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SUPERSEX, la serie TV Netflix su Rocco Siffredi

SUPERSEX, la serie TV Netflix su Rocco Siffredi

Il 6 marzo è approdata su Netflix SUPERSEX, la serie TV ispirata alla vita della star della pornografia Rocco Siffredi. Dal momento del suo annuncio, i leoni da tastiera si sono divertiti in gare di indignazione, bollando il prodotto come sconcio, inappropriato e di cattivo gusto senza neanche averne vista una puntata. SUPERSEX per me ha rappresentato solo una piacevole sorpresa costellata di tante piccole conferme. Ma andiamo per gradi: cos’è SUPERSEX?

Una serie liberamente ispirata alla vita di Rocco Siffredi

SUPERSEX mette subito le mani avanti, confermando la sua natura non assolutamente biografica ma di libera ispirazione a fatti e personaggi reali. Seguiamo infatti la vita di Rocco Siffredi da quando era Rocco Tano, un bambino delle case popolari di Ortona, in Abbruzzo, diviso tra una famiglia numerosa e una curiosità insolita nei confronti del sesso, rappresentato, a quel tempo, dal giornale pornografico SUPERSEX e dalla bella Lucia (Jasmine Trinca), una ragazza del quartiere che incarnava un po’ il sogno proibito di tutti i ragazzini. 

Nel cuore del piccolo Rocco Tano (Marco Fiore è l’interprete quando è bambino) ci sono tre pilastri: sua madre Carmela (Tania Garribba), una donna dura e ipercattolica che passa le sue giornate accudendo Claudio, uno dei fratelli di Rocco che a causa di una botta in testa ha maturato dei problemi celebrali; suo fratello maggiore Tommaso (Adriano Giannini), un ragazzo la cui nascita è ammantata da pettegolezzi e dubbi, bellissimo e ribelle, con il sogno di fuggire da Ortona per diventare finalmente qualcuno che conta; la sessualità, questa essenza mobile e propulsiva che Rocco sente come “dinamite nei suoi pantaloni“, talmente potente da fargli vedere il mondo fuori dai palazzoni di Ortona e sognare un futuro diverso. Da questa prima fase della vita di Rocco si andrà poi a sviluppare tutta la serie, composta da 7 episodi estremamente dinamici che vanno a coprire un arco temporale di circa trent’anni: dagli anni ’70 ai primi del ’00. 

SUPERSEX: l'attenta analisi del mondo del sexworking

Ho trovato SUPERSEX una serie molto intelligente e necessaria in un Paese come l’Italia, che con grave fatica continua a non accettare il sexworking come un settore lavorativo dignitoso e legittimo. Nella serie Netflix vediamo lo sviluppo del settore della pornografia, il quale ha effettivo valore in gran parte del mondo (specialmente in America e in Francia, ci mostra la serie) meno che in Italia. Bigotta e intransigente, la nostra Italia si rifiuta di accettare che i film porno vengano girati alla luce del sole, in professionali studios. Rifiuta che le attrici porno siano professioniste, seguite da manager che le tutelano: delle vere e proprie performers che studiano per raggiungere la miglior resa possibile. Impensabile per noi italiani che esistano addirittura gli Oscars del porno, in cui un’attrice può essere premiata per la miglior performance di sesso anale. Tutto questo, per noi, è pura follia. Eppure negli anni ’80 l’industria pornografica ha rappresentato una vera e propria rivoluzione dei costumi e della sessualità che portava come effigi i nomi di Moana Pozzi (Gaia Messerklinger) e Riccardo Schicchi (Vincenzo Nemolato), fondatore di Diva Futura.

SUPERSEX ha il grandissimo merito di rappresentare la sessualità come una parte connaturata all’essere umano. Una forza che è dentro ognuno di noi e che si esprime nei modi più diversi, mai toccati da nessuna sorta di giudizio. Il sesso può essere dolcezza, professione, musica, sostegno, rifugio e rivoluzione. Può consolare cuori e aprire menti; far sentire un bambino un supereroe, un uomo un gigante, una donna un’agente di desiderio e libertà. Ma SUPERSEX non vuole essere un prodotto edulcorato che ci mostra del sexworking solo gli aspetti positivi e regolamentati. Nella vita di Rocco Siffredi il sesso ha per molti anni rappresentato una vera e propria dipendenza, che gli impediva d’amare e di essere amato, di avere relazioni sane con le sue partner e di uscire da un senso di vuoto e solitudine che lo accompagnerà fino all’incontro con la moglie Rosa. SUPERSEX ci mostra anche i più loschi e brutali retroscena della prostituzione, in cui la donna è spesso sfruttata e maltrattata da un uomo che stringe la sua vita nel palmo della mano. Il sesso, ci racconta la serie TV, può essere bellezza e liberazione, ma anche violenza e degrado emotivo

Oltre il sex: famiglia, indagine emotiva e dipendenza

L’interpretazione di Alessandro Borghi, che veste splendidamente i panni di Rocco Siffredi, ci dona un mondo emotivo che si legge semplicemente attraverso gli occhi del suo personaggio. Borghi è un attore straordinario, che ancora una volta dimostra di saper ricoprire qualsiasi tipo di ruolo. Dal montanaro isolato dalle vette innevate di Le otto montagne al pornoattore abruzzese più famoso del mondo di SUPERSEX c’è un salto di mille metri che, tuttavia, l’interprete compie con l’eleganza di un ballerino, facendo sembrare tutto facile, naturale, spontaneo. Ma, ne sono sicura, facile non dev’essere stato, perché il personaggio di Rocco è un calderone di emozioni estremamente complesse, che devono essere gestite con immenso equilibrio per non sembrare caricaturali sullo schermo. Per non parlare delle scene molto esplicite di sesso, che, se avete mai sentito attori parlarne, sono sempre molto stressanti e difficili da gestire sul set. Equilibrio è la parola con cui definirei l’interpretazione di Borghi, che mai banalizza una sensazione o un pensiero vissuto dal suo personaggio. 

Rocco Siffredi emerge in SUPERSEX come un personaggio estremamente complesso, carico di traumi eppure mai privo di una forza, di un coraggio e di una bontà di fondo che lo costringono a compiere scelte difficili. Nella serie è ampiamente approfondito il rapporto tra Rocco e la sua famiglia, in particolare con sua madre Carmela, personaggio chiave di tutta la sua esistenza, e Tommaso, idolo e demone, ricordo di bambino e persecuzione d’adulto. Adorerei ascoltare un’analisi di questa serie fatta da un esperto/a di psicologia, perché ne uscirebbe un tratto che farebbe invidia a Freud! E per questa incredibile resa psicologica dei personaggi bisogna ringraziare innanzitutto la sceneggiatrice Francesca Mainieri. La serie si serve ampiamente anche di personaggi originali e storie inedite per indagare moltissime tematiche: mi vengono in mente il personaggio di Sylvie Lanteigne, la prima fidanzata di Rocco durante i suoi anni a Parigi, fondamentale per indagare diversi approcci alla sessualità e al rapporto di coppia; e lo stesso personaggio di Tommaso, interpretato da un incredibile Adriano Giannini, la rappresentazione delle relazioni tossiche, dello squilibrio mentale e della violenza. 

Una menzione speciale: Jasmine Trinca in SUPERSEX

Già con La Storia, lo sceneggiato Rai andato in onda qualche mese fa tratto dall’omonimo romanzo di Elsa Morante, Jasmine Trinca mi era entrata nell’anima, regalandomi una delle interpretazioni più struggenti che io abbia mai visto nel panorama italiano. Con SUPERSEX l’incredibile bravura di quest’attrice si conferma e si ridefinisce sotto tutt’altra luce. Trinca interpreta Lucia, sogno d’infanzia di Rocco e fidanzata storica, poi moglie, di Tommaso. Fuggiti insieme da Ortona per trasferirsi a Parigi, Tommaso e Lucia conducono una vita malavitosa e priva di regole, interamente gestita dagli umori folli e violenti di Tommaso. Lucia rappresenta una donna nata in un contesto chiuso e provinciale in cui la sua libertà sessuale veniva apostrofata come quella di una puttana. Segnata a vita da questa definizione, la ragazza finirà per diventare quello che tutti si sono sempre aspettati da lei: una prostituta di Pigalle, lo squallido quartiere a luci rosse di Parigi, mandata a battere dallo stesso Tommaso, che giura di amarla e di fare tutto per lei. Quando invece il suo “amore” non fa che consumarla e metterla in pericolo

Quella di Lucia è una storia di liberazione, costituita da un percorso difficile e tortuoso che non banalizza mai la dipendenza emotiva, la natura della violenza psicologica e la difficoltà che molte donne vivono nell’uscire da un matrimonio violento. Le scene più belle di SUPERSEX, a mio parere, sono affidate proprio a lei, quest’anima che compie un viaggio straordinario, il quale ha come ultima meta la consapevolezza. Lucia vive l’Inferno, che continua a perseguitarla ovunque vada, anche quando crede di esserne finalmente fuggita. Lei vede attraverso gli occhi degli uomini, li conosce meglio di chiunque altro ed è la prima a mostrare a Rocco che fare sesso con molte donne non significa conoscerle, sapere quello che vogliono, se non le si guarda mai negli occhi. Se le si incatena alla volontà di un maschio. Se non le si lascia libere di decidere. Lucia è un personaggio che parla d’amore, quello vero e che non esiste davanti alle telecamere: l’amore della sofferenza, della brutalità e dell’agonia; e poi l’amore della tenerezza, della maternità, della libertà di scegliere il meglio per sé. 

Perché dovreste proprio guardare SUPERSEX?

SUPERSEX è una serie a cui dovreste dare un’occasione perché, oltre ad avere degli interpreti eccezionali e una sceneggiatura di ferro, vi farà entrare in un mondo che raramente si vede al cinema o all’interno delle serie TV. Quello della pornografia, appunto, il quale vi risulterà molto più complesso e difficile di quanto crediate. SUPERSEX mira ad abbattere i pregiudizi, affronta tematiche taboo con estremo coraggio e naturalezza; è una serie dura, drammatica, ma anche divertente ed estremamente dinamica. Le scene +18 sono tante, ma non risultano mai volgari a meno che non sia espressamente voluto dall’occhio registico. Il sesso è parte integrante della narrazione: racconta gli stati d’animo dei personaggi e il loro rapporto con il mondo, in maniere che forse vi sorprenderanno…

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