
Anima nera, la recensione
È in uscita oggi 11 aprile in Italia per Mercurio Anima Nera. Il nuovo thriller dalle tinte oniriche di Susan Barker è pronto a trascinarvi in un vortice di follia, violenza e doppelgänger. E se a tormentare le sfortunate vittime fosse la stessa persona, nel corso dei secoli?
Anima nera, anima antica: la trama del romanzo
Testimonianza 1 – Mariko.
Comincia tutto all’aeroporto internazionale di Kansai, vicino al gate del volo KL378 per Amsterdam.
Anima nera, Susan Barker.
Jake non è certo un detective quando inizia ad indagare, ad anni di distanza, sulla morte della sua migliore amica Lena. Anzi, la volontà di arrivare in fondo e scovare la verità nasce da un incontro casuale con una donna in aeroporto. Da quell’incontro salta fuori un fatto bizzarro: Lena non è stata l’unica a morire per un improvviso infarto dopo settimane di stranezze, e non è stata l’unica di cui si è scoperto, post mortem, che soffrisse di inversione degli organi. Situs Inversus: una malattia congenita che comporta il rovesciamento a specchio di tutti gli organi interni.
Peccato che la storia medica di nessuno di questi sfortunati avesse traccia di ciò. Jake rincorre queste bizzarre morti intorno al globo, attraversando diverse generazioni, fino a scoprire che quella a cui sta dando la caccia non è la verità, un vago concetto, ma una persona in carne ed ossa, l’anima nera che dà il titolo al libro, o nella versione originale, the old soul.

Ma questo non è un libro di vampiri, o creature del folklore dalla vita longeva. No, la nostra assassina è interamente umana e votata a un culto oscuro e solitario. Venere, stella del mattino, unica cosa che illumina la sua esistenza sfuggente, mentre tutto intorno a lei marcisce nell’oscurità.
Anima nera intreccia due diverse linee temporali. La prima, segue Jake nella sua corsa intorno al mondo nel raccogliere le testimonianze degli affetti più vicini delle persone misteriosamente venute a mancare per,”arresto cardiaco”. La seconda vede il lettore spaesato nel mezzo delle Male Terre, dove da vicino può ammirare, nel terrore più assoluto che solo chi viene rilegato a ruolo di inerme spettatore può conoscere, gli ultimi giorni di quella che sarà la prossima vittima di questo male, così umano e allo stesso tempo così ancestrale. Verso la fine, le due linee temporali del racconto saranno destinate a confluire in un unico, inaspettato, finale.
Un libro difficile da ridurre a un unico genere
E: A volte sogno di essere lì. Di camminare verso il tramonto alla velocità lenta con cui gira Venere, così il sole non sparisce mai. Continua a tramontar per sempre.
Ho avuto un brivido e mi sono stretta più forte il lenzuolo addosso.
T: Chissà che solitudine.
Venere brillava al confine più basso del cielo fosco e rigato di viola.
E: No. Non è così.
Anima nera, Susan Barker.
In apertura ho parlato di thriller, ma Anima nera è una lettura molto più complessa, che rifugge un unico genere. Come la sua protagonista, è mutevole, sfuggente, ammaliante. Ha tutte le carte in regola per essere considerato un puro esponente del realismo magico, un viaggio onirico in cui la realtà e il sogno sono terribilmente confusi. Ha in sé spezzoni di diario, dove con la diaristica cambia il punto di vista presentato al lettore, immergendosi brevemente nell’Io protagonista, per poi essere strappato di nuovo alla terza persona. Una mosca invisibile sul muro della sofferenza altrui.
È sicuramente una scrittura sperimentale, ma il rischio ha avuto la sua perfetta resa: non è un’accozzaglia mista di elementi scollegati, ma un caleidoscopio dalle tinte dark che solo dalla giusta prospettiva rende un’immagine coerente. E il lettore viene gentilmente preso per mano e accompagnato fino alla visione del quadro finale. Punto di forza è sicuramente il cambio frequente di prospettiva e ambientazione, tenuto insieme dal fil rouge della presenza di Jake, colui che dà voce ai veri protagonisti del romanzo.

Le tante facce di Anima nera
Saffico, onirico, trascendentale: Anima nera è un libro di perdita assoluta, un buco nero emozionale di una persona esistenzialmente sola e incomprensibile. Ma è anche un romanzo sulla resilienza umana. Di come fino alla fine l’istinto sia volto alla sopravvivenza, anche quando significa perdere tutto. E come gli animali in trappola, che si strappano a morsi l’arto pur di poter fuggire, anche i nostri protagonisti proveranno a scappare a quello che sembra un destino già scritto. Fino a quando non lo è più.
È un libro complesso e dai risvolti inaspettati, che insinua il terrore e il dubbio nel cuore del lettore, oltre che una curiosità viscerale per un culto luciferino. Una lettura sperimentale, per cui certamente bisogna essere pronti a violenza gratuita e descrizioni esplicite, che vengono però ammantate dal mistero della presenza femminile dal quale tutto deriva.