Godfall, la recensione
L’ultima perla pubblicata da Blu Atlantide si intitola Godfall ed è un romanzo in cui la fantascienza si intreccia con il thriller, trasportando il lettore in una realtà in cui la risposta alla domanda “siamo soli nell’universo?” cade letteralmente dal cielo. Van Jensen porta chi legge a riflettere sul concetto di identità, spingendo i suoi personaggi a fare i conti con i loro limiti, pregiudizi e credenze. Godfall è un mix di immaginazione e introspezione, una storia che ci ricorda quanto siamo piccoli nell’universo mentre esplora il lato oscuro dell’essere umano.
In Godfall i lillipuziani siamo noi
In Godfall tutto ha inizio con l’inquietante consapevolezza che il mondo potrebbe finire da un momento all’altro, causata dalla presenza di un meteorite in rotta di collisione con la Terra. In verità, tuttavia, non si tratta di un frammento di roccia spaziale ma bensì di una gigantesca forma di vita aliena. Imponente e incombente, avanza verso il pianeta con una lentezza inesorabile, trasformandosi da una vaga macchia nel cielo in una presenza sempre più definita, un dettaglio impossibile da ignorare, forse il presagio della fine di un’era.
Per l’umanità, questo evento è un brusco risveglio da una lunga illusione. Non solo la probabilità di essere soli nell’universo viene spazzata via in pochi istanti, ma ci si ritrova a fare i conti con una verità più crudele e più devastante: gli esseri umani non sono affatto speciali o potenti. Lontani dall’essere al centro del cosmo, l’umanità è piccola, insignificante, composta da esseri fragili e minuscoli in una vastità che ora si manifesta in tutta la sua opprimente superiorità. Gli uomini pensavano di essere i Gulliver dell’immaginazione letteraria, i viaggiatori intraprendenti che solcano i mari stellari per incontrare nuovi mondi e scoprire civiltà lontane. Quando in realtà siamo i lillipuziani. Non esploratori, ma esplorati. Non conquistatori, ma conquistati.
L’arrivo dell’alieno, che l’umanità chiama Gulliver, ribalta i ruoli in modo definitivo. Come lillipuziani, bisogna imparare non solo a comprendere questa presenza mastodontica, ma anche a sopravvivere alle implicazioni che porta con sé la sua esistenza. Gulliver, con la sua mole schiacciante, non è venuto con intenzioni amichevoli o ostili. È solo venuto, esistendo nella sua grandezza come un’enorme ombra sopra le vite degli esseri umani.
Noi vs. loro. Ma loro chi?
Il capovolgimento esistenziale portato da Gulliver trova il suo riflesso in scala nella cittadina di Little Spring, una comunità sperduta nel Nebraska, che si trasforma in un microcosmo compatto della grande mutazione del mondo intero. Un angolo che, per quanto insignificante prima dell’arrivo del gigante, diventa ora l’epicentro di un cambiamento irreversibile. Una noiosa campagna abitata da un pugno di anime diventa la meta turistica più gettonata di sempre. Little Spring, un tempo dimenticata, ora è l’unico posto che conta, e la sua popolarità cresce al ritmo frenetico della curiosità umana. Gulliver, immobile, non è più solo una forma aliena e incomprensibile: è diventato oggetto di desiderio, riflessione e terrore.
La microscopica comunità che si reggeva su vecchi equilibri familiari e non pochi favoritismi, viene inondata non solo dalla presenza opprimente di Gulliver ma anche dall’arrivo di turisti e curiosi, così come da una marea di nuovi abitanti. Si crea così una spaccatura profonda tra i “nativi” e gli “stranieri”, un conflitto che non riguarda solo la paura dell’altro, ma la paura di un cambiamento irreversibile. I “nativi” di Little Spring combattono contro la propria incapacità di ritrovare il mondo che avevano conosciuto, un mondo che non può più esistere da quando Gulliver è arrivato nella loro vita. In questo paesaggio di frustrazione e paura, la città si spacca, e nella crepa si insinua il fanatismo, l’odio, la tentazione di dare una risposta semplice a un mondo che non lo è mai stato. La setta dei Tony emerge come una tragica incarnazione della paura collettiva. In Gulliver vedono un nuovo dio sceso sulla Terra per portare pace all’umanità, conoscenze e una visione più illuminata della stessa esistenza umana.
Anum non è venuto per riempire il vuoto dentro di noi, fratelli e sorelle. Anum è venuto per costringerci a guardare dentro di noi. Per vederci come siamo. Per fare pace. Siamo nati rotti, e non saremo mai interi. Questa non è una tragedia, è la verità.
Godfall, Van Jensen
Per quanto le parole della setta nascano dal fanatismo, al loro interno nascondono un’accettazione della realtà più oscura e ineluttabile: l’umanità non è mai stata intera e mai lo sarà. Ogni tentativo di guarire il mondo è destinato a fallire, perché la rottura è troppo profonda, troppo radicata. Il vero orrore non risiede nel gigante che giace a terra, ma nella capacità umana di tradurre il proprio vuoto in violenza. Little Spring, di fatti, in un clima sempre più teso e caotico, si ritrova ad essere scenario di una serie di omicidi rituali perpetrati da un serial killer che pare colpire in modo tanto veloce e spietato quanto metodico. Il compito dello sceriffo David Blunt, protagonista indiretto del romanzo e dei fatti di Little Spring, diventa non solo indagare e cercare l’assassino, ma anche ristabilire un equilibrio che ogni giorno sembra sempre più difficile da trovare. Lo sceriffo si dimostra l’anello di congiunzione tra il vecchio e il nuovo, portatore di un nuovo messaggio di cooperazione alla cui base c’è la convivenza pacifica tra tutti gli abitanti della comunità. La sua figura è quasi quella di un eroe tragico, destinato a scontrarsi con la società e ad essere sconfitto. Gli omicidi, infatti, sono un segnale di qualcosa di più profondo e oscuro che si sta radicando a Little Spring. L’indagine di Blunt non riguarda solo i crimini che vengono commessi, ma il tentativo di comprendere come l’essere umano possa trasformarsi, sotto la pressione della paura e dell’ignoto, in qualcosa che è tanto più spaventoso di un gigante alieno.
Altri progetti per Godfall
Come annunciato dalla stessa casa editrice, il romanzo diventerà una serie tv diretta da Ron Howard, che ha diretto film come Il Grinch, Il codice da Vinci e Angeli e demoni. Pare che l’adattamento sia già entrato in produzione per debuttare prossimamente su Amazon Prime Video.