OPINIONISTA
Bussola letteraria: guida alla letteratura per l’infanzia

Bussola letteraria: guida alla letteratura per l’infanzia

 La letteratura per l’infanzia è sicuramente il genere che più di tutti attraversa le epoche. Contiene un vasto insieme di opere e sottogeneri letterari e rappresenta uno dei settori più vitali del panorama letterario mondiale, che nasce con un’ambivalenza di fondo: parliamo di libri scritti da adulti per i bambini. Su questo straordinario, e spesso sottovalutato, mondo si concentra la Bussola letteraria di oggi.

Spesso si dice che nelle storie per ragazzi non dovrebbe esserci spazio per morte e dolore: non è saggio indugiare sul loro lato triste e buio. Eppure hanno anche un lato radioso e bello, e siccome neppure il bambino più piccolo, più amato e più protetto può sfuggire alla conoscenza del grande mistero, non è forse meglio insegnargli in modo semplice e sereno che l’affetto mitiga il dolore e che una vita felice può rendere la morte bella?

– Louisa May Alcott.

Nascita della letteratura per l’infanzia: una breve guida

La prima forma di letteratura per l’infanzia sono state, senza ombra di dubbio, le ninnananne e le storie della buonanotte, cantate o raccontate dalle madri e dalle balie ai più piccoli. Questo primo contatto dei bambini con le storie avviene quindi prima di tutto in forma oraleIl concetto di letteratura per l’infanzia nasce, infatti, parallelamente al concetto stesso di infanzia. Figura cardine fu quella di Jean Jacques Rousseau, che nel 1762 scrisse un testo pedagogico intitolato Emilio o dell’educazione, suddiviso in cinque volumi: prima infanzia, seconda infanzia, fanciullezza, adolescenza ed età adulta. Il suo più importante lascito è proprio quello di aver distinto l’uomo dal bambino.

A cavallo tra Seicento e Settecento si può inquadrare un altro importante cambiamento: il genere della fiaba smette di rivolgersi soltanto al pubblico adulto e inizia a parlare anche ai bambini. In questi anni, i bestsellers della letteratura per ragazzi sono ancora in realtà libri per adulti, come il Robinson Crusoe di Daniel De Foe, ma si inizia a stampare titoli specificatamente rivolti al pubblico dei più giovani. Celebre, nel 1744, la pubblicazione di Little Pretty Pocket-Book, il primo libro della serie Biblioteca giovanile, collana stampata a Londra da John Newbery, il quale ebbe l’intuizione di una collana a basso costo ma stampata su carta pregiata, illustrata da disegnatori e che, soprattutto, fosse indirizzata a un pubblico ben preciso: i bambini della borghesia londinese.

Saranno l’Ottocento e l’ondata romantica a dare un’ulteriore spinta al genere. In questo periodo in Italia si sente fortemente il bisogno di incentivare l’istruzione e la lettura e, almeno fino al secondo dopoguerra, questo settore risponderà soprattutto al bisogno di formare un’identità culturale. Ancora nel 1939 vigevano provvedimenti di censura conosciuti come “bonifica del libro”, che avevano come scopo quello di controllare i contenuti letterari con cui le giovani generazioni venivano a contatto.  A partire dal secondo dopoguerra, i libri cominceranno ad avvicinarsi a nuove tematiche come lo sport, il tempo libero, il divertimento e il contesto familiare. Il 1972 è un anno importante per la storia della letteratura per l’infanzia in Italia, perché apre la prima Biblioteca internazionale per Ragazzi a Genova e la prima Libreria dei Ragazzi a Milano. A partire da queste premesse, saranno sempre di più gli autori che si impegneranno nell’affrontare tematiche sociali mettendo sempre al centro il bambino, cioè il lettore, e non l’adulto, cioè la figura dell’educatore. Un grande lavoro di rinnovamento fu svolto anche dalle case editrici come la Emme di Rosellina Archinto e la EL di Orietta Fatucci, che introdussero in Italia albi illustrati del panorama letterario estero, aprendo il Paese a una letteratura più attenta alla psicologia dell’infanzia.

I primi nomi della storia della letteratura per l’infanzia

Sulla base di queste considerazioni storiche, è evidente che la storia di questo settore risulta piuttosto ramificata e sono stati tanti gli autori che hanno fatto da grandi protagonisti. Agli albori della letteratura per l’infanzia il racconto è stato sicuramente la forma narrativa più utilizzata per trasmettere le storie alle nuove generazioni. Famosi quelli dell’inglese A. A. Milne, che tra il 1924 e il 1927 pubblicò due raccolte di poesie, Quando eravamo molto giovani e Now we are six, molte delle quali avevano come protagonista il figlio, Christopher Robin, che diverrà poi famoso come personaggio delle avventure di Winnie The Pooh, l’orsetto goloso di miele che oggi fa parte della cultura pop.

Prima di Milne, i fratelli Jacob e Wilhelm Grimm, novellatori di origine tedesca, pubblicarono una raccolta di 210 racconti, raccolti poi in numerose altre edizioni con altrettanti titoli, e contenenti le più famose fiabe del folklore tedesco (Biancaneve, Rapunzel, Hansel e Gretel e Cenerentola vi dicono qualcosa?) rielaborate. La raccolta prese il nome di Le fiabe del focolare.

Dalla fiaba popolare al romanzo: la letteratura d'infanzia d'autore

Ma è nei romanzi che gli autori segneranno il successo di questo settore, pubblicando libri che sono entrati ormai nell’immaginario collettivo di grandi e piccoli. Quando pensiamo alla letteratura per l’infanzia, la mente di tutti corre a cento all’ora verso un titolo in particolare: Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, una storia senza tempo diventata un classico di questo settore ma che in realtà è una lettura ancora oggi perfetta sia per adulti che per bambini.

Se io avessi un mondo come piace a me, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com’è ! Ciò che è, non sarebbe e ciò che non è, sarebbe.

Il capolavoro di Lewis Carroll racconta il viaggio surreale e assurdo di Alice che, dopo essere precipitata nella tana del Bianconiglio, si ritrova nel magico Paese delle Meraviglie. Qui incontrerà tanti personaggi, dallo stravagante Cappellaio Matto alla perfida Regina di Cuori, diventerà prima grandissima e poi piccolissima, festeggerà il suo non-compleanno e verrà minacciata dalla Regina di Cuori. Le pagine scorrono veloci e toccano temi importanti, come il difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta, la costruzione dell’identità, la logica e l’assurdo.

Indimenticabile poi Il giardino segreto della scrittrice anglo-americana Frances Hodgson Burnett, nota anche per Il piccolo lord e La piccola principessa. Il giardino segreto, fu pubblicato dapprima a puntate, a partire dall’autunno 1910, sul periodico “The American Magazine”. Si tratta di un romanzo di formazione che vede come protagonisti due cugini, Mary e Colin, i quali affrontano un importante processo di maturazione prendendosi cura di un giardino segreto presente nella villa dello zio Archibald e che era stato chiuso dopo essere stato teatro di un grave incidente molti anni prima. Il romanzo tocca temi importanti come l’amicizia, la disabilità e la scoperta di sé con grande delicatezza, permettendo ai bambini di approcciarsi verso questi argomenti con gli strumenti che hanno a disposizione.

Soltanto in un secondo tempo Mary si sarebbe resa conto che era stata una cosa ridicola quanto tremenda. Era davvero ridicolo che i grandi fossero tanto spaventati da chiedere aiuto a una bambina solo perché credevano fosse cattiva quanto Colin.

Consacrato nell’immaginario collettivo dalla trasposizione cinematografica targata Walt Disney, il  Peter Pan di James Matthew Barrie. Peter è un ragazzino vivace e dispettoso, che sa volare e che trascorre un’infanzia senza fine nell’Isola-che-non-c’è, dove è leader dei Bambini Sperduti. Insieme a loro combatte i pirati, fa il bagno con le sirene e gioca perfino con le fate, scegliendo di non crescere mai. Peter Pan è una storia che ancora oggi riesce a parlare ai più piccoli, valorizzando l’infanzia come un periodo che va custodito e coltivato, perché pone le basi per l’adulto che il bambino un giorno diventerà. 

Come non citare poi Il Piccolo Principe di Antoine De Saint Exupery, che regala ai lettori la storia di un pilota e del suo piccolo amico dai capelli dorati che viene dall’asteroide B-612 in cui vivono soltanto lui, tre vulcani e una rosa di cui lui si prende cura. Le avventure del piccolo principe nello spazio insegneranno molto al pilota. Scritto nel 1943 e accompagnato dalle illustrazioni dell’autore, Il piccolo principe parla ai bambini di solitudine, di amicizia, di amore e anche di perdita, mentre ci tiene a ricordare ai lettori più grandi che anche loro, una volta, sono stati bambini.

I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta.

Parlando del panorama italiano, è inevitabile menzionare il grande Gianni Rodari, le cui storie, poesie e libri erano fortemente concentrati sull’impegno sociale, sulla dimensione ludica che potesse essere anche formativa. Rodari sottolineava soprattutto il fatto che la parola è “un diritto, non un privilegio di pochi” e che l’uso della parola ha sempre come principale scopo quello di rendere gli uomini liberi dallo schiavismo delle convenzioni sociali. A Rodari si uniscono poi scrittori come Bianca Pitzorno e Roberto Piumini. Ma il capolavoro della letteratura dell’infanzia italiana è stato senza ombra di dubbio Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi. Pubblicato a puntate a partire dal 7 Luglio del 1881 sul “Giornale per i bambini” di Ferdinando Martini, col titolo Storia di un burattino e con illustrazioni di un anonimo, Pinocchio è ancora oggi uno dei personaggi più amati dai bambini. D’altronde, sfido a trovare qualcuno che non abbia avuto paura almeno una volta di finire un burattino come lui dopo aver compiuto qualche marachella, di trovarsi il naso lunghissimo dopo aver detto qualche innocente bugia e di aver sperato di vedersi realizzato un desiderio dalla bellissima Fata Turchina. Il successo della storia di questo burattino è tale che il numero di edizioni, ristampe e traduzioni, sparse in tutto il mondo, pubblicate dal 1883 a oggi è incalcolabile.

C’era una volta…

– Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno.

Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.

Il fenomeno Harry Potter

Esistono molti tipi di coraggio. Affrontare i nemici richiede notevole ardimento. Ma altrettanto ne occorre per affrontare gli amici.

Quando parliamo di letteratura per l’infanzia è inevitabile parlare di una saga in particolare, che oggi, purtroppo, fa parlare di sé più per le uscite infelici della sua autrice che per il valore educativo che ha avuto su intere generazioni di giovani lettori. il 26 giugno 1997, nelle librerie del Regno Unito usciva per la prima volta Harry Potter e la Pietra Filosofale di J.K. Rowling, un libro destinato a fare la storia. Il successo fu immediato e non si è ancora fermato, tanto che rimane, ancora dopo ventisette anni, uno dei bestsellers più venduti al mondo.

La storia di Harry, che a 11 anni scopre di essere un mago e di essere iscritto presso la scuola di magia di Hogwarts, ha segnato non solo il genere fantasy ma anche l’intero settore della narrativa per l’infanzia, riuscendo a parlare a un pubblico vastissimo, abbattendo barriere linguistiche e culturali come nessun altro libro prima aveva fatto. Il lascito di questa saga è quello di aver creato un universo letterario potenzialmente infinito, modellando gusti e abitudini di un’intera generazione parlando di amicizia, amore, lutto, discriminazione, bene e male e tutte le sfumature che stanno nel mezzo. Ma non solo, i lettori di Harry Potter sono cresciuti con il suo protagonista: il susseguirsi dei libri, che seguono la storia di Harry dal su primo anno a Hogwarts fino alla guerra finale contro Voldemort, ha accompagnato i suoi lettori nel difficile passaggio dall’infanzia all’età adolescenziale. Un merito enorme, oggi purtroppo messo in ombra dalla pessima fama della sua stessa autrice.  

La letteratura per l'infanzia è anche letteratura di genere

Come abbiamo detto in precedenza, la letteratura per l’infanzia è un universo molto ampio che racchiude diversi generi e sottogeneri. In questo settore gli autori possono spaziare dalla fiaba al mito, dal romanzo storico al romanzo d’avventura, dal fantasy al giallo, in forma pura o contaminati. Anche i romanzi classici per adulti trovano largo spazio in seguito a un attento lavoro di adattamento. Sono numerose le edizioni per ragazzi di romanzi come Robinson Crusoe di Daniel De Foe, Zanna Bianca  e Il richiamo della foresta di Jack London, ma anche I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift. Un genere che oggi è particolarmente diffuso, tra i lettori più piccoli ma anche tra i ragazzi, è quello della letteratura illustrata. Con narrativa illustrata ci si riferisce sia alle opere di sole immagini sia a quelle con testo e immagini. Se in Italia non esiste un’univocità per quanto riguarda la terminologia, in ambito anglosassone invece si distinguono tre specifiche categorie in base al rapporto testo-illustrazione: illustrated books, picturebooks e worldless books.

Nell’illustrated book il testo è preesistente alle illustrazioni, che possono essere state aggiunte in edizioni successive e che non sono strettamente necessarie alla comprensione della storia, nonostante rappresentino un importante contributo interpretativo. Con picturebook si intende invece un libro in cui il significato della storia raccontata è costruito attraverso le illustrazioni. In questo caso testo e immagini lavorano in perfetta armonia attraverso richiami e rimandi, che stimolano la curiosità e l’immaginazione del piccolo lettore. Come suggerisce il nome, il wordlessbook è un libro in cui la storia è costruita per mezzo delle sole immagini/illustrazioni.

La narrativa illustrata come mezzo di inclusione

Nel panorama letterario contemporaneo è importante sottolineare come la narrativa illustrata sia diventata un fondamentale mezzo di inclusione, un’occasione per il mondo editoriale di avvicinarsi sempre di più alla diversità. Non solo l’albo illustrato, ma anche i silent books e i libri tattili, oggi rispondono perfettamente a questa esigenza. Chiamati anche “libri senza voce”, i silent book raccontano le storie esclusivamente attraverso le immagini, abbattendo barriere linguistiche e culturali attraverso la sola forza delle illustrazioni. Possiamo paragonare la struttura narrativa del silent book all’approccio cinematografico della sceneggiatura: la storia non ha una sola interpretazione, ma i piccoli lettori possono diventare i registi di quella storia grazie alla loro capacità di viaggiare con la fantasia, senza ricorrere al testo che funge da mediatore tra loro e le immagini.

I libri tattili, invece, sono libri che comunicano ai lettori attraverso la stimolazione di diversi sensi, dalla vista al tatto fino all’udito. Sono importanti strumenti di lettura soprattutto perché vanno incontro alla categoria di lettori non vedenti o ipovedenti, che oggi rappresentano una percentuale importante, seppur minoritaria, di lettori a cui si deve necessariamente garantire il diritto alla letturaIn un libro tattile il testo presenta infatti una doppia scrittura (Nero-Braille), che condiziona anche la sua lunghezza e configurazione, andando a determinare anche le dimensioni finali della pagina. La scelta del carattere in nero è imprescindibile, sia per il tipo di font che nel corpo, per garantire una lettura agevole per i lettori ipovedenti.  A questo scopo, le illustrazioni sono a rilievo, e devono rispettare specifiche regole di corrispondenza con il testo.

La letteratura per l’infanzia oggi in Italia oggi

Il settore della letteratura per l’infanzia nel mondo editoriale italiano deve ancora oggi affrontare molteplici sfide. Parliamo soprattutto di pregiudizi e luoghi comuni che fanno sì che la lettura venga relegata al solo ambito dell’educazione. Spesso e volentieri ci si dimentica completamente della dimensione ludica della lettura, del concetto di “leggere per il piacere di leggere” e non per acquisire concetti moralistici che appartengono più propriamente all’ambiente scolastico. E, paradossalmente, sempre meno la scuola incoraggia i bambini e i ragazzi ad approcciarsi a questo tipo di intrattenimento, fermo restando che scrittori e scrittrici di libri per bambini sono in larga parte insegnanti o ex-insegnanti. È innegabile, comunque, che la produzione contemporanea di oggi si stia impegnando per essere meno moralistica rispetto a un tempo, valorizzando il libro come occasione di gioco e come mezzo per stimolare la fantasia dei lettori e delle lettrici. Questo cambio di rotta è venuto prima di tutto dagli scrittori e dalle scrittrici, ma anche dalle imprese editoriali come la Salani, la Giunti, la Mondadori e la Einaudi, che sempre di più stanno investendo sui giovani lettori.

I bambini/e e i/le ragazzi/e sono costantemente sovrastimolati da un mondo che va a cento all’ora, che cambia quotidianamente e li bombarda con nuovi dispositivi. Negli anni, i/le bambini/e hanno perso la capacità di concentrarsi su un obiettivo, di mantenere alta l’attenzione, e questo ha avuto ripercussioni anche sul mondo dell’editoria, nonostante negli ultimi anni si sia registrata comunque un’importante ripresa. L’incoraggiamento alla lettura deve partire prima di tutto dall’ambiente familiare, accompagnando i/le bambini/e alla scoperta di questo mondo. Il valore educativo dei libri è incommensurabile perché nutre molteplici aree dello sviluppo: l’immaginazione, la creatività, il pensiero critico e l’astrazioneDopotutto, come disse lo scrittore e critico letterario Aidan Chambers, “Noi siamo quello che leggiamo”.

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