OPINIONISTA
La visione di Octavia Butler: tra ribellione e nuove realtà

La visione di Octavia Butler: tra ribellione e nuove realtà

Tutto ciò che tocchi lo cambi. Tutto ciò che cambi ti cambia. L’unica verità duratura è il cambiamento.

Octavia Butler nasce a Pasadena nel 1947. Cresciuta in ristrettezze economiche
dalla madre vedova, che incoraggerà il suo sogno comprandole a 10 anni una
macchina da scrivere, e pagando un agente per valutare il lavoro della figlia, Octavia Butler diventerà una delle scrittrici di fantascienza più importanti del XX secolo. Ne parliamo oggi in questo nuovo episodio di Voci dalla Letteratura, la nostra rubrica interamente dedicata alle scrittrici e agli scrittori che hanno cambiato il modo di scrivere e di leggere: scopri l’episodio precedente cliccando qui.

Timidissima, è vittima di bullismo da parte dei coetanei e questo la spinge a
rifugiarsi fin da bambina nelle lettura, soprattutto di fantasy. Inizia a scrivere
fantascienza da adolescente, ma solo nei tardi anni ‘70 riesce a vivere di sola
scrittura
: fino a quel momento, dopo la laurea, svolge lavori part-time, che però le permettono di alzarsi nel cuore della notte per scrivere.
La pubblicazione in Italia delle sue opere, in controtendenza rispetto all’estero, dove è celebrata e riconosciuta come una delle più grandi scrittrici di fantascienza afroamericane, ha conosciuto fortune molto altalenanti: traduzioni confuse, passaggi di case editrici e cicli iniziati e mai conclusi, hanno reso difficile l’accesso al grande pubblico. Grazie al recupero della casa editrice Sur è stata possibile la ripubblicazione del suo romanzo autoconclusivo Legami di sangue e della raccolta La sera, il giorno e la notte. A luglio uscirà una nuova edizione de La parabola del seminatore, primo romanzo del Ciclo delle Parabole.

Octavia Butler, la voce dell'Afrofuturismo

Mark Deary coniò il termine “afrofuturismo” per descrivere la speculative fiction che tratta temi afroamericani e si occupa delle preoccupazioni afroamericane nel contesto della tecnocultura del XX secolo. In breve, una corrente culturale che immagina, in un possibile futuro, la cultura africana al centro. Octavia Butler,
appropriandosi delle forme della fantascienza, è riuscita a ridefinire un genere fino a quel momento dominato da autori maschi bianchi, e lo ha utilizzato per
rappresentare la propria prospettiva di donna afroamericana.

Seme Selvaggio, il primo romanzo di fantascienza ad ambientazione africana

Seme selvaggio racconta della relazione, attraverso i secoli, tra due immortali: Doro, che vive trasferendo la propria coscienza da un corpo all’altro, uccidendo il
precedente ospite, e Anyanwu, una mutaforma in grado di guarire le ferite e
rallentare l’invecchiamento. Il primo romanzo di Butler è anche uno dei primi
romanzi fantascientifici ad ambientazione africana
, con protagonisti africani: Doro e Anyanwu sono mutanti nati in tribù ben identificate. Il progetto eugenetico di Doro ha come obiettivo la creazione di una specie di super individui di origine africana, utilizzando un programma di incroci selezionati, e per farlo sfrutta il corpo e le abilità di Anyanwu.

Legami di sangue: un nuovo modo di raccontare lo schiavismo

In Legami di sangue Dana, scrittrice afroamericana, si ritrova catapultata dalla sua casa del 1976 in una piantagione schiavista di metà Ottocento, dove incontrerà i propri antenati: una ragazza nera libera, Alice, perseguitata e costretta al concubinaggio dal figlio del padrone della piantagione, Rufus. Il destino di Dana è strettamente legato a quello di Rufus, e si trova in una
situazione precaria, cercando di sopravvivere in un ambiente che storicamente
conosce, ma per le cui violenze e soprusi non è pronta. Dana nel presente abita con il proprio compagno in California, dove vive il loro essere una coppia mista con tranquillità, ma nel passato questo tipo di relazione era proibito dalla legge, praticato solo come forma di abuso dagli schiavisti.

Il significato di "comunità" nelle opere di Octavia Butler

Nel ciclo della Xenogenesi una guerra nucleare ha quasi annientato la specie umana e pochi individui sono stati salvati dalla specie aliena Oankali. Gli alieni hanno reso nuovamente abitabile il pianeta, e progettano di popolarlo attraverso una discendenza ottenuta con l’ibridazione con il genoma umano. Questo grazie alla caratteristica particolare degli Oankali di avere tre sessi, uno maschile, uno
femminile e uno definito ooloi in grado di modificare il patrimonio genetico.

Il racconto Figlio di sangue, contenuto nella raccolta La sera, il giorno e la notte, e vincitore del premio Hugo (1985), del premio Nebula (1984) e del premio Locus (1985) come migliore racconto, descrive come una razza di alieni insettoidi utilizzi i maschi umani come incubatrici per le proprie uova. La relazione simbiotica che si viene a creare è un ribaltamento del tradizionale concetto di riproduzione, con una gravidanza maschile di una progenie aliena.

Nel suo ultimo romanzo, La luce del sole, Octavia Butler esplora un nuovo tipo di
comunità: la protagonista Shiori appartiene alla stirpe degli Ina, ha 53 anni, ma dimostra l’aspetto di una bambina. La base della società degli Ina, una specie di vampiri, è la relazione simbiotica che si crea tra un Ina e il gruppo dei suoi famigli, con cui intrattiene rapporti amorosi e sessuali per nutrirsi. Si crea una comunità poliamorosa, con un Ina come partner principale e diversi simbionti, sia uomini che donne, che intrattengono relazioni sessuali anche tra loro.
Biogenetica, ibridazioni, mutazioni, simbiosi, mutazioni: Octavia Butler crea relazioni tra gruppi e individui completamente diversi, scavalcando i costrutti sociali tradizionali. Armandosi di inclusione e forme alternative di sessualità e relazioni interpersonali, l’autrice erode le gerarchie e crea nuove società.

Perché riscoprire Octavia Butler oggi?

Octavia Butler ha deciso di raccontare e attraversare tutti quei temi ancora oggi molto controversi: i diritti delle donne, il cambiamento climatico, il
fondamentalismo religioso e le possibilità dell’ingegneria genetica
. Nel suo percorso di autrice ha incontrato molti limiti; era una donna povera, afroamericana con un background familiare terribile, e ha deciso semplicemente di disattendere tutte le aspettative che la società le puntava contro come qualcosa di già scritto. Come lei stessa ha affermato: “Ho iniziato a scrivere a proposito del potere perché ne avevo così poco”. Scardinando i generi, muovendosi tra fantasy e fantascienza, avanti e indietro nel tempo ha creato nuovi futuri. Ed è questo il grande dono della fantascienza: creare infinite possibilità e infinite rappresentazioni.

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