Bussola Letteraria: il romanzo storico
Quante volte sogniamo di visitare un’epoca diversa dalla nostra? Studiando la storia nei manuali scolastici, guardando al cinema film in costume, osservando antichi dipinti in un museo, la nostra mente viaggia lontana e si immagina come sarebbe passare una notte all’interno di un castello medievale, passeggiare tra la natura incontaminata dell’età della pietra, sorseggiare un cocktail in uno sfavillante salotto della Belle Epoque o assistere ad un intrico di corte a Versailles. Fortunatamente a venire in soccorso della nostra immaginazione, come al solito, ci sono i libri. Più nello specifico i romanzi storici, che grazie uno studio accurato riescono a rievocare epoche passate, facendocele avvertire come vicinissime.
L'età del romanzo storico: quando e perché nasce?
“Il romanzo storico è un componimento misto di storia e invenzione: comprende elementi reali la cui veridicità è testimoniata da studi e parte è, invece, inventata”. Questa la definizione che Alessandro Manzoni ci dà del romanzo storico, certamente un genere difficile da scrivere, poiché deve tener conto di tantissime prospettive e di dettagli narrativi che ce lo facciano identificare sia come opera prodotta dalla fantasia, sia come ricostruzione accurata di una determinata dinamica storica.
Il romanzo storico nasce con l’avvento del Romanticismo, nell’Ottocento europeo, quando la riscoperta del passato irrompe nei salotti intellettuali. Periodo più gettonato è il Medioevo, riscoperto in una funzione nazionalista e patriottica: il Medioevo viene riconsiderato come momento storico di prima formazione delle Nazioni che avrebbero caratterizzato tutta l’epoca moderna. Nel secolo delle rivoluzioni questa ricerca delle proprie radici era fondamentale, così come si era rivelato fondamentale nel 1600 dare inizio ad un assemblaggio di letteratura nazionali che potessero contribuire alla formazione di Stati consolidati sia sotto il punto di vista linguistico che culturale. Nell’epoca romantica, quindi, il periodo che più di tutti si fa protagonista del romanzo storico è quello medievale, ma non mancano esempi di romanzi ambientati nel 1600 o in momenti molto più vicini alla contemporaneità degli scrittori. Se dovessimo fare una piccola lista dei “capostipite” del romanzo storico, sicuramente i nomi da inserire sarebbero I promessi sposi di Alessandro Manzoni, Ivanhoe di Walter Scott, I carbonari della montagna di Giovanni Verga, Il rosso e il nero di Stendhal e Notre Dame de Paris di Victor Hugo.
Il romanzo storico, quindi, nasce come ricerca di un’identità comunitaria da ritrovare nel passato dei popoli. Il romanzo storico si è poi evoluto in moltissime forme, mischiandosi ad altri generi letterari e assumendo fini differenti: oggi si leggono e si scrivono romanzi storici per approfondire la politica di un’epoca, per riscoprire personaggi e personagge storici che la polvere del tempo ha seppellito, per comprendere alcuni meccanismi sociali che tutt’ora possono dirci qualcosa sulla nostra contemporaneità. Il romanzo storico si è unito al genere fantasy, alla saggistica, alla prospettiva femminista, rivalutando aspetti del nostro mondo e della nostra Storia che spesso non riusciamo a trovare nella semplice manualistica scolastica. Tutto ciò, inoltre, viene ammantato dal fascino irreversibile del passato: un luogo “altro” di cui mai riusciremo a svelare tutti i segreti ma da cui ci lasceremo sempre attrarre.
Qualche consiglio sul genere!
Partiamo con un grande classico scritto da uno degli scrittori più autorevoli del genere. Ken Follet ogni tot compare in libreria con dei mattoni con cui potremmo costruire una casa… ma se questa volta vorremmo costruire una cattedrale? I pilastri della terra partono proprio da questo progetto: la costruzione di una magnifica cattedrale. Siamo nell’anno del Signore 1135, nella cittadina inglese di Kingsbridge. Un uomo di nome Tom vaga nella foresta in compagnia della moglie incinta, senza un luogo dove andare o un lavoro con cui sfamare la sua famiglia. Quando la moglie di Tom morirà a causa del travaglio l’uomo sarà costretto a rivalutare la sua intera vita, ma non sarà solo: Ellen, una misteriosa donna, lo accoglierà come suo innamorato ed insieme daranno vita ad una successione di eventi che condurranno Tom a diventare capomastro del cantiere per la costruzione di una sontuosa cattedrale. Ma il pericolo è perennemente in agguato quando si vive in un’Inghilterra sabotata dall’anarchia e dalla guerra. Tra castelli, chiese in rovina, antagonisti spietati e amori passionali, Ken Follet costruisce un’epopea che non ha nulla da invidiare alle più grandi opere del Novecento. Già diventato pilastro della letteratura mondiale, I pilastri della terra è un romanzo storico che vi risucchierà nel suo vortice spietato di intrighi e epicità. Squisitamente avventuroso, profondamente politico, inequivocabilmente medievale.
Abbiamo accennato al connubio tra romanzo storico e femminismo: quando questi due elementi si vanno a scontrare è inevitabile trattare il periodo in cui in Europa ha dilagato il fenomeno della caccia alle streghe. In Vardø. Dopo la tempesta Kiran Millwood Hargrave rievoca i fatti realmente accaduti nella cittadina di Vardø, in Novergia, nel 1617. Tra le aspre terre norvegesi un villaggio di pescatori perde improvvisamente tutti i suoi uomini a causa di una tempesta. Le uniche a rimanere sulla terra ferma, vive, sono le donne: sorelle, mogli, madri dovranno unirsi per combattere il rigido inverno. Ma c’è un male più feroce della fame. Un male che si insinua nel cuore, che tradisce e uccide. Per la Chiesa è inammissibile che un gruppo di donne viva senza la presenza di uomini al loro fianco. Inammissibile che non ci siano uomini a comandare. A dettare legge. A punire. In un clima teso e rigido, le protagoniste di Vardø dovranno fare i conti con i loro morti, con il loro Dio e, infine, con loro stesse: scegliere di sottomettersi ad un sistema patriarcale che le vuole sul rogo o decidere di combattere per la loro libertà.
Vardø. Dopo la tempesta non è un libro perfetto, ma sicuramente ha tanti aspetti che lo rendono una lettura estremamente affascinante. Tocca temi profondissimi e lo fa, specialmente nella sua prima metà, con una scrittura forte e onirica, che sa esprimere formalmente l’atmosfera nordica e stralunata dell’ambientazione. Se amate gli ambienti gelidi della Norvegia, la durezza di una scrittura spietata e la lentezza di una narrazione sottile e piena di suspance, Vardø. Dopo la tempesta è il romanzo storico che fa al caso vostro.
Attenzione, perché qui ci troviamo di fronte ad un autentico capolavoro del genere! Cambiamo totalmente epoca, cambiamo totalmente scenario: siamo nella Georgia della prima metà dell’Ottocento, la giovane schiava nera Cora decide di tentare la fuga dalla piantagione di cotone in cui vive in condizioni disumane, e insieme all’amico Caesar comincia un arduo viaggio verso il Nord e la libertà. Colson Whitehead, autore premio Pulitzer per la narrativa, ci fa un regalo sofferto e travolgente con questo romanzo capace di trapassare gli occhi, l’anima del lettore, ricongiungendolo ad una realtà che non ha vissuto ma che non può fare a meno di respirare a pieni polmoni. La ferrovia sotterranea è un libro stratificato ed estremamente realistico, dove nulla lascia indifferenti. Più pungente di qualsiasi libro di Storia, ci fa addentrare nella terrificante realtà della schiavitù nera in America come se attraversare più di cento anni di storia fosse calar giù uno shottino di alcol etilico. La storia di Cora vi riverbererà nelle ossa e rimarrà lì, dentro di voi, senza mai andarsene. Un libro dotato di una schiacciante consapevolezza, un romanzo storico maturo, deciso a lasciare il segno. Un grido di denuncia passato che rispecchia tante ingiustizie presenti.
Passiamo di palo in frasca e incontriamo un romanzo storico che ha due particolarità: si mescola al genere fantasy e ha in sé due periodi storici differenti. Non sarò di certo la prima persona da cui avrete sentito nominare la saga di Outlander, successo mondiale sia letterario che televisivo, partorita dalla mente di Diana Gabaldon. La trama di Outlander (in particolare del primo volume, La straniera) si concentra sul personaggio di Claire, una donna che ha prestato servizio come infermiera di campo durante la Seconda Guerra Mondiale. Una volta finito il conflitto, può ricongiungersi a suo marito, Frank, ma il destino decide di dividerli di nuovo: durante un viaggio romantico in Scozia, Claire verrà attirata da un mistico cerchio di pietre sperso nella natura e, toccando uno dei monoliti, si ritroverà catapultata nella Scozia del 1700. Tra clan rivali, faide, travolgenti passioni e misteri da svelare, Claire ci guiderà in un viaggio incredibile nei paesaggi e nelle tradizioni di un mondo assestante, congelato in una dimensione quasi magica, dove avventura e pericolo la fanno da padroni.
Chiudiamo con un romanzo storico che tratta un periodo piuttosto vicino al nostro ma che, nonostante ciò, sembra anni luce distante. La storia di Stella si svolge infatti nel 1959. Lei è la bellissima moglie di un dottore che lavora presso un ospedale psichiatrico, in Inghilterra. Stella sembra possedere ogni cosa: un marito con un buon lavoro, un figlio dolce, una bella casa. Ma dentro di lei avverte una mancanza profonda, un vuoto che pare colmabile solo dalla presenza di Edgar, uno dei pazienti più pericolosi dell’ospedale in cui lavora il marito di Stella. Tra i due nascerà una passione terribile e travolgente che condurrà verso lidi inesplorati. Follia di Patrick McGrath riesce a catturare con una scrittura intensa e raffinata tutti i legacci di un periodo storico basato su una formalità decadente e su un’ipocrisia che odora di marcio. Stella è l’emblema della repressione femminile, così come i personaggi che le danzano intorno sono pedine di una scacchiera fittizia e borghese. Non riuscirete a staccare gli occhi dalle pagine di questo romanzo, che accanto alla sua connotazione storica ha anche un profondo ascendente psicologico.