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Quel che nasconde il fiume di Isabel Ibañez, la recensione

Quel che nasconde il fiume di Isabel Ibañez, la recensione

In una nuova e sfavillante veste grafica, il 5 novembre arriva in libreria per Mondadori Quel che nasconde il fiume di Isabel Ibañez. Si tratta della prima pubblicazione italiana per l’autrice, ampiamente apprezzata all’estero per il suo Together We Burn, un fantasy ambientato nella Spagna medievale che io spero vivamente arrivi presto anche sui nostri scaffali. Intanto, però, abbiamo modo di conoscerla con il primo romanzo di una dilogia ambientata alla fine dell’Ottocento in Egitto. Quel che nasconde il fiume è un’avventura all’insegna dell’archeologia che farà innamorare tutte le persone cresciute guardando il film La Mummia del 1999 e che non hanno ancora superato la fissa per l’Antico Egitto da quando andavano alle scuole medie! 

Quel che nasconde il fiume: alla ricerca della tomba di Cleopatra

Inez Olivera è una giovane curiosa e indomita che vive a Buenos Aires insieme alla zia e alle cugine. La sua vita è un pendolo che oscilla tra la partenza e il ritorno dei suoi genitori dall’Egitto, dove lavorano come archeologi. Inez non ha mai potuto partecipare alle loro spedizioni, costretta a trascorrere lunghissimi periodi senza la sua mamma e il suo papà, finché una lettera terribile non viene recapitata in Argentina. Il signore e la signora Olivera sono scomparsi nel deserto, dati quasi certamente per morti. 

Quel che nasconde il fiume

Inez non riesce ad accettare questa realtà. I suoi genitori erano persone astute, conoscevano il territorio egiziano meglio di qualunque altro posto e difficilmente si sarebbero avventurati nel deserto senza tener conto dei rischi. Da questi dubbi nasce l’avventura più grande della sua vita: da sola, la ragazza affronterà un viaggio in mare che la porterà in Egitto, da suo zio Ricardo. Come se non bastasse, Ricardo ha tutte le intenzioni di rispedire Inez in Argentina e con lui è d’accordo anche il suo aiutante, Whitford, un giovane affascinante e attaccabrighe. Ma Inez è pronta a tutto pur di scoprire cosa sia successo davvero ai suoi genitori e non si fida affatto di suo zio, un uomo ruvido e rabbioso che forse le nasconde molto più di quanto possa immaginare… 

Un romanzo classico che è allo stesso tempo una ventata d'aria fresca

Più leggera di diversi chili (il mare mi odiava) e con alle spalle una sfilza di notti passate a rigirarmi nel letto, a piangere nel cuscino e a giocare a carte con gli altri passeggeri, sempre allo stesso gioco. Ero arrivata per davvero. 

L’Egitto.

Il paese in cui i miei genitori erano vissuti per diciassette anni.

Il paese in cui erano morti.

Quel che nasconde il fiume, Isabel Ibañez

Quel che nasconde il fiume è un romanzo che affronta con dinamismo tre generi letterari che mi stanno profondamente a cuore: il romanzo storico, il romance e il fantasy. In un perfetto bilanciamento tra queste componenti, l’autrice partorisce un’opera sincera, divertentissima ed estremamente avventurosa. Sfogliando le pagine, spesso mi sono ritrovata a ridere di gusto per le battute dei suoi personaggi, iconici e tridimensionali. L’impressione che si ha è quella di vivere un’avventura à la Indiana Jones o, più nello specifico, à La Mummia di Stephen Sommers. Isabel Ibañez è straordinaria nel costruire l’affascinante ambientazione dell’Egitto ottocentesco, che si trasforma nel perfetto palcoscenico per una vicenda che è al tempo stesso adrenalinica, misteriosa e appassionante. 

Quel che nasconde il fiume e il setting egiziano

Fresca di un esame di Antropologia culturale, mi sono ritrovata felicemente sorpresa nel constatare che Quel che nasconde il fiume padroneggia perfettamente il setting in cui è ambientata la sua storia. Ho amato il modo in cui l’autrice non ha banalizzato la terra egiziana, riducendola ad uno sfondo da cartolina, affascinante per natura e retaggio scolastico. La vicenda personale di Inez si innesta invece in una situazione molto complessa che ha come protagonista il patrimonio culturale egiziano, per anni e anni depredato dagli occidentali per arricchire i propri musei e le proprie tasche. Il Medio Oriente e l’Africa sono state alcune delle zone più colpite dall’imperialismo britannico e dalla sua invadenza violenta e l’Egitto, per ovvi motivi storico-artistici, è stata tra le terre più devastate dalla presenza occidentale. Mercati neri per la vendita di contrabbando di reperti archeologici e curatori museali che avevano a cuore solo l’interesse dei propri paesi d’appartenenza, e non la preservazione del patrimonio del paese in cui venivano ritrovati i reperti, diventano in Quel che nasconde il fiume elementi essenziali. 

Papà era furibondo per come stavano rimodellando l’Egitto; per come quei forestieri guardassero sprezzanti la popolazione autoctona e inorridissero alla loro pretesa di autogovernarsi. Viveva nel terrore costante che gli stranieri saccheggiassero e spogliassero ogni sito archeologico prima che lui facesse in tempo a visitarlo. 

Quel che nasconde il fiume, Isabel Ibañez

A questa riflessione, sempre presente e profondamente intessuta nella trama, si accosta ovviamente una scrittura affascinata da quei luoghi ricchi di storia e di mistero. Il Cairo viene descritta nei minimi particolari e prende vita sulla pagina come una città movimentata, coloratissima, piena di sapori e vibrazioni energetiche dovute alla presenza degli oggetti pregni di magia che ne popolano i mercati. Con gli occhi vergini di Inez anche noi affrontiamo un mondo completamente nuovo, che risplende nelle dune del deserto, nell’impetuoso scorrere del Nilo e nell’imponenza dei templi. Quel che nasconde il fiume è un libro perfetto per chi ama viaggiare nella vita come nell’immaginazione, poiché è capace di accompagnare come un fidato cicerone attraverso luoghi incredibili, resi ancor più vivi e tangibili da uno stile di scrittura che, come un incantesimo, cattura ad ogni riga la nostra attenzione. Questo è un romanzo che non potrete fare a meno di divorare!

Una storia d'amore che vi farà impazzire

Inutile negarlo: uno dei punti forti di Quel che nasconde il fiume è sicuramente la storia d’amore che nasce tra Inez e Whitford. I loro dialoghi sono immersivi, vividi e divertentissimi: più di una volta mi sono ritrovata a sghignazzare e a sospirare di fronte ad una loro interazione. I trope che potrebbero definirli meglio sono lo slow burn e la forced proximity. Ma se, come me, vi piace avere altre coppie come riferimento a cui accostarli, lasciatemi dire che se siete cresciuti innamorandovi di storie come quella tra Anastasia e Dimitri del film d’animazione della Century Fox, allora Inez e Whit entreranno di volata nella vostra lista delle love story preferite. 

«Sai come tornare al campo da sola, vero?»

«Whit…»

«Signor Hayes, se non ti dispiace» rispose ripristinando in parte il tono duro di sempre. «Rispettiamo le regole dell’etichetta.»

«Se è quello che vuoi.»

«È quello che voglio»

«Bene.»

«Bene

Quel che nasconde il fiume, Isabel Ibañez

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