RECENSIONI
Recensione dal Torino Film Festival: My Best, Your Least

Recensione dal Torino Film Festival: My Best, Your Least

Dalla Corea del Sud al Torino Film Festival arriva il film My Best, Your Least, in concorso nella sezione lungometraggi. Il film, diretto dalla regista coreana Kim Hyun-jung e interpretato dalle due attrici Jang Yoon-joo e Choi Soo-in, è un racconto intimo e delicato sulla gravidanza. Un film al femminile che affronta le complessità di quei nove mesi, mettendo in luce i diversi approcci e conseguenze del restare incinta oggi in Corea del Sud, in primis, ma si tratta di un discorso senza reali confini geografici.

Due generazioni a confronto sul diventare madri

Hee-yeon, un’insegnante di liceo devota al suo lavoro, conduce una vita tranquilla nonostante le sfide personali legate alla sua infertilità e ai problemi con la costruzione della nuova casa. Lei sta in cattedra e dall’altra parte dell’aula, seduta tra i banchi, c’è una studentessa, Yu-mi, che rimane incinta. È uno scandalo. Assecondando le richieste dei colleghi, la professoressa Hee-yeon la costringe, seppur a malincuore, ad abbandonare la scuola, convinta che sia la soluzione migliore. Quando però rimane incinta lei stessa, la situazione cambia completamente e Hee-yeon inizia così ad aprirsi con Yu-mi, sperimentando una complicità che non aveva mai avuto modo di provare prima.

In My Best, Your Least sono difficili le decisioni da prendere

Essere una madre non è sempre una scelta. A volte si desidera moltissimo diventare una mamma ma senza successo, altre volte invece capita senza preavviso, succede e basta. Alla sedicenne Yu-mi è successo e basta: ha fatto sesso con un ragazzo ed è rimasta incinta. Ben presto diventa lo zimbello della scuola. Gli occhi di tutti addosso, la pancia che si inizia a far vedere, sono poche le amiche disposte ad aiutarla, anche quando viene cacciata da scuola perché è una vergogna che una ragazza incinta frequenti l’istituto scolastico, così dicono genitori e professori. 

Yu-mi rimane sola, proprio nel momento in cui avrebbe più bisogno di sostegno: portare avanti una gravidanza non è facile neanche per una donna adulta. Per una sedicenne abbandonata da tutti e punita per aver scoperto la propria vita sessuale non c’è tregua. 

My Best, Your Least al Torino Film Fest

Punita. Punizione è la parola più ricorrente nel film My Best, Your LeastYu-mi viene punita e lasciata sola e lei stessa critica il fatto che il ragazzo che l’ha messa incinta, responsabile tanto quanto lei, sia rimasto impunito perché altrimenti lui non potrebbe continuare gli studi. L’errore è stato commesso da entrambi, ma solo la ragazza è costretta a subirne le conseguenze, da sola. Viene allontanata dalle altre studentesse, per evitare che possa influenzarle negativamente. D’altro canto c’è la professoressa Hee-yeon, Mrs. Park, che sente il senso di punizione costante nei suoi riguardi: desidera diventare madre, ma soffre di infertilità e non riesce a rimanere incinta.

Sia Yu-mi che la sua insegnate Hee-yeon sono costrette a far fronte alle proprie punizioni, devono espiare le proprie colpe da donne dovendo prendere delle decisioni difficili e in poco tempo. Yu-mi vuole continuare a studiare, qualcuno sottovoce le consiglia di procedere con “l’operazione” – la parola aborto non viene mai dichiarata in maniera esplicita all’interno del film – ma non ha i soldi necessari per realizzarla. Hee-yeon vorrebbe aiutarla, una parte di lei compatisce il dolore della studentessa, ma non può fare altro che cacciarla da scuola, deve seguire la prassi ed essere l’educatore responsabile, voluto dallo statuto coreano. 

Da Juno a My Best, Your Least la gravidanza teen al cinema

Yu-mi e Hee-yeon non potrebbero essere più differenti tra loro: insegnante e studentessa patiscono il senso della gravidanza in maniera diversa e complessa. Entrambe si fanno portavoce di una femminilità, e quindi una maternità, unica a suo modo. Eppure nelle loro differenze trovano il miglior sostegno. My Best Your Least, mette in scena un delicato dramma coreano in cui le condizioni avverse della donna si fanno vivide e ruggenti. Un film di denuncia, seppur si tratta di una denuncia leggera e quieta, che vuole far luce sulla “donna coreana” ma che in realtà riflette la condizione della donna moderna nel resto del mondo. 

Il tema portante di My Best, Your Least non è tanto l’essere madri, ma piuttosto essere una donna gravida o non gravida e tutte le conseguenze fisiche e psicologiche che la gravidanza in sé comporta. La gravidanza in età adolescenziale è un elemento già visto al cinema. Il dramma del diventare madri quando si è ancora molto giovani ha interessato già diversi registi e registe, caso eclatante il film Juno con Elliot Page che ha messo sullo schermo per la prima volta un’adolescente incinta responsabile e caparbia, tanto da rendere il film un cult tra i giovani. La regista coreana Kim Hyun-jung, qui al suo primo lungometraggio, trasporta la macchina da presa dalla cultura occidentale a quella orientale, sudcoreana in particolare, dove è ancora molto più pressante la presenza patriarcale.

Torino Film fest

La rigidità delle regole del Paese, la rabbia e il senso di vergogna che condannano Yu-mi ad abbandonare gli studi, vanno in contrasto con la regia del film delicata e lenta. Rimarcando invece un cinema coreano dove sono più importanti gli sguardi che la retorica di parole, per quanto in My Best, Your Least a volte sia anche eccessiva e ripetitiva.

Il rapporto empatico che si sviluppa tra insegnante e alunna, è un rapporto in fieri durante tutto il processo del film. Sono due donne e due madri in fieri, vittime di un sistema di odio sociale che ha una forte presa emotiva su entrambe. Il pensiero tradizionalista e quello più avanguardista, quasi femminista, si intrecciano in questo lungo dramma coreano indipendente che rivela una lunga serie di tabù presenti nel Paese, che spesso invece offuscati dal successo pop di cinema e musica.

Guarda il trailer del film My Best, Your Least

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *