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Long Live Evil, la recensione del romanzo di Sarah Rees Brennar

Long Live Evil, la recensione del romanzo di Sarah Rees Brennar

Pubblicato il 30 agosto 2024 dalla Orbit, per il mercato editoriale estero non c’è alcun dubbio: Long Live Evil è già un bestseller. Con questo primo volume della serie Time of Iron, l’autrice irlandese Sarah Rees Brennan pone le basi per una storia avvincente, emozionante ed esilarante, che vede come protagonisti i cattivi. Sorellastre perfide, serve traditrici, cospiratori eccentrici e assassini temibili: sono questi gli antagonisti di Long Live Evil, e hanno fame di rivalsa (e vendetta). Un’avventura epica e travolgente, che tuttavia al suo interno nasconde temi delicati e di grande attualità. Sareste disposti a entrare nel vostro libro preferito pur di avere salva la vita? Anche se ciò comportasse essere il cattivo, e non l’eroe?

People say, I’ll give anything. The universe listens. But the universe doesn’t listen when you say, Wait, not that.

Long Live Evil, Sarah Rees Brennan

Disclaimer: Il libro non è stato ancora tradotto in italiano. La traduzione di alcuni nomi o titoli onorifici potrebbero non coincidere con quelli di un’eventuale pubblicazione ufficiale. Accanto a suddetti nomi, dunque, verrà riportato quello in lingua originale. 

Long Live Evil: una storia per chi si innamora sempre dei cattivi

Reading a book was like meeting someone for the first time. You didn’t know in you will love the more hate them enough to learn every detail, or skim the surface never to know their dephts.

Long Live Evil, Sarah Rees Brennan

Quando tutta la sua vita è crollata, Rae aveva ancora i libri. Sfiancata dalla malattia, l’unica soluzione per rallegrare le sue giornate in ospedale è quella di raccontare storie alla sua amata sorellina, Alice. In punto di morte, a Rae viene offerta una seconda possibilità di vivere: un patto magico che le permette di entrare nel mondo della sua serie fantasy preferita. Si risveglia in un castello sul bordo di un abisso infernale, in un regno sull’orlo della guerra. È la dimora di mostri pericolosi, cortigiani astuti, intrighi e del suo personaggio preferito: l’Imperatore Eterno. Lui è incredibilmente affascinante, come solo i personaggi di finzione possono essere. E in questo mondo fantastico, Rae scopre di non essere l’eroina, ma l’antagonista della storia dell’Imperatore. Va bene così. I cattivi sono meglio vestiti e le loro battute sono più pungenti, anche se sono destinati a finire male.

Rae riunisce sotto la sua guida malvagia gli antagonisti più disparati della storia, complottando per cambiare il loro destino. Ma una minaccia si cela nell’ombra: con l’aumento del numero delle vittime e la crescente furia dell’Imperatore, sembra che Rae e i suoi alleati potrebbero non sopravvivere fino all’ultima pagina.

R&R: Rae e Rahella, un alter ego su cui scommettere la propria vita

Anybody could say they loved you. When the time came to prove it, most failed.

Long Live Evil, Sarah Rees Brennan

Rae è malata di cancro. Ha vent’anni e i medici dicono che non vedrà i ventuno. Prima di finire su un letto d’ospedale, era una cheerleader e aveva degli amici: adesso, con la malattia che la consuma, ha perso i capelli e le forze, e le persone che dicevano di volerle bene l’hanno abbandonata. Ha solo sua sorella e il libro Time of Iron a tenerle compagnia. Nel frattempo, i giorni passano e Rae sa di star morendo. Quindi, quando una misteriosa donna si presenta nella sua stanza e le propone un accordo, non ci pensa due volte ad accettarlo, poco importa quanto assurdo le sembri. Deve solo entrare nella sua serie fantasy preferita e rubare il leggendario Fiore della Vita e della Morte (Flower of Life and Death). Se per farlo deve calarsi nei panni della Bellezza Insanguinata (the Beauty Dipped in Blood), ben venga. 

Ed è proprio quello che fa: Rae abbraccia con entusiasmo la sua nuova vita da malvagia. Assumendo l’identità di Lady Rahella, si crogiola nelle fantasie e negli eccessi che il suo status da favorita del principe le concede. Ebbra di vita, si concede di affacciarsi a scenari che, nel suo mondo, non aveva potuto considerare. Si riscopre una seduttrice e un’abile manipolatrice, gioca con chi le sta attorno come uno scacchista con le sue pedine. Non pensa che le sue azioni abbiano delle conseguenze concrete nel Reame di Eyam. E perché dovrebbero? In fin dei conti, è un luogo fittizio e i suoi abitanti non sono reali; sono solo personaggi. Eppure, per quanto si sforzi di calzare le vesti insanguinate della cattiva, Rae non può liberarsi della bontà che la contraddistingue. Nel suo mondo, è stata vittima delle ingiustizie altrui, sa cosa si prova a essere uno scarto della società.

Si chiede se, alla fine, per il suo alter ego Rahella sia facile essere una cattiva perché gli altri pensano che lo sia. Se sono le altre persone a scegliere per lei cosa essere, è una responsabilità in meno da prendere e un peso in meno da portarsi sulle spalle. Di pari passo, diventa difficile, se non impossibile, pensare di poter essere altro. Rae, però, sa di essere molto altro. Non cadrà nella trappola di chi vuole vederla perdere.

Rae è un personaggio complesso e con il quale è semplice empatizzare. Anche se si contraddistingue per la sua esuberanza e le sue macchinazioni, è inevitabile non scorgere tra le pieghe del suo personaggio l’esperienza personale di Sarah Rees Brennan. I passaggi in cui viene raccontata la malattia sono strazianti e non vengono edulcorati per far piacere al lettore. È giusto che sia così, soprattutto a fronte della speranza e della voglia di lottare di cui sono impregnate le pagine del libro e la storia di Rae.

VILLAINS, ASSEMBLE!

“Have you ever seen a more unlikely candidate for holiness than me!”

Long Live Evil, Sarah Rees Brennan

Uno degli aspetti più affascinanti di Long Live Evil è la sua found family. Sembra strano associare questo trope agli individui più spietati del Reame di Eyam, eppure è proprio questo il tipo di rapporto che si instaura fra Rahella e i suoi alleati. Nonostante all’inizio i cattivi siano legati l’uno all’altro dal semplice opportunismo, il loro rapporto si evolve e matura. Sfiducia e tradimenti sono il pane quotidiano per gli antagonisti, gente che ha imparato a contare esclusivamente sulle proprie forze e a non mostrare le proprie vulnerabilità: questo non significa che nel loro cuore non ci sia posto per la lealtà e il bisogno di appartenenza. Anche la speranza, per un cattivo, non sembra un’utopia così tanto lontana se, per raggiungerla, non è da solo. È in questo modo che Rae scopre la bellezza di avere accanto persone che morirebbero con e per lei.

In Long Live Evil, i villain di Sarah Rees Brennan sono caotici e un po’ tonti: hanno un saluto segreto, improvvisano musical e fronteggiano insieme i loro nemici. È impossibile non voler loro bene – e alcuni degli eroi sanno quanto sia vera questa affermazione.

Anche i personaggi secondari meritano un lieto fine

“People meet and create a new story between them, inventing love to believe in. Unless I have someone to care for, I’m barely a person, but you taught me to write. Tell me the sky is red and truth a lie. You can be the centre of the world and the meaning of the story. I will make every word you say true”.

Long Live Evil, Sarah Rees Brennan

Sebbene Rae sia la protagonista indiscussa di Long Live Evil, il romanzo è una storia corale, e come tale è costellata di personaggi e personalità variegati. Sarah Rees Brennan gestisce con maestria lo spazio dato ai personaggi secondari, quelli che non dovrebbero essere rilevanti per la trama e che, invece, lo sono. È vero che una storia viene retta dai suoi eroi e dai suoi cattivi, ma per quale ragione gli aiutanti non dovrebbero avere il loro posto sotto la luce dei riflettori?

È così che Key, una guardia che – prima dell’arrivo di Rae a Eyam e nella versione originale di Time of Iron – era tanto irrilevante da rendere dimenticabile persino il suo nome, si trasforma nel fedele braccio destro di Lady Rahella e svela di essere un abile assassino, temuto nelle parti più losche della città. A Emer, la dama di compagnia di Rahella, viene data un’introspezione profonda, che trasporta il lettore nella mente dell’irreprensibile Fanciulla di Ferro (the Iron Maiden). Il Cobra Dorato (the Golden Cobra), padrone di un bordello ed estimatore delle arti, mostra cosa si nasconde sotto la sua aria stravagante e la sua codardia.

Anche gli eroi vengono spogliati dell’aria di misticismo che li circonda. La buona Lady Lia, l’Ultima Speranza (The Last Hope), non è la damigella in pericolo che ha bisogno di essere protetta. Marius Valerius, il feroce generale che ha fatto giuramento di non impugnare mai più una spada e che per i fan di Time of Iron era uno degli angoli di un triangolo amoroso, non è così controllato come vuole far credere. È Octavianus, il principe a cui è stato predetto che sarà l’Imperatore Eterno (the Once and Forever Emperor), non è il sovrano benevolo di cui Rae era innamorata. 

Faber ipsius fortunae! Ognuno è artefice del proprio destino. Non è detto che la storia dei personaggi secondari sia legata a quella dei personaggi. Ne possono far parte, ma non solo come elementi passivi. Le loro vite influenzano quelle degli eroi e dei cattivi, e viceversa. È così che va la vita, anche tra le pagine di un libro.

Villain romance: che boccata d’aria fresca!

“I’m your number one fan”, said Marius.

Long Live Evil, Sarah Rees Brennan

Anche se il romance non è l’elemento portante della storia, è comunque presente e per alcuni personaggi è determinante. In Long Live Evil, Sarah Rees Brennan inserisce ed esplora l’amore attraverso le sue mille forme: c’è quello platonico, quello non corrisposto, quello incondizionato e puro, quello eccitante e nuovo, quello vissuto in segreto e quello professato come un nuovo credo, quello che ci mette un po’ a essere scoperto e quello che, a conti fatti, amore non è. Durante il corso del libro, è stato interessante vedere come questo sentimento venisse smascherato per rivelarsi idolatria o idealizzazione nei confronti di una persona sbagliata. Un esempio lo fornisce Rae, tanto accecata dall’amore per qualcuno che crede di conoscere da non accorgersi di essere di fronte a un mostro, fino a quando non si trova a fare i conti con la cruda realtà.

Al di là delle relazioni romantiche, la più significativa è quella tra sorelle. Rae ha la sua Alice, Rahella ha la sua Lia. Una volta assunto il ruolo di Bellezza Insaguinata, Rae passa dall’essere una sorella a una sorellastra. Ma c’è una cosa che il suo essere cattiva non può strapparle: l’enorme senso di protezione che prova nei confronti della sua sorellina. È tanto forte da resistere in qualsiasi universo e, a dirla tutta, è forse una delle qualità che permette a Rae/Rahella di cercare la redenzione – sebbene in modi abbastanza anticonvenzionali. Rae sogna di diventare una storia degna di essere raccontata, e spera che ad ascoltarla ci sia la sua Alice, la sua Lia.

Inaspettata — ma decisamente ben accolta — la presenza di personaggi e relazioni queer, che la Brennan è stata in grado di caratterizzare senza cadere in inutili stereotipi, con tatto e dolcezza.

Comunque, tutto si può dire ai cattivi tranne che pecchino d’originalità nelle loro dichiarazioni. Coltelli puntati alla gola, giuramenti fatti col sangue, massacri compiuti in nome del proprio amato… Chi ne ha, più ne metta!

Conclusione: lunga vita ai cattivi!

Who can resist the wicked?

Long Live Evil, Sarah Rees Brennan

Sarah Rees Brennan è riuscita egregiamente nell’intento di rendere i suoi antagonisti i veri eroi della storia. L’autrice ha dimostrato di possedere una notevole padronanza lessicale, qualità che le ha permesso di donare a tutti i suoi personaggi delle voci chiare e distinguibili. Cambiando il suo registro di capitolo in capitolo, è passata da un gergo più informale e carico di riferimenti alla pop culture per i POV di Rae, ai toni più solenni per i POV di Emer e Marius, entrambi cresciuti in un contesto cavalleresco.

“I was electrified to hear that when distressed, you call on the names of your lovers,” drawled the Cobra. “Jesus and Batman?”

Holy sacrilegious misunderstanding

Long Live Evil, Sarah Rees Brennan

Per chi ha una conoscenza avviata nel mondo dei fantasy, alcuni plot twist di Long Live Evil potrebbero sembrare prevedibili; tuttavia, ciò non va a minare la godibilità della lettura. Il romanzo della Brennan, abbattendo e reinventando gli stereotipi delle fiabe, costringe il lettore a riflettere su quanto sia labile il confine tra bene e male, su come i personaggi (e le persone) assumano delle sfaccettature diverse a seconda del punto da cui si sceglie di guardarli. Ogni personaggio è buono e cattivo al tempo stesso; non esistono assoluti. Altrimenti, cosa ci sarebbe d’interessante? Dopotutto, è possibile trovare una macchia su una perla o un tesoro nel fango. Forse è proprio per questo che i villain suscitano tanto fascino all’interno della Book Community. È innegabile che, talvolta, siano i personaggi più intriganti del libro e che la loro caratterizzazione sia la migliore. E allora, lunga vita ai cattivi!

La casa editrice italiana Mondadori, grazie alla realtà che si occupa di fantastico di Oscar Vault, ha annunciato sui suoi canali social che Long Live Evil è arrivato nelle sue mani e che molto probabilmente il romanzo arriverà nelle librerie tradotto in italiano nella primavera del 2025. Nel frattempo, però, considerate l’idea di inserirlo nella vostra wishlist. Chissà, magari anche voi vi innamorerete della Bellezza Insanguinata e dei suoi fidati scagnozzi!

Concludo ringraziando NetGalley per avermi fornito una copia del libro in cambio di una recensione onesta.

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