suo attesissimo debutto sul mercato editoriale con l’uscita della
sua prima pubblicazione: Saltblood. Sangue salmastro di Francesca De Tores, romanzo storico
che narra la vita e le avventure della pirata Mary Read, figura chiave della Golden Age of Piracy, le
cui origini hanno dell’incredibile. Il romanzo ha fatto parlare di sé già molti mesi prima della sua
uscita e la massiccia campagna marketing ha contribuito ad accrescere l’aspettativa verso questo e gli altri titoli dell’imprint di Edizioni E/o, che ha già un lungo programma di pubblicazioni che arriva
fino agli ultimi mesi del 2025!

Ma vale davvero la pena farsi rapire da questa nuova uscita? In questa recensione vedremo insieme
se Saltblood sia stato all’altezza di tutto l’hype che lo ha circondato e, soprattutto, se Francesca De
Tores sia riuscita a rendere giustizia alla leggendaria Mary Read
.

Saltblood, la trama

Cresciuta all’ombra del fratellastro morto di cui è costretta a portare il nome, Mary impara presto a
mantenere il segreto rappresentato dal suo corpo. Quando l’Inghilterra entra in guerra, Mary vede nel
conflitto una via di fuga da una sorte già segnata, e si arruola nella Royal Navy per conoscere il
mondo e assaporare un po’ di libertà. L’ineludibile richiamo del mare sancisce il suo destino, e dopo
essere stata fanciulla, ragazzo, marinaio, soldato e moglie, Mary potrà diventare chi è forse sempre
stata: una pirata, parte della ciurma di Calico Jack Rackham e affiancata dalla temeraria Anne Bonny, di cui è amica e amante. Ispirato alla vera storia di Mary Read, Saltblood. Sangue salmastro è  ricostruzione storica e romanzo d’avventura, storia d’amore e Bildungsroman che parla dei limiti del
corpo, del genere e di quello che siamo e osiamo immaginare di diventare.

Mary Read: eroina poetica che trascende il genere

La parola non è uno strumento adatto alla conoscenza, ma è tutto quello che ho. Se
questa storia va raccontata a parole, allora saranno le mie.

Saltblood. Sangue salmastro, Francesca De Tores

Il romanzo di De Tores è un Bildungsroman in cui il tema dell’identità è centrale: fin dall’inizio Mary
Read esprime il desiderio di prendere in mano la propria storia controllandone la narrazione e a tal
fine il romanzo è scritto in prima persona. Con prosa elegante e intima, Mary Read si racconta con
grande onestà, senza risparmiarsi i dettagli della sua vita misera e immergendosi nel racconto dei suoi sentimenti. La ricchezza del lessico e il frequente uso di allegorie, anche quando gli eventi raccontati sono crudeli, conferisce al romanzo un’aura poetica che lo rende decisamente piacevole per chi ama la bella scrittura.

Il “Bildungsroman”, tradotto di solito come “romanzo di formazione”, è un genere letterario tipicamente tedesco, che si riferisce ad una serie di romanzi che in diversa maniera seguono le tracce del capostipite di questo genere, vale a dire del romanzo di Goethe Wilhelm Meisters Lehrjahre. Oggi questa definizione, di solito per mezzo del concetto originale tedesco, viene attribuita nel frattempo anche ad opere di altre letterature nazionali, a romanzi francesi, inglesi o anche italiani.

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Mary parla di sé stessa come di una creatura che trascende la semplice visione binaria del genere
riuscendo ad osservare con occhio critico il complesso – e a tratti ridicolo – sistema di divisione tra i generi, fatto di differenze e tabù che le paiono quanto mai insensati. Vivere come Mark Read non è
affatto un peso per lei, è solo una parte della sua esistenza che ci presenta come naturale progressione del suo essere: una pirata il cui unico vero legame indissolubile è quello con il mare, entità viva da cui non può staccarsi perché ne andrebbe della sua stessa vita.

Se dovessi chiedermi quale sia il cambiamento più grande a cui mi sia mai
sottoposta, non sarebbe quello di andare in giro da maschio, perché mi hanno
cresciuta così e non mi è mai parsa gran cosa. No. La cosa che più mi ha cambiata è
stata andare per mare. Potrei ancora passare da donna, e potrei farlo di nuovo negli
anni a venire. Ma non sarò mai altro da un marinaio.

 Saltblood. Sangue salmastro, Francesca De Tores

Purtroppo il romanzo non manca di momenti ripetitivi: sono molto frequenti i momenti in cui la
protagonista ripete pensieri che sono stati già enunciati nei capitoli precedenti, inoltre le digressioni
su dettagli storici che hanno poco a che vedere con la progressione delle vicende ma servono a fornire contesto storico rischiano di rallentare la narrazione, appesantendola e allungandola per capitoli in cui l’azione è ridotta all’osso. Tutto ciò spezza irrimediabilmente il ritmo rendendolo, in ultima istanza, discontinuo.

Il disequilibrio di Saltblood

Mary Read e Anne Bonny sono figure storiche, ma io non sono una storica.

 Francesca De Tores

Un romanzo storico deve, per definizione, fornire informazioni storiche corrette e deve rappresentare le vicende narrate – che siano reali o meno – nel rispetto della realtà storica del tempo. Mary Read è esistita realmente e la gran parte delle informazioni che si conoscono su di lei sono state rappresentate in maniera corretta. È evidente che l’autrice abbia studiato con cura il contesto storico e le abitudini della gente comune del periodo, e questo contribuisce a rendere le descrizioni particolarmente vivide e dettagliate. Tuttavia, De Tores si guarda bene dal decantare l’assoluta veridicità di ciò che scrive in merito alla vita di Read; al contrario, manifesta sin dalla prima pagina l’intenzione di scrivere un romanzo in cui realtà e finzione si intrecciano. In Saltblood si mescolano fatti storici e leggendari, cercando di spettacolarizzare una figura storica già di per sé incredibile, ma riuscendoci solo fino a un certo punto.

De Tores rappresenta Mary come una persona che ha vissuto una vita straordinaria, ma che, dopo la
prima metà del romanzo, si chiude in sé stessa, divenendo un personaggio che vive con
un’abnegazione tale da far credere a chi legge che abbia perso la sua umanità. Dopo una prima parte
estremamente emotiva, costellata di eventi gioiosi e tragici, la seconda parte mostra una Mary sempre più fredda. Saltblood presenta un’eroina pirata che, a tratti, si mostra complessa, ma in altre
circostanze appare bidimensionale, come se l’autrice stessa avesse dimenticato di porre gli ultimi
ritocchi alla personalità della protagonista
, lasciandoci un quadro gradevole ma, in fin dei conti,
incompleto. Il disequilibrio diventa ancora più evidente quando ci vengono presentati i comprimari
di Mary: Anne Bonny e Jack Rackam, personaggi chiave che sono stati sviluppati in modi molto
diversi l’uno dall’altra.

Se in lei c’è bellezza è quella di una volpe, scaltra e inquieta e molto vivida. Si
guarda tutt’intorno, insoddisfatta. È pronta a essere estremamente soddisfatta. Anne
Bonny trabocca di “sul punto di” e “quasi”; anche solo starle vicino è un’attrazione
poiché ha reso molto chiaro il fatto che stia aspettando che accada qualcosa. È lei
che fa accadere qualcosa. È lei la cosa che accade.

 Saltblood. Sangue salmastro, Francesca De Tores

Anne Bonny è tutto il contrario di Mary: viene presentata come una donna superficiale, una fanciulla
bramosa di ottenere tutto, spesso vista attraverso lo sguardo del desiderio, un corpo grazioso,
sessualizzato e desiderato da ogni personaggio con cui entra in contatto – compresa la nostra Mary
che, nonostante dica di desiderarla in maniera diversa, nella pratica non lo dimostra più di tanto. Anne, per di più, non ha un ruolo di grande valore nella storia, essendo niente più dell’interesse amoroso della nostra protagonista. Il rapporto tra le due donne è stato rappresentato, a mio avviso, in maniera deludente: nonostante il libro sia stato pubblicizzato come una storia saffica, tale aspetto della vita di Mary è secondario e, pertanto, sviluppato in maniera abbastanza approssimativa. La relazione tra Mary e Anne si concretizza solo nelle battute finali del romanzo, e il loro rapporto, inizialmente descritto come trascendentale, un’unione di anime più che di corpi, in realtà si rivela molto classico, una parentesi poco importante nella vita di queste donne che hanno ben altro a cui pensare. La relazione tra le due è ancora molto dibattuta dagli storici, ma, dati tutti gli elementi fantasiosi sulla vita di Mary che sono stati inventati di sana pianta dall’autrice (uno su tutti l’onnipresente corvo Crow), avrei voluto che De Tores osasse un po’ di più nel rappresentare queste donne queer, invece di lasciare la loro relazione così a margine.

Mary Read e Anne Bonny

Guardo le falcate con cui si aggira sul ponte, e la facilità con cui ride insieme ai
suoi uomini. Più vedo Jack Rackham in azione, più capisco perché un equipaggio
sceglierebbe un uomo tale come capitano.

 Saltblood. Sangue salmastro, Francesca De Tores

Al contrario di Bonny, il personaggio di Calico Jack Rackham è carismatico, accattivante e molto
facile da amare. Si tratta di un personaggio canonicamente più gradevole perché ha tratti di personalità che ricordano in maniera evidente un pirata come Jack Sparrow, anche se Rackham è ovviamente più realistico del famosissimo pirata interpretato da Johnny Depp. Ad ogni modo, Jack Rackham è un personaggio che riesce a bilanciare, da un lato, l’esuberanza di Bonny e, dall’altro, l’apatia di Read, rendendo le interazioni tra loro tre molto efficaci.

Francesca De Tores ha riesumato un tesoro... ma non è tutto oro quel che luccica

Saltblood. Sangue salmastro aveva tutte le carte in regola per essere un gran libro, ma si è perso nell’insieme degli elementi che vuole rappresentare e nelle digressioni infinite, lasciando una storia frammentata che si ferma poco prima di arrivare al cuore. L’avventura, la Storia, il dramma e la queerness sono tutti elementi che avrebbero potuto renderlo un romanzo indimenticabile, eppure, nonostante l’eleganza della prosa e la complessità dei personaggi, il romanzo manca di quel mordente necessario a farlo diventare davvero significativo. 

Nonostante i difetti, comunque, ci tengo a sottolineare che Saltblood è ben lungi dall’essere un brutto libro: si tratta di un romanzo piratesco molto ben scritto, in cui la storia dei pirati è centrale quanto quella della sua protagonista, ed è pertanto perfetto per chi vuole conoscere in maniera approfondita i dettagli della Golden Age of Piracy. Ne/oN Libri ha iniziato bene la sua attività, portando sul mercato editoriale italiano un romanzo che, pur con tutti i suoi difetti, risulta piacevole e contribuisce a far conoscere una parte di Storia pericolosamente ignorata: quella di tutte le donne che, andando contro la legge e le convenzioni sociali, hanno provato a dominare il mare.

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