
La mappa dell’Altrove di Emily Wilde di Heather Fawcett, la recensione
La mappa dell’Altrove di Emily Wilde di Heather Fawcett è uscito in Italia il 25 marzo scorso nella collana Oscar Fantastica ed è il secondo capitolo della serie di successo L’enciclopedia delle fate di Emily Wilde. Dopo una lunga attesa, torniamo a immergerci nelle parole di Emily, studiosa di Driadologia dell’università di Cambridge, impegnata questa volta in una missione decisamente più impegnativa della scrittura di una enciclopedia delle fate.
Tra mondi fatati da esplorare, nuove specie da catalogare e un mistero da risolvere, questa serie è il perfetto mix tra cozy fantasy e light academia che gli amanti del fantasy a sfondo fiabesco non possono perdersi.
La mappa dell'Altrove di Emily Wilde: di cosa parla?
Emily Wilde è ormai diventata la più nota studiosa di Driadologia dell’università di Cambridge, e non solo. Il successo su scala internazionale è arrivato grazie alla sua enciclopedia delle fate, contenente preziose testimonianze sulle creature fatate raccolte anche grazie all’aiuto del professor Wendell Bambleby, con il quale ha una relazione e che in realtà è il legittimo erede al trono del regno dei Silva Lupi. Detronizzato dalla matrigna e in esilio da oltre quindici anni, Wendell è determinato a trovare la porta per il suo regno e riprendersi il trono. Non solo, Wendell vuole che Emily lo segua.

La nostra burbera studiosa è quindi impegnata in due progetti: la realizzazione di una mappa dei regni fatati e trovare la porta per il regno di Wendell. Questa ricerca porterà lei e Wendell, accompagnati dal professor Rose e da Ariadne, la nipote di Emily, sulle Alpi austriache. Qui, la studiosa Danielle De Grey scomparve anni addietro durante un’importante spedizione senza lasciare traccia di sé. De Grey aveva teorizzato l’esistenza di uno snodo, una porta che collegasse più mondi fatati. L’obiettivo di Emily è trovare lo snodo e con esso la porta per la Silva Lupi.
Sulle fredde montagne austriache Emily dovrà affrontare le conseguenze dell’avere una relazione con un essere fatato ma toccherà anche con mano ciò che molti studiosi prima di lei avevano soltanto ipotizzato, spingendosi oltre ogni sua immaginazione.
La sindrome del libro di mezzo
Il genere fantasy ha una caratteristica intrinseca, una sorta di maledizione che tutti i lettori si aspettano di riscontrare a un certo punto: il secondo volume di una saga è e sarà sempre il più fragile.
La mappa dell’Altrove di Emily Wilde, purtroppo, non fa eccezione, perdendosi qua e là nel tentativo di svolgere al meglio il gravoso compito di portare avanti ciò che è stato introdotto nel primo libro e allo stesso tempo gettare basi solide per il volume successivo.
Forse, la pecca più grande di questo libro sono le relazioni tra i personaggi e i personaggi stessi. Il professor Rose e Ariadne, per esempio, che dovrebbero fare da spalla ai protagonisti, finiscono per essere delle macchiette di contorno, utili a qualche siparietto divertente ma di fatto insignificanti ai fini della trama. Il professor Rose riesce più che altro a personificare la vecchia scuola di driadologi, profondamente legati ai vecchi metodi di studio e diffidenti nei confronti di approcci più innovativi, ma che inciampano nell’ipocrisia più totale nei momenti di difficoltà quando si vedono costretti a servirsi di strumenti e approcci che cinque minuti prima avevano duramente criticato.
Ariadne, invece, non si riesce proprio a collocarla. È una ragazza molto solare, una studentessa brillante e devota alla zia che ammira fortemente, ma allo stesso tempo non si percepisce il suo interesse per la driadologia quanto invece dovrebbe essere. L’autrice la sfrutta più che altro per smussare il carattere burbero di Emily e permetterle di sviluppare la sua caratterizzazione.
«Mi piace il modo in cui parli. E mi piace anche tutto il resto di te. Non è chiaro ormai?»
«Em, se mi uccideranno, ti do il permesso di scriverci un saggio. So che per te sarà un’impresa molto più che soddisfacente.»
La mappa dell’Altrove di Emily Wilde, Hether Fawcett
Un’altra nota dolente è la relazione tra Emily e Wendell, che personalmente ritengo avrebbe meritato più spazio. Va bene che stiamo vivendo un periodo editoriale che pretende quasi di ingigantire la componente romance dei libri, ma forse il lettore non apprezzerebbe nemmeno una sua versione eccessivamente ridimensionata e appiattita. Emily e Wendell sono personaggi estremamente affascinanti perché sono completamente diversi e alle loro differenze caratteriali si aggiunge il fatto che lei è una mortale e lui una fata di corte, addirittura legittimo erede a un trono. Le difficoltà nell’avere una relazione sono ovvie e nel libro si sarebbero dovute percepire di più.
Mi sento però di spezzare una lancia in favore dell’autrice: i momenti dedicati a loro due soltanto sono estremamente soddisfacenti e infusi di una dolcezza che riesce comunque a scaldarti il cuore.
Mi ha scostato una ciocca ribelle dalla fronte, sistemandola dietro l’orecchio con una delle sue lunghe dita. Ho sentito i brividi del suo tocco per un po’ di tempo.
«Questo sarebbe il momento che rivivrei io.»
La mappa dell’Altrove di Emily Wilde, Hether Fawcett
La bellezza dei mondi fatati
Grandi protagoniste di questo libro, invece, sono le creature fatate come Shadow, il Gramo fedele compagno di avventure di Emily, la fata volpina Snowbell, Poe (che abbiamo conosciuto già nel primo libro), i fauni e Orga, la micia di Wendell.
Estremamente affascinanti anche i mondi fatati in cui i personaggi si muovono, che conosciamo attraverso descrizioni magiche e suggestive. La Silva Lupi, in particolare, è quella a cui viene dedicata più attenzione e l’autrice riesce a dare la sensazione di stare camminando insieme a Emily nel suo viaggio nel regno di Wendell.
Quando sarò tornata nel mondo morale e vedrò le cose con una certa distanza, le parole mi verranno più facili. Per adesso, per restare sana di mente, lasciate che mi concentri invece sul tappeto di campanule nella foresta; sui nebulosi raggi del sole che si infiltrano tra le nuvole, offuscando i bordi delle cose e trasformando il mondo in un acquerello. Sugli occasionali luccichii d’argento dalla cima degli alberi.
La mappa dell’Altrove di Emily Wilde, Hether Fawcett
Infine, il punto forte del libro, al di là della trama, è sicuramente la scrittura di Heather Fawcett. L’autrice riesce benissimo a dare l’impressione di star leggendo il diario di spedizione di una studiosa, con note a piè di pagina e riferimenti bibliografici che Emily appunta direttamente nel suo “quaderno”.
La serietà di Emily è perfettamente controbilanciata da battibecchi esilaranti con Wendell, da mantelli e sciarpe incantate e da avventure rocambolesche.
Hybris e sete di conoscenza
Grazie alle storylines di Danielle De Grey e del professor Eichorn, anche lui intrappolato da anni nel mondo delle fate come De Grey prima di lui, La mappa dell’Altrove di Emily Wilde riflette sul peccato di hybris di cui spesso si macchiano gli studiosi di Driadologia. Pur di soddisfare la loro sete di conoscenza, a volte non riescono a percepire quali confini non devono essere oltrepassati e si perdono, a volte rimanendo intrappolati nell’Altrove fino a dimenticare se stessi e la strada di ritorno, vittime inconsapevoli delle burle degli esseri fatati che si dilettano a tormentarli. È un peccato di cui si macchia anche la matrigna di Wendell, che scopriremo essere una donna mortale che, spinta dalla sua ambizione e dalla sua condizione di superiorità rispetto agli esseri fatati, alla fine soccombe battuta in astuzia da Emily.
Una riflessione che ho trovato molto affascinante, soprattutto perché ha conferito alla storia un carattere mistery, quasi sovrannaturale per certi versi, salvandola da quell’assenza di azione che era stata una problematica chiara del primo volume.
In breve: una lettura approvata!
Al di là di tutte le imperfezioni che un libro può presentare, alla fine della fiera ciò che conta è ciò che la lettura ti lascia e Le mappe dell’Altrove di Emily Wilde lascia chi legge proprio con il desiderio di mollare la tua vita, prepararti la valigia e partire per un villaggio sperduto alla ricerca di porte incantate.
Se non avete ancora letto L’enciclopedia delle fate di Emily Wilde, quindi, non vi rimane altro che recuperarlo perché se siete amanti del cottagecore questa serie vi aspetta in libreria con ben due volumi e un terzo che non tarderà ad arrivare.