Il fiume incantato: la nuova serie fantasy romance di Rebecca Ross
Dopo il successo ottenuto dalla dilogia Divini Rivali, non potevamo che essere ansiosi di leggere qualcos’altro che fosse frutto della penna di Rebecca Ross, ormai l’autrice di fantasy romance più venduta del New York Times per i giovani lettori, ma apprezzata anche dal pubblico più adulto. Si definisce “una drogata di caffè con una passione per le macchine da scrivere d’epoca, i vecchi francobolli e tutto ciò che è scritto a mano” e, contro le sue stesse previsioni, i suoi libri sono stati pubblicati in tredici lingue, raggiungendo i lettori di tutto il mondo.
Lo scorso 8 ottobre è uscito in Italia per Fazi Editore, nella collana Lainya, Il fiume incantato, che apre la strada per una nuova appassionante serie. Il paesaggio dell’isola di Cadence, che ricorda le brughiere e le scogliere a picco della Scozia, fa da sfondo a magie, antichi dissapori tra clan rivali e la misteriosa sparizione delle bambine dell’isola.
Il fiume incantato: di cosa parla?
«Sono soltanto una strofa ispirata dal tuo ritornello, e ti seguirò fino alla fine, quando l’isola prenderà le mie ossa e il mio nome non sarà altro che un ricordo su una lapide accanto alla tua»
Il fiume incantato, Rebecca Ross
Nell’isola di Cadence le storie, le notizie, i nomi dei propri cari e i segreti sono diffusi dal vento. Una donna sa tessere scialli resistenti come armature e le daghe incantate sono rare, dotate di poteri straordinari. Da tantissimo tempo, però, Cadence è spaccata a metà dagli antichi dissapori che hanno diviso anche il suo popolo. Ora l’isola è divisa dal confine dei clan: l’Est è in mano ai Tamerlaine, l’Ovest ai Breccan. Sono passati dieci anni da quando Jack Tamerlaine ha lasciato Cadence per la promessa di una vita fatta di musica sul Continente, ma ora viene richiamato nella sua terra da Adaira, Erede dell’Est. La misteriosa scomparsa di alcune bambine del clan richiede più di una semplice squadra di ricerca e Adaira sa di dover chiedere l’aiuto degli spiriti che governano l’isola. Ma solo un bardo può richiamarli con la sua musica e Jack non ha molto tempo per ritrovare le bambine. Nonostante i litigi di quando erano bambini e il rancore alimentato dalla lontananza e dal tempo, Adira e Jack imparano a conoscersi come se fosse la prima volta e insieme camminano mano nella mano verso un sentiero costellato da più segreti di quelli che si sarebbero mai immaginati.
Riferimenti folkloristici: il Piccolo Popolo e gli spiriti della natura
La Scozia è un luogo ricco di miti e leggende, che l’autrice molto abilmente rielabora per creare un immaginario tutto suo. Numerose sono le leggende riguardo a mostri che vivono nelle profondità delle acque, dolci o salate, e in Il fiume incantato non mancano i riferimenti anche a queste creature, che rendono le acque che circondano Cadence terribilmente pericolose. Ross rielabora soprattutto uno dei protagonisti della mitologia di molti paesi europei: il changeling, creatura fantastica molto temuta e diffusa. Queste creature, secondo le leggende, erano attratte dalla bellezza dei bambini umani tanto da scambiarli con i loro, spesso malati e deformi, con l’intenzione di crescere i bambini umani nel loro mondo.
Nel libro di Rebecca Ross, il rapimento delle bambine dell’Est invece viene attribuito agli spiriti della natura, che governano le terre di Cadence e che il popolo sta facendo adirare con la sua fede vacillante. Gli spiriti sono presenze costanti in questa serie, quasi dei veri e propri personaggi, come nel caso della moglie defunta di Torin che tenta di proteggere Sidra e Maisie mettendole in guardia dal pericolo, oppure come nel caso degli spiriti richiamati dalle melodie dell’arpa di Jack.
Una storia di magia, segreti e ricerca della propria identità
«Un tempo pensavo che “casa” fosse soltanto un luogo. Quatto pareti per tenerti al sicuro di notte mentre dormi. Ma mi sbagliavo. La casa sono le persone. Significa stare con chi ami, e forse anche con chi detesti.»
Il fiume incantato, Rebecca Ross
Il fiume incantato non è un semplice fantasy, ma va a pizzicare tante corde. È così che in pentola vanno a sobbollire il mistery, il viaggio di formazione, l’avventura e il folklore, dando vita a un mondo fantastico che cattura il lettore senza ricevuta di ritorno. Rispetto a Divini Rivali, in questo libro la componente fantasy è molto più marcata e trova le sue radici nel folklore scozzese. Cadence, quest’isola magica in cui il tempo sembra essersi fermato, è permeata di magia e governata dagli spiriti dell’acqua, del vento, del fuoco e della terra. Troviamo riferimenti al rapimento e allo scambio dei bambini per opera degli spiriti e tutto indica che la magia a Cadence sia una forza reale, antica e potente, e non per forza benefica. È proprio sugli spiriti che cadono i primi sospetti quando la prima delle bambine dell’Est scompare, a dimostrazione di quanto anche la fede degli uomini dell’Est stia vacillando.
La rivalità tra i clan hanno diviso il popolo e la terra, spaccandola a metà. Laddove l’Est prospera, l’Ovest muore di fame e si nutre di rancore. Le bambine dell’Est stanno scomparendo e solo gli spiriti, che odono e vedono tutto, hanno le risposte. Ma gli spiriti rispondono solo alle melodie di un bardo, ed è per questo che Jack è indispensabile. Jack, che non ha mai conosciuto l’identità di suo padre. Jack che non ha mai sentito di appartenere a nessun posto, nemmeno al Continente, dove viene mandato senza troppi complimenti, con la promessa di una vita migliore. Quando torna a Cadence non si sente un uomo del Continente, ma non si sente nemmeno un uomo di Cadence. Sente però di nuovo i sussurri che viaggiano col vento, i rumori delle onde che si abbattono sulle scogliere, il tessuto incantato dei tartan filati della madre, il dolore fisico dei lavori nei campi e i sentimenti contrastanti nei confronti di Adaira, che pensava essere la sua nemesi. Jack e Adaira da nemici d’infanzia sono costretti a costruire un rapporto più profondo, basato sulla fiducia reciproca e sull’amicizia, prima ancora che sull’amore.
«[…] c’è un altro lato di me che crede che tu e io potremmo tirar fuori qualcosa di buono da questo rapporto. Che tu e io siamo complementari, fatti per scontrarci e affilarci l’un l’altro, come il ferro. Che tu e io resteremo legati da ciò che non ha nome e che scorre più profondo delle promesse, fino alla fine, quando l’isola accoglierà le mie ossa nella sua terra e il mio nome non sarà altro che un ricordo inciso su una lapide.»
Il fiume incantato tra mistery e romance
Quello di Jack e Adaira è un viaggio alla ricerca delle bambine dell’Est, ma è anche un viaggio alla scoperta di parti di se stessi che non avrebbero mai immaginato di conoscere. Un viaggio che metterà alla prova la loro fede e la loro forza d’animo, i loro principi morali e i loro limiti.
«No, si rese conto, non sarebbero stati sprecati. Perché sarebbe diventato Bardo dell’Est e quella torre della musica sarebbe diventata sua, e avrebbe potuto suonare canzoni per bambini come Frae e per adulti come Mirin. Di giorno sarebbe appartenuto al clan, cantando sotto i raggi del sole.
Di notte , però, quando le stelle ardevano in cielo, si sarebbe sdraiato accanto a Adaira e sarebbe stato completamente suo, e lei sarebbe stata sua.»
Il fiume incantato, Rebecca Ross
Affrontano il medesimo viaggio anche Sidra e Torin. Sidra, una giovane guaritrice che accetta di sposare Torin, capo della guardia del clan, e di fare da madre a Maisie. Torin è un uomo che fatica sa dimostrare affetto, chiuso nel dolore della perdita della madre di sua figlia, e che segue fedelmente l’interesse del clan, a costo di cedere al richiamo del sangue. Sidra non avrebbe mai pensato, lei che è votata a guarire i feriti, di innamorarsi di Torin, che con le sue mani invece impugna una spada e uccide i loro nemici. Il loro rapporto nasce col tempo, con i gesti familiari della quotidianità, le responsabilità comuni nel crescere una bambina e dalla consapevolezza di voler imparare a conoscersi.
Rebecca Ross con Il fiume incantato si dimostra abile anche a inserire la componente mistery, che ruota attorno alla sparizione delle bambine dell’Est. Sparizione che, almeno inizialmente, viene attribuita agli spiriti e ai sentimenti di vendetta che nutrono nei confronti degli uomini e della loro fede che vacilla sempre più pericolosamente. Il lettore si ritrova col fiato sospeso a più riprese, anche se non mancano alcuni momenti di stallo che “allungano un po’ il brodo”.
Lettura approvata!
Il fiume incantato ha alle spalle l’enorme successo ottenuto dalla dilogia Divini rivali, successo che comporta sempre tante aspettative per un lettore che si approccia ai lavori che vengono dopo, ma che in questo caso sono state ampiamente soddisfatte. Le atmosfere sono magicamente liriche, il mistery coinvolgente e l’elemento folkloristico estremamente affascinante va a braccetto con il fantasy, a cui si aggiunge poi il romance, un plus notevole in questa storia in cui sembra di camminare sfiorando con la mano i ciuffi d’erba della brughiera e sentire il rumore delle onde che si abbattono sulle scogliere a picco di Cadence. Se non siete stati ancora iniziati al culto di Rebecca Ross, la nostra redazione vi invita caldamente a lasciarvi prendere per mano per avventurarci insieme nel mondo incantato dei suoi libri. L’uscita di Il fiume incantato è sicuramente una buona occasione per unirvi a noi.