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A Certain Hunger: l’uscita italiana dell‘irresistibile bestseller

A Certain Hunger: l’uscita italiana dell‘irresistibile bestseller

Non è che le psicopatiche non esistano; è che ‘fingiamo meglio degli uomini’. A Certain Hunger: Una fame irresistibile, Chelsea G. Summers.

Arriva in Italia oggi 24 settembre, edito Mondadori, uno dei successi letterari che più ha sconvolto i lettori internazionali: un insaziabile appetito è pronto a soddisfare le più morbose curiosità del pubblico di amanti del crime, del thriller e di Mads Mikkelsen. Sì, l’attore di Hannibal.

Chelsea G. Summers, l’autrice di questo sconvolgente romanzo, ci tiene a precisare nei ringraziamenti che tutto quello che abbiamo letto non è assolutamente frutto di ricerche sul campo, ma solo della propria immaginazione. Una puntualizzazione che prima di leggere il libro non sarebbe sembrata necessaria.

La protagonista di cui non sapevamo aver bisogno ci parla da dietro le sbarre

L’interezza del libro è narrato da un Io assoluto, egorifero e narcisistico. Dorothy, la nostra protagonista flamboyant, ci tiene a raccontare l’interezza della sua vita, dalla nascita fino al proprio oggi, perché nessun altro saprebbe meglio descriversi. Non ci mette troppo a fornire la propria diagnosi: è una psicopatica in attesa di certificazione, studiata da diverse menti brillanti e non ancora contenta del livello di attenzioni che sta ricevendo. Ex colonnista per diverse testate giornalistiche, prima di living e poi come critica gastronomica, nella sua vita ha pubblicato due romanzi best seller, e si approccia alla scrittura delle proprie memorie in un momento statico della propria vita. L’ergastolo è un periodo molto lungo di dolce far niente da scontare, quale momento migliore?

Questo è un ottimo momento per confessare che non è certo un libro per gli stomaci deboli o per i prudi: sesso e sangue sono trattati allo stesso modo, quasi clinicamente, e in quanto tali descritti e condivisi con naturalezza. La passione per il cibo è dove traspare l’impeto del carattere di Dorothy, incredibilmente supponente e critica: il suo lavoro lo sapeva fare e continua ad essere una delle migliori sulla scena americana.

Il palato sopraffino della donna, infatti, è stato anche incredibilmente curioso: la carne umana è stata in diversi momenti parte del menù del giorno. Sempre di prima scelta e localmente – o quasi – allevata. E toccati i cinquant’anni, la menopausa dietro l’angolo, la resa dei conti è servita: una giornata come tante, un indizio di troppo sulla scena del crimine, e la carriera da serial killer by night e critica gastronomica by day giunge così al termine.

Una lettura che è un banchetto: e quale cucina potrebbe essere migliore di quella italiana?

Poche cose fanno breccia nel cuore di una killer così incattivita dalla vita: l’Italia sembra essere tra queste. E qui traspare anche l’attenzione dell’autrice: non solo vengono descritti in maniera appassionata e corretta panorami culinari e geografici italiani (Maniscalco, impara), ma anche la situazione politica e amministrativa del nostro paese. L’intreccio linguistico del romanzo originale è parte del suo fascino: l’italiano sembra essere la lingua eletta di Dorothy per descrivere i piaceri del cibo e della carne. E tra un giro in macchina nelle Langhe e una passeggiata nella Val d’Orcia, abbiamo una frecciata diretta a Berlusconi e una descrizione perfetta di Trenitalia: uno schifo di organizzazione che solo chi ha vissuto ripetutamente può rendere così bene.

Una farfalla sbatte le ali a Chioggia, e un treno che corre verso Siena si immobilizza sui binari, così è la stranezza indescrivibile di Trenitalia. (mia traduzione)

A Certain Hunger: Una fame irresistibile, Chelsea G. Summers.

Che l’autrice abbia approfondite conoscenze del living italiano, oltre che un impeccabile gusto in cucina, si può dunque rilevare dal testo. E qui si spiega anche la sentita necessità di chiarire il lavoro di fantasia: solo parte del racconto è esperienza diretta di Summers, o sarebbe una confessione veramente flambè quella presentata sotto forma di romanzo.

A Certain Hunger: mordere la vita... fino a dilaniarla

Dorothy non si pente di niente, e tenendoci quasi teneramente per mano, la accompagniamo nella ricostruzione di tutte le tappe più rilevanti della sua esistenza: gli omicidi sono strettamente connessi alla vita amorosa e lavorativa, in un intreccio costante che tiene con il fiato sospeso in attesa che venga svelata la prossima vittima. Chi e quanti sono infatti verrà confessato solo al termine di tutto.

[…] you and I are the same. You may not admit it aloud, but I know you will read this book and wonder how your lover would taste sautéed with shallots and mushrooms and deglazed with a little red wine.

A Certain Hunger: Una fame irresistibile, Chelsea G. Summers.

Lo stile di Summers è pomposo e decadente, a tratti lento come lo scorrere del miele, le metafore e associazioni con cibo e vini continue (per i non intenditori è bene avere un motore di ricerca alla mano, anche solo per capire a cosa si riferisce quando descrive qualcuno con “una pelle color Brillat-Savarin”). Si è in ostaggio per 300 pagine di una persona che monopolizza la conversazione, parlando solo di sé, ma che ha qualcosa di interessante da dire e lo sa. Le tensioni arrivano al momento giusto, e le descrizioni sono dettagliatissime senza essere ridondanti. Il tutto condito da un filo di rabbia sistemica e femminista: in una società patriarcale come la nostra, sei preda o predatore. Tra una stoccata alle ingiustizie sociali e un consiglio di abbinamento tra portate e vini, Dorothy ha strappato con i denti uno spazio al vertice della piramide.

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