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Il tempio di fortuna: il capitolo finale della serie di Elodie Harper

Il tempio di fortuna: il capitolo finale della serie di Elodie Harper

Con l’uscita il 30 agosto scorso di Il tempio di fortuna, pubblicato da Fazi Editore nella storica collana Le Strade, Elodie Harper porta a conclusione la trilogia che vede come protagoniste indiscusse le lupe di PompeiPrima della terribile eruzione del Vesuvio che nel 79 d.C distrusse la città, Pompei era la città dell’amore libero. La prostituzione non era un crimine e i lupanari erano numerosi, tuttavia gli schiavi e le schiave che la praticavano vivevano in una condizione di emarginazione sociale che portava con sé una macchia indelebile. Nella trilogia di Elodie Harper, a fare da protagonista è proprio una delle lupe di Pompei, Amara. Il tempio di fortuna rappresenta l’apice del viaggio di Amara verso la tanto agognata libertà.

La trama: allerta spoiler per chi non ha letto i primi due libri!

Roma, 79 d.C. Amara vive alla corte imperiale insieme al suo patrono Demetrio. Grazie alla sua protezione, è riuscita a lasciarsi alle spalle Pompei e il lupanare dov’è cresciuta e ora vive come una potente cortigiana. Lasciando Pompei, tuttavia, ha dovuto lasciare anche Rufina, sua figlia, che ora cresce senza di lei. La lontananza dalla figlia la fa soffrire enormemente, ma Amara è consapevole che è necessario proteggere la bambina da Felicio, il suo ex padrone e proprietario del lupanare in cui era costretta a lavorare, che ancora la tormenta. L’unica cosa che riesce a consolarla è il pensiero che Rufina non conoscerà mai la violenza e la povertà che invece hanno segnato per sempre Amara.

Presto, tuttavia, gli intrighi politici portati avanti da Demetrio ai danni di Domiziano, fratello del nuovo imperatore, e l’esigenza di trascorrere del tempo con la figlia riporteranno Amara a Pompei per l’ultima voltaIl passato continua a perseguitarla, nonostante i suoi sforzi per lasciarselo alle spalle, e sullo sfondo c’è il Vesuvio, sempre più irrequieto. I terremoti si fanno sempre più violenti e gli abitanti di Pompei si chiedono se l’irrequietezza del vulcano sia presagio di eventi nefasti.

Una dea dai molteplici volti: a Roma la Fortuna era donna

“Fortuna gira la sua ruota solo per chi ha il coraggio di salirvi.”

Il tempio di fortuna, Elodie Harper

Quelli tracciati da Elodie Harper in questa trilogia sono i confini di un mondo dove le donne, che prima erano costrette a guardare ai suoi margini, ne diventano invece protagoniste indiscusse. Quello tratteggiato dall’autrice è un mondo in cui la sorellanza, quel filo invisibile che lega le donne attraverso le privazioni e il dolore subito, impera. E in quest’ultimo libro a sorvegliare le donne è la dea Fortuna, una delle divinità più antiche e rispettate del Pantheon romano. Signora del Caso e del Destino, Fortuna era una dea dai molteplici volti, diventata soprattutto protettrice delle donne, delle novelle spose e delle verginiLa presenza imponente della dea domina tutto il libro e conferma quanto l’autrice abbia voluto sottolineare la rilettura di questa storia in una chiave squisitamente e dichiaratamente femminista.

L'epilogo di Elodie Harper non delude le aspettative

Prima di addentrarmi nella recensione di questo libro, ci tenevo a ringraziare Fazi Editore per avermi dato la possibilità di leggerlo in super anteprima e di avermi omaggiato della copia cartacea. Attendevo questo libro con tanta ansia e preoccupazione, un po’ intimorita che potessero deludermi proprio le ultime battute di questa appassionante e, non nego anche incredibilmente sofferta, storia. Invece, Il tempio di fortuna si conferma un epilogo eccezionale, la ciliegina sulla torta di una serie che esplora un pezzo della nostra storia che ha ancora tanto da rivelare, persino sul piano archeologico. 

Il mondo dei retelling è oggi molto vasto e si concentra per lo più sulla storia e sulla mitologia greca, lasciando quella romana dietro le quinte. Elodie Harper, invece, drappeggia con estrema dovizia dei particolari le scene della vita quotidiana e pubblica della Roma del I secolo d.C. Nei primi due libri, l’autrice aveva dato vita nel modo più vivido possibile a quella che era la dura realtà della vita a Pompei, con la sua depravazione, la povertà dilagante e la violenza che serpeggiava soprattutto nel mondo femminile. In Il tempio di fortuna a tutto questo si contrappone la sfavillante ricchezza di Roma, le magnifiche processioni, i templi e lo sfarzo di una vita che a Pompei non si riusciva nemmeno ad immaginare, seppur non meno violenta. Lo stile di Elodie Harper è diretto e senza fronzoli, eternamente sincero senza mai scivolare nella spettacolarizzazione della violenza e del trauma.

In questo capitolo conclusivo, l’autrice scava profondamente dentro il personaggio di AmaraAmara che è nata libera in un’altra terra, con un altro nome, protetta da una condizione sociale completamente diversa. Amara è una donna che poi ha perso tutto ed è stata gettata tra le lupe di Pompei, fino a diventare forse la più significativa rappresentante del loro dolore. È una donna che è dovuta scendere a patti con la vita da cortigiana, per poi assaporare anche la vita di liberta e donna di corte. Amara ha sofferto ma ha anche gioito, ha amato ed è diventata madre di una figlia adorata. E nonostante la libertà alla fine l’abbia dovuta ottenere indossando per un’ultima volta i panni della lupa, il finale è un finale che chiude perfettamente il cerchio, con le fiamme che divorano Pompei mentre Amara reinventa nuovamente se stessa lontano dalla pioggia di cenere e distruzione.

Nonostante questa trilogia sia spesso associata al retelling letterario, ma si inserisca in realtà in maniera più appropriata nel contesto della narrativa storica, riesce a incontrare a metà strada anche i lettori più accaniti di entrambi i generi. Se quindi non avete ancora letto i primi due volumi, Le lupe di Pompei La casa dalla porta dorata, il nostro consiglio è quello di recuperarli e lasciarvi emozionare da una serie appassionante che dà nuova luce a un pezzo importantissimo della nostra storia.

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