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Nessuno può uccidere Medusa di Giuseppe Conte, la recensione

Nessuno può uccidere Medusa di Giuseppe Conte, la recensione

La fame dei retelling mitologici non è destinata a placarsi, quanto piuttosto a rinnovarsi e trovare sempre nuove riletture dei miti greci, in particolare, che hanno dato le fondamenta per questo nuovo genere letterario. Sempre più in voga tra gli scaffali delle librerie e tra i lettori di tutte le età, il genere dei retelling mitologici accoglie adesso anche Nessuno può uccidere Medusa di Giuseppe Conte, edito Bompiani, nuova proposta editoriale dell’autore già noto. La storia della creatura dai capelli di serpe si sposta dalla Grecia alla Sicilia, a Catania, dove il mito è pronto per ripercorrere le vie della campagna rupestre e dei corridoi universitari. 

La tragedia si sposta dall’anfiteatro greco e si insinua nella vita di sempre. L’antico aedo diventa moderno cronista. Il confine tra mito e realtà, passato e presente, diventa sempre più labile. Crudele. La storia diventa immortale, impossibile da dimenticare e destinata a ripetersi all’infinito. Ma per una volta il finale non è quello descritto dal mito. Il fato è cambiato. Medusa ha un altro aspetto e Perseo questa volta non sarà l’eroe tronfio con la testa della gorgone tra le mani. Perché questa volta Nessuno può uccidere MedusaIl sipario di quell’anfiteatro greco questa volta non cadrà seguendo l’antico copione.

Nessuno può uccidere la Medusa di Catania, innamorata e desiderosa di conoscenza

Amedea, la più giovane delle sorelle Corallo, per tutti è semplicemente Med. La nostra nuova Medusa. Med è diversa dalle sue sorelle: nutre un fascino per l’antica cultura ed è ribelle alla vita borghese a cui sono invece dedite le sorelle. Ribelle per spirito e curiosa per attitudine, destreggia le sue giornate con mal giudicate amicizie e immersa in storie poetiche. I suoi amici sono Abdelmur, il fruttivendolo del paese, mal visto da tutti e di buon cuore, e il professore del liceo Homer Grant, uomo di chiesa e cultura classica. Med, sensuale e delicata, predilige i consigli del cuore e cerca rifugio dalle opprimenti mura di casa. Il suo rifugio sono le braccia dell’amica Esmeralda, principessa solo di titolo, che alle carrozze preferisce i giri in sella alla sua vespa. 

Nessuno può uccidere Medusa

Med ed Esmeralda si incontrano nelle aule di lettere classiche e si danno appuntamenti segreti tra le lenzuola della camera da letto. Le loro giornate scorrono tra letture dell’antica Odissea e tenere carezze di baci. Si interrogano e si scoprono, meravigliate dal femminile. Ma Esmeralda è la principessa di un regno in rovina, ha dei doveri da onorare. Il padre l’ha promessa sposa a Vittorio Ventura. Il mostro di questa storia tramuta i sogni innocenti e coraggiosi di Med in incubi assetati di vendetta. 

La fiaba d'amore si distrugge, comincia il mito del dolore

Il romanzo di Giuseppe Conte, già autore di I senza cuore (2019), Dante in Love (2021) e il saggio Il mito greco e la manutenzione dell’anima (2021), trasporta e modernizza il mito di Medusa a Catania, attualizzando la storia e rendendo immortale la crudele sorte femminile. Medusa violentata da Poseidone, abbandonata e punita dall’amata Atena. La ragazza più pura e dedita alla dea, viene trasformata nella gorgone con i capelli di serpe. Nessuno si potrà più avvicinare a lei, il suo destino è una violenta solitudine che verrà interrotta dal perfetto uomo eroico greco che ucciderà il mostro e terrà la sua testa come trofeo. 

La storia della violenza di uno stupro, dove la vittima diventa carnefice, il mostro della storia. Era una storia da mito: queste cose non dovrebbero succedere veramente. Il mito di Nessuno può uccidere Medusa ha poco di mitologico. Il romanzo di Giuseppe Conte è una crudele testimonianza della violenza subita, reale e disturbante nella sua assurda verità dei fatti. Verità spietata che si verifica fin troppo spesso fuori dalle pagine romanzesche e diventa titolo di copertina di giornale.

La crudeltà del mito che diventa realtà

Il dialetto siciliano si fa portavoce della storia di Med, attenta a non dimenticare il suo aggressore. Capovolge le aspettative del mito e si appropria della sua parte da protagonista attiva e pronta alla vendetta. Med e Medusa condividono i lunghi capelli, dono e maledizione al contempo. Sono vittime di un gioco di seduzione a cui non sapevano di partecipare. Il loro mostro è lo stesso uomo che non contempla il rifiuto, solo il possesso. Ma se Medusa si lascia abbandonare e si tramuta in mostro temibile, Med capovolge il suo destino. Combatte per sé stessa, per Medusa e per tutte le altre che non ci sono riuscite. Trova la forza per urlare a un mondo che non ascolta la sua versione dei fatti. Med trova la forza per distruggere il suo mostro. Non è lei il mostro della storia, ma colui che l’ha distrutta dentro. 

La violenza della storia di Med è tangibile in ogni pagina e parola ben ponderata di Nessuno può uccidere Medusa. L’autore non si riserva alcun dettaglio sulla crudeltà della violenza subita e neanche sulle dolorose conseguenze. Il silenzio e la solitudine della protagonista sono feroci. Nessuno ascolta le sue grida di aiuto, le sue accuse. Amedea vuole giustizia, ma non c’è alcuna corte di giustizia che la vuole aiutare. L’omertà e la fede cieca nel potere cercano di sopprimere la violenza. 

Nessuno può uccidere Medusa e lei è pronta alla vendetta

Nessuno può uccidere Medusa è un romanzo complesso. Permette al lettore di entrare tra le sue pagine presentandogli una prima storia d’amore. Un amore giovane, intenso e innocente nella sua voracità. Gli occhi della innocente fanciullezza, lasciano presto il posto a mani violente e viscide. L’infanzia viene deturpata e non c’è via di ritorno. L’orrore si inizia a far sentire man mano, si fa spazio a poco a poco tra le parole d’amore. Poi sfocia tutto insieme, in maniera tanto improvvisa a prima vista. Ma i segnali dell’imminente pericolo c’erano tutti, già da principio, ma nessuno poteva saperlo

Diviso in due parti, Nessuno può uccidere Medusa trasporta nel crudele e ingabbiante destino della sua protagonista. Le urla rischiano di farsi silenziose, le pagine scorrono e il timore di una testa tagliata si fa sempre più importante. La vendetta di Medusa, rialzatasi questa volta, si prepara ad agire. Med trova un modo per risanare le sue cicatrici coperte di sangue e ragnatele.

Nessuno può uccidere Medusa

La Medusa che nessuno può uccidere urla per tutte

Il dramma di Medusa si concretizza e diventa attualità devastante. Triste sapere l’eternità del mito, felice il capovolgimento finale. Il mostro perde anche in questa versione la sua testa. Risulta quindi necessario capire chi sia davvero questo mostro. Cosa lo rende tale? Le ragnatele attorno al corpo o gli scabrosi pensieri? La vittima, certamente, è chi ha più bisogno di urlare anche quando la voce non è più in gola. Questa Medusa che nessuno può uccidere urla per tutte le altre che hanno perso la voce e zittisce gli omertosi messaggi di comprensione. Chi non subisce non può capire. Forse può immaginare, ma non capire.

Incredibile allora che l’autore di questo romanzo, Nessuno può uccidere Medusa, sia proprio un autore di genere maschile, Giuseppe Conte, che non ostenta mai onnisciente certezza, ma tenta di assolvere le colpe del suo genere, dando voce – urla – alla femminilità troppo spesso vittima di malate ossessioni misogine. 

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