La Spada del Re. A Broken Blade di Melissa Blair, la recensione
A gennaio 2024 è approdato nelle librerie italiane, grazie alla casa editrice Sperling & Kupfer, un romantasy che è ben presto diventato un caso editoriale su #BookTok America, ottenendo invece un successo più tiepido qui in Italia. Il titolo in questione è La Spada del Re. A Broken Blade dell’autrice nativa americana Melissa Blair. Eppure di elementi per conquistare il pubblico social nostrano questo libro ne ha molti: il trope dell’enemies to lovers, una protagonista femminile tosta e tormentata, personaggi moralmente grigi. Ma tutti questi elementi di tendenza saranno stati maneggiati con cura da Blair? Oppure siamo di fronte all’ennesimo fantasy romance senz’arte né parte?
A Broken Blade, la trama
Keera è una mezzelfa che, come tutti quelli della sua specie, è costretta a servire la tirannica Corona del Regno di Elverath. E il modo in cui assolve a questo compito è uccidere. Keera è la Spada del re, la sua migliore assassina e spia, e la missione che stavolta la Corona le ha incaricato sembra toglierle il sonno più di qualunque altra. La sua missione ha un nome: l’Ombra. Un misterioso figuro incappucciato che minaccia di guidare una ribellione contro la Corona. Keera dovrà mettersi sulle sue tracce, scovarlo e ucciderlo, ma cosa accadrebbe se la Spada del re si rendesse conto che l’Ombra, il realtà, non è il vero nemico contro cui combattere?
In un gioco di tranelli e segreti, Keera dovrà districarsi nella ragnatela che ormai la tiene prigioniera da troppo tempo, i cui fili affondano nel suo passato e nei meandri più profondi della sua anima. Troppi morti pesano sulla sua coscienza e l’unica possibilità di redenzione, forse, risiede proprio nella rivolta.
Un'antieroina piena di lati oscuri e profondità
Portava con sé delle cicatrici. Non mi avrebbe giudicata per quelle che mi ero procurata da sola.
La Spada del re. A Broken Blade, Melissa Blair
L’aspetto più interessante di La Spada del Re è sicuramente l’approfondimento del suo personaggio principale: Keera. L’assassina più temuta di Elverath poteva rivelarsi anche la protagonista più bidimensionale mai vista prima, ricalcando uno stereotipo visto e rivisto: la ragazza inarrestabile, la macchina da guerra, l’eroina infallibile. Melissa Blair invece ci pone di fronte una protagonista stanca, sfatta, affossata da un passato traumatico e da un futuro nebuloso e senza speranze. Ho apprezzato tantissimo la possibilità di leggere, finalmente, di un’anti-eroina femminile che di macchie sul proprio onore ne ha a bizzeffe, costretta a combattere non solo i nemici del suo re ma anche i propri: demoni interiori che la assillano e che trovano silenzio solo nella dipendenza e nell’autolesionismo. Questi ultimi due sono temi che A Broken Blade affronta con cognizione di causa. Non sono il centro della narrazione (perché di carne al fuoco ce n’è molta) ma non vengono neanche lasciati in secondo piano o trattati con superficialità.
Le mie cicatrici mi prudevano attraverso la tunica. Non c’era modo che potessi indossare il vestito senza esporle. Espormi.
La Spada del re. A Broken Blade, Melissa Blair
All’interno di La Spada del Re troverete diversi trigger warning, tra cui, appunto, la presenza di manifestazioni di autolesionismo e dipendenza. Entrambi riguardano proprio la protagonista, una guerriera fiaccata dai morti che porta sulla coscienza, dall’ubbidienza ad un re che ha provocato la schiavitù della sua specie e dalla dipendenza da alcol che sembra l’unico abisso in cui affondare il proprio dolore. Keera è quindi un personaggio drammatico, sofferente, che tuttavia non diventa mai lamentoso o passivo. Si può dire che l’intera storia ruoti intorno al suo risveglio: un risveglio difficile, ma che può esplodere solo nel grido della ribellione.
La scrittura di Melissa Blair convince ma senza entusiasmare
Analizzata a grosse linee la nostra protagonista, passiamo al raccontare cosa un lettore si deve aspettare da un romanzo come La Spada del Re: l’ennesima avventura fantasy, condita con del romance abbastanza superfluo e scarsa originalità. Purtroppo, a parte il guizzo interessante riguardante il personaggio di Keera, La Spada del Re rimane un libro abbastanza mediocre. La scrittura di Melissa Blair è sicuramente dinamica e tiene incollati alle pagine, ma nell’effettivo fatica a costruire un worldbuilding originale, così come fatica nel costruire una chimica particolarmente intensa tra i due protagonisti (alla parte sul romance ci arriveremo tra poco).
Melissa Blair ha sottolineato in varie interviste e sui suoi profili social che la saga di A Broken Blade (composta da quattro romanzi, l’ultimo dei quali uscirà a gennaio 2025 in America) vuole essere un esempio di fantasy anti-colonialista. Questa intenzione è palese all’interno delle sue pagine: abbiamo un regno tirannico costituito da persone che credono di essere nate per dominare su chi è diverso da loro; abbiamo un’intera specie magica ridotta in schiavitù, quella dei mezzelfi, e un’altra sterminata completamente, quella delle Fate Bianche. Di elementi che possiamo ricondurre alla storia coloniale della nostra realtà ce ne sono parecchi e tutta la rabbia che l’autrice ha voluto inserire nei personaggi di Keera e dell’Ombra contro questo sistema si respira con facilità. La parte più interessante del libro, infatti, è proprio questa: i tentativi e le strategie di sovvertimento della Corona. Tutto il resto, però, risulta abbastanza tiepido, quasi meccanico, e sicuramente non brilla di originalità.
A Broken Blade, un romantasy... che non è un romantasy
Anche se in giro si trovano diverse teorie riguardo la definizione del sottogenere “romantasy”, la mia è la seguente: un romantasy è un romanzo ambientato in un universo fantasy all’interno del quale la storia d’amore diventa il motore della trama. Se i due (o più) personaggi principali non si innamorassero, la trama arriverebbe ad un punto morto e non potrebbe proseguire. La componente romance instaura il conflitto o è centrale all’interno della narrazione. All’interno di La Spada del Re. A Broken Blade questo non avviene: la storia avrebbe potuto proseguire il suo corso e arrivare fino alla fine anche senza una storia d’amore nel mezzo. Questo, secondo me, rende il romanzo più un fantasy con componente romance che un effettivo romantasy. Ma queste sono quisquiglie che forse interessano poco lettrici e lettori. Veniamo alla ciccia: questo romance, com’è?
Il termine Romantasy unisce due generi letterari: fantasy e romance. È stato coniato per i libri di Sarah J. Maas alla fine del 2022, quando se ne è cominciato a parlare su BookTok, benché il primo volume fosse stato pubblicato addirittura 7 anni prima. Ma il fenomeno è decollato nel 2023, quando certi libri sono diventati bestseller in cima alle classifiche. Oggi il relativo hashtag conta oltre 200 mila video, visualizzati complessivamente più di 800 milioni di volte. Ciò che si cerca in questi libri è certamente l’evasione, è la fuga verso un mondo immaginario dove però poter calare i propri desideri più reconditi.
Fanpage.it,Giusy Dente
Ci avevano promesso un’enemies to lovers ed effettivamente è una storia di nemici che diventano amanti quella che abbiamo… ma di certo qualcosa di meglio si poteva fare. Leggendo il romanzo la chimica tra i due personaggi principali è ridotta all’osso. Banalmente, le scene più adrenaliniche e palpitanti tra i due sono quelle in cui la protagonista ancora non conosce l’identità dell’Ombra (circa un paio), mentre, non appena ne viene svelato il volto, l’Ombra diventa un personaggio bidimensionale e poco carismatico. Keera è un personaggio pieno di traumi, demoni del passato e del presente che la tormentano, tra cui un’amore perduto: ha perfettamente senso che la ragazza nutra sospetti e tensioni nei confronti di un nuova possibilità con un partner. Ma, a questo punto, trattandosi di una saga, avrei posticipato il momento del loro innamoramento al secondo volume. Avrei lasciato più spazio alla maturazione di questo sentimento, di per sé difficile da affrontare per i due protagonisti, instaurando tra loro dinamiche diverse. D’altronde, non è sempre valida la regola che l’attesa aumenta il desiderio?
E parlando di desiderio, no, questo primo volume di La Spada del Re non è spicy. Abbiamo pochi momenti tiepidi che, per le stesse ragioni sopra elencate, si sarebbero potuti benissimo posticipare. In generale si respira una certa fretta da parte dell’autrice nel voler creare la coppia Keera-Ombra (chiamatissima sin dalle prime righe della sinossi), ma allo stesso tempo un’indecisione su come strutturare le dinamiche tra loro. Il risultato è una storia romance che non è né carne né pesce, dove due personaggi che dovrebbero avere più di cinquant’anni a testa (età da specie fantastiche, non temete, ne dimostrano sulla ventina) ne dimostrano tredici quando si tratta di gestire i propri sentimenti.
Tirando le somme: La Spada del Re. A Broken Blade vale la pena?
Partendo dal presupposto che ogni libro, anche se recensito negativamente, vale la pena di essere letto perché possiate farvene un’opinione vostra, La Spada del Re. A Broken Blade è un romanzo che si è lasciato leggere, tutto sommato, con piacevolezza. Il personaggio di Keera è il fiore all’occhiello di Melissa Blair, mentre di talloni d’Achille se ne intravedono molti. Nonostante ciò, se state cercando un fantasy romance molto classico, con una protagonista interessante e che vi faccia passare qualche pomeriggio avventuroso ma senza troppe pretese, A Broken Blade potrebbe fare al caso vostro. Il plot twist finale (che ce lo eravamo aspettati un po’ tutti da metà libro in poi) comunque fa venire voglia di proseguire con la storia: una storia leggera, estiva, ma che non toglie e non aggiunge nulla al panorama editoriale del genere.