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Dune parte II: capolavoro della fantascienza? La Recensione

Dune parte II: capolavoro della fantascienza? La Recensione

Se il primo capitolo ci aveva lasciati con qualche perplessità, causa soprattutto il suo carattere introduttivo, Dune – Parte II ci regala uno dei film più belli degli ultimi anni sotto tutti i punti di vista e no, nessuna esagerazione! Questa volta non è solo tecnica, non è solo la fotografia sublime di Greig Fraser, ma un lavoro enorme da parte di chiunque abbia preso parte alla lavorazione della pellicola. Bellezza e contenuto vanno di pari passo e posso assicurarvi che difficilmente vi annoierete. Impossibile non citare anche le musiche di Hans Zimmer e la loro potenza, che rendono la visione di questo secondo capitolo di Dune immersiva tanto quanto quella del primo. 

La centralità dei Fremen e la crescita di Paul Atreides

Dopo la distruzione della casa degli Atreides e la presa di potere da parte degli
Harkonnen, al centro del racconto si trovano i Fremen: custodi della preziosissima “spezia” (sostanza che non colora solamente gli occhi di blu, ma conferisce a chi la ingerisce capacità magiche e di preveggenza). Paul Atreides (Timothée Chalamet) si è unito a loro per sconfiggere gli Harkonnen e più passa il tempo, più i fondamentalisti Fremen si convincono che egli sia il Lisan Al-Gaib, il messia che da sempre aspettano per la salvezza eterna. Paul non ci crede e pensa che sia stato tutto un malinteso o il risultato di un insieme di strane circostanze ma Stilgar (Javier Bardem), il capogruppo dei Fremen, pare esserne estremamente certo (ecco spiegati i meme che da giorni stanno spopolando su internet).

Chi ha già letto i libri conosce già la verità, tutti gli altri dovranno aspettare la Parte Tre. Se fate parte della categoria di pubblico che ha già letto i romanzi (o per lo meno il primo della saga di Dune) di Frank Herbert, potete leggere qui il nostro confronto tra romanzo e dilogia cinematografica. Se invece non avete ancora letto il romanzo di Herbert, forse riusciremo a convincervi con le motivazioni per cui Dune è una saga che merita di essere recuperata dopo 58 anni dalla sua uscita: per leggere, fai click. 

Quel che è certo è che il duca degli Atreides ha una consapevolezza nuova, non è più un bambino ma è diventato finalmente uomo. A scaldarci il cuore è soprattutto il suo rapporto con Chani (interpretata da una splendida Zendaya), nato tra le sabbie del deserto e tormentato da due diverse idee di giustizia e di gestione del potere, un legame forte, fatto di protezione e rispetto. L’alchimia creatasi tra i due giovani attori riesce a trapassare lo schermo e coinvolgere, anche se nulla di troppo esplicito viene mai mostrato: in una scena in cui uno si trova sopra l’altro è evidente che cosa abbiano appena finito di fare, ma le riprese dalla vita in su contribuiscono a mantenere il clima di austerità portato avanti per tutto il film. Il loro è un amore puro, ma il destino li metterà davanti a scelte durissime. Che cos’è più importante, l’amore o la giustizia?

Il lavoro incredibile di Austin Butler in Dune

La vera novità è la rappresentazione del mondo in cui vivono gli Harkonnen, dipinto completamente in bianco e nero. Un contrasto fortissimo tra luce e ombra ed una scala di grigi che ben si distanzia dal pianeta sabbioso di Dune. Una realtà di plastica in cui il Sole abbaglia i chiari ed evidenzia ancor di più la profondità delle ombre. Notevole la prestazione di Austin Butler, controparte sanguinaria e malvagia dell’ex duca Atreides. Il suo personaggio parla poco, forse per colpa di quella maledetta voce dell’attore che non riesce più ad essere la stessa dalla fine delle riprese di Elvis, ma ci regala un’interpretazione perfettamente in linea con la sete di vendetta e la pochezza di spirito di Feyd-Rautha Harkonnen. Nel giorno del compleanno, che sancirà il suo passaggio all’età adulta, egli non combatterà più contro prigionieri indifesi e inferiori, ma ucciderà l’ultimo Atreides rimasto prigioniero. Se anche a voi è parso che il nipote del Barone fosse molto simile ad un viscido serpente a sonagli, sappiate che è esattamente ciò che Austin Butler voleva trasmettere. Il giovane attore ha dichiarato di aver passato lungo tempo a studiare serpenti e rettili predatori per poterne meglio assumere le caratteristiche.

Cosa ci regalano gli altri interpreti?

La madre di Paul (Rebecca Ferguson), subirà una trasformazione non indifferente: il suo ruolo sarà fondamentale per accrescere la potenza del figlio ed il suo buon nome. Lady Jessica è infatti una Bene Gesserit, una sorta di strega in grado di prevedere il futuro e con un importantissimo compito: portare le giuste linee di sangue ad incrociarsi affinché conducano al vero Messia… Ma non prima di averne versato dell’altro. Non posso che concludere questa recensione parlando della vera star di Dune, Timotheè Chalamet. Il ventottenne newyorkese ha dimostrato a tutti i suoi detrattori di non avere solamente un bel faccino emaciato, ma di aver lavorando sodo alla costruzione della sua carriera e del suo personaggio. Di piatto questo protagonista non ha più nulla e anzi, a fare presa sullo spettatore è proprio la sua profondità, tanto da fondersi con l’attore che lo interpreta.

Conclusioni su Dune - Parte II

Dune – Parte II è un film che non fa minimamente pesare le sue due ore di durata allo spettatore e anzi, riesce a coinvolgere molto più della parte uno. Se la prima ora di film è leggermente più lenta, con l’avanzare della seconda metà del film la tensione si alza, fino a raggiungere il culmine negli ultimi minuti. Un finale aperto, che preannuncia una terza parte piena di sorprese. Le ultime parole del regista non possono che metterci ancora più hype, dato che Villeneuve ha descritto il prossimo Dune come il miglior film di fantascienza che sia mai stato girato. Al momento non si sa ancora quanto dovremo aspettare per l’uscita in sala della pellicola (2026? 2027?), ma a quanto pare ne varrà sicuramente la pena!

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