5 Libri per la vostra spooky season
L’estate si sta lentamente trascinando via, facendoci impazzire con il “vestiti a cipolla”, la danza del togli e metti il giacchetto e il fremito di veder finalmente comparire le casse di castagne dal nostro fruttivendolo di fiducia. Ma una cosa è certa: lo avvertiamo nell’aria e non vediamo l’ora di farlo irrompere in casa e per le strade. L’autunno sta arrivando!
Oltre a granite, mare e zanzare, l’estate mi ha regalato tempo da dedicare a tutte quelle letture che tenevo stipate in libreria, sempre alla ricerca di un buco in cui infilarsi durante il resto dell’anno. Ho completato qualche lettura arretrata, ho finito un paio di mattoni lasciati in sospeso e letto un po’ di pagine di puro relax. Ma ottobre ha bussato poderosamente alla mia porta, esigendo una TBR fatta apposta per lui.
Non so voi, ma le mie letture spesso seguono il fluire delle stagioni. Mi piace ritrovare nelle pagine dei libri le atmosfere che mi circondano, riscontrare gli stessi profumi descritti da un’autrice o da un autore nella mia quotidianità, osservarne i colori, camminarci in mezzo. D’estate amo le letture assolate, che sanno di mare e granita al limone; d’inverno è d’obbligo qualche libro gelido, pieno di ghiaccio e bufere di neve. L’autunno non è da meno e da ottobre in poi sono spalancate le porte al romanzo gotico, al folklore e del darck accademia. Perciò, senza perderci in ulteriori parentesi, vi presento la mia personalissima lista di libri imperdibili per godervi la spooky season al meglio!
- Jane Eyre, Charlotte Brontë
Ci sono classici della letteratura che si odiano, altri che si amano alla follia e altri che ci rimangono indifferenti: titoli anonimi che vediamo nominare solo negli anni scolastici. Perché troppo lenti, troppo lontani dalla nostra quotidianità o semplicemente troppo adorati dalla professoressa antipatica che ce li ha propinati al liceo, i classici sono una sezione di letteratura lasciata in disparte dalla maggior parte dei lettori e osannata da pochi appassionati. Però ci sono alcuni classici, pilastri della letteratura mondiale, che rappresentano un’eccezione. Ci sono classici che si ha il coraggio di prendere in mano nonostante la loro fama mistica, che non spaventano, ma accolgono lettori e lettrici di ogni età. Uno è Orgoglio e pregiudizio. Uno è Dieci piccoli indiani. Uno è Il nome della rosa. E uno è Jane Eyre.
Lessi Jane Eyre quando ero al liceo e me innamorai. La protagonista divenne la mia eroina e non ho mai smesso di sentirmi profondamente legata a questa personaggia tenace, burrascosa, umile e brillante. Jane Eyre, scritto da Charlotte Brontë nel 1847, è un simbolo di ciò che le donne sono sempre state in grado di creare, nonostante le limitazioni che la società imponeva loro; è un romanzo che suona come un urlo di liberazione, mantenendo un contegno pienamente anglosassone, un’eleganza spiazzante, una sincerità commovente. La storia di Jane è la storia di una donna priva di catene. La sua vita è come la brughiera inglese: solitaria, aspra, sorprendente, libera. Con un tocco poetico che mai oscura il dinamismo della sua protagonista, Charlotte ci consegna il libro di un’esistenza. Sullo sfondo, un paesaggio che è simbiotico con chi lo attraversa, che ruba lo sguardo del lettore e lo porta lontano. Caldo e accogliente come una tazza di tè, pungente e spiazzante come le prime folate di vento: questo è Jane Eyre; e chi dice che esso non presenta le stesse caratteristiche di una giornata autunnale, non l’ha osservato con abbastanza attenzione.
“Le donne sentono come gli uomini e come loro hanno bisogno di esercitare le loro facoltà, hanno bisogno d’un campo per i loro sforzi. Soffrono esattamente come gli uomini d’essere costrette entro limiti angusti, di condurre un’esistenza troppo monotona e stagnante.”
- La nona casa, Leigh Bardugo
Torniamo alla contemporaneità e lo facciamo col botto. Leigh Bardugo, notissima per le sue saghe Tenebre e Ossa e Sei di corvi, è una delle autrici più autorevoli nel mondo degli Young Adult, capace di creare mondi in cui far muovere personaggi dalle mille complessità, tramite una scrittura intensa, curata e pulitissima. Eppure il suo lavoro non si è limitato alla letteratura per ragazzi: nel 2019, infatti, approda in Italia il suo primo romanzo New Adult, intitolato La nona casa.
Avete per caso detto “dark accademia”? Bene, perché qui ne abbiamo in abbondanza! Alex Stern è una ragazza di Los Angeles cresciuta in un ambiente disagiato e violento; in seguito ad un incidente che la porta in ospedale, Alex riceverà una proposta misteriosa da un’elegante uomo proveniente dall’Università di Yale, il quale non le spiega molto, ma le assicura che, se andrà con lui, la sua vita verrà completamente rivoluzionata. Alex si ritrova così in un nuovo universo, che ha della normalità e dell’assurdità: l’università di Yale, i figli di papà che la frequentano, le compagne di stanze e le feste delle confraternite. Ma anche società segrete, antichi rituali legati al mondo dell’occulto e un omicidio da risolvere.
Se siete stanchi delle solite protagoniste piatte e sommerse di cliché, avete trovato il libro che fa per voi. In un romanzo che ha del thriller, del fantasy e dell’horror, Leigh Bardugo approfondisce il tema del dark accademia, scardinandolo dall’unica accezione estetica che gli si tende a conferire per analizzarne la componente di lotta di classe, di rappresentazione del dirupo che divide ambienti facoltosi e ambienti degradati. Con la sua solita potenza narrativa, l’autrice porta a galla una protagonista che compie un percorso di vita votato alla guarigione dal trauma, accompagnata da personaggi noir che sono un ottimo contorno alla storyline principale. Avvincente, cupo e ironico, lo consiglio a chiunque ami ambientazioni del genere. Non fatevi intimidire dal possibile target di riferimento (concetto che trovo un’idiozia, poiché la letteratura non ha età): La nona casa l’ha letto anche mia nonna e lo ha adorato! Per leggere la mia recensione completa del romanzo, clicca qui.
P.S: A gennaio dovrebbe arrivare il sequel, essendo La nona casa il primo volume di una saga dal numero di libri ancora incerto, intitolato Hell Bent.
“A volte ci mettevano poche ore, a volte giorni, ma Alex e Hellie tornavano sempre a casa. C’era troppo mondo. C’erano troppe scelte, che sembravano solo portare ad altre scelte ancora. Era quello il mestiere di vivere, ma nessuna delle due l’aveva mai imparato.”
- La straniera, Diana Gabaldon
La saga di Outlander, iniziata dall’autrice statunitense Diana Gabaldon nel lontano 1991, ha spopolato anche grazie alla fortunatissima serie TV, andata in onda su Starz TV dal 2014 fino ad ora, non ancora conclusasi. Il materiale, effettivamente, è ampissimo, considerando che la saga di Gabaldon è uscita in Italia suddivisa in undici volumi, senza contare vari spin-off e romanzi concentrati sullo stesso universo narrativo. Quest’estate (lo so, avrei dovuto leggerla d’autunno!) ho concluso il primo volume e ne sono rimasta più che soddisfatta, perciò eccomi qui a consigliarvela per scaldare un po’ il vostro ottobre.
Claire Beauchamp è un’infermiera che ha prestato servizio durante la Seconda Guerra Mondiale, mentre il suo novello sposo, Frank Randall, ha lavorato presso i servizi segreti britannici. A guerra conclusa, dopo più di quattro anni di lontananza, i due innamorati decidono di passare un periodo in Scozia per conoscersi nuovamente, con la scusa di condurre una ricerca storiografica alla scoperta dell’albero genealogico di Frank. Nel paesaggio delle Highlands di inizi anni ’50, Claire scopre un cerchio di pietre simile a quello di Stoneange e, toccando uno dei monoliti del sito archeologico, viene catapultata nella Scozia del 1700.
Nel romanzo seguiamo da vicino la straordinaria vicissitudine di Claire, che, da donna moderna ed emancipata, si ritrova a combattere con un gruppo di highlanders cocciuti e puzzolenti nel bel mezzo delle rivolte giacobine. Con un assetto prettamente storico (la componente fantastica del viaggio nel tempo è solo un espediente narrativo), Diana Gabaldon ci mostra uno spaccato di vita profondamente autentico e lo condisce con ironia, avventura e tanto romanticismo. Nonostante la mole (il libro conta 830 pagine circa), La straniera è un piacevolissimo compagno, che si lascia leggere con scorrevolezza. La sua buona dose descrittiva rende molto semplice al lettore il compito di immergersi nei paesaggi scozzesi e nei personaggi che li popolano. È un romanzo che non cela qualche difetto, come momenti morti all’interno della narrazione e una protagonista a tratti poco accattivante, ma vi assicuro che se siete alla ricerca di un romanzo che prenda la vostra mente e la trascini completamente altrove, questo è ciò che fa per voi. Se avete già letto l’intera saga, sappiate che è appena uscito per Mondadori l’ultimo volume dell’autrice, Quando accadrà dillo alle api, che riprende la storia di Jamie e Claire alle prese con una nuova guerra da combattere.
“Un Highlander tutto in ghingheri è già di per sé un gran bello spettacolo: qualunque Highlander, per quanto vecchio, brutto o storpio. Un giovane Highlander alto, dritto e d’aspetto niente affatto sgradevole, per giunta a quella distanza ravvicinata, è una visione addirittura mozzafiato.”
4. L’incubo di Hill House, Shirley Jackson
Nel nostro elenco non poteva mancare un classico della letteratura horror e chi più di Shirley Jackson merita di essere nominata in casi come questo? Regina indiscussa del genere, Jackson è tra le autrici che con più eleganza è riuscita a traslare elementi canonici della letteratura gotica nel suo contemporaneo, maturando storie del brivido che hanno sempre un volto affacciato verso la società, la psicologia e l’attualità. L’incubo di Hill House è uno dei suoi romanzi più fortunati, accompagnato da La lotteria e Abbiamo sempre vissuto nel castello, pubblicati in Italia da Adelphi.
Quattro sconosciuti (l’introversa Eleanor, la spavalda Theodora, il misterioso professor Montague e il carismatico Luke) si ritrovano in una convivenza forzata all’interno dell’inquietante magione di Hill House. Costruita tra le colline ombrose più di ottant’anni prima delle vicende narrate nel romanzo, Hill House si presenta come un claustrofobico ambiente, non adatto alla vita umana, in cui accadono, pare, fenomeni paranormali che terrorizzano da più di mezzo secolo gli inquietanti abitanti del paesino vicino. Compito dei quattro sciagurati è di condurre un esperimento: restare tutta l’estate a Hill House e documentare questi presunti eventi paranormali.
L’abilità di Shirley Jackson sta nel suo grandioso equilibrio. L’incubo di Hill House è un romanzo che rimane sospeso tra l’horror, il mistery e lo psicologico, senza mai cadere a capofitto in nessuno di questi generi. È un romanzo di confine che vi tormenterà con mille dubbi: Hill House è davvero una casa infestata? O è essa stessa l’incarnazione del male? L’incubo, oppure, è solo dentro le menti distorte dalla paura dei protagonisti? Se ciò che cercate per questo autunno è un libro che vi faccia scorrere file di brividi lungo la schiena, non vi resta che mettere piede dentro Hill House e scoprire se i fantasmi esistono davvero.
“Non credo che potremmo andarcene adesso, anche volendo”. Eleanor aveva parlato senza pensare come sarebbero suonare le parole all’orecchio degli altri; […] Chissà se ci credevano, che avesse voluto dire proprio quello, si chiese, poi pensò: adesso che la casa si è impadronita di noi, forse non ci lascerà più andare.”
5. Streghe! Malie e misfatti (ovvero abomini e sortilegi) delle figlie della notte
Oscar Voult, nel tempo, ci ha viziati con le sue pubblicazioni della collana Draghi, la quale sta pian piano raccogliendo e riportando alla luce tantissimi titoli, tra classici e pilastri del genere, in una veste grafica che grida all’opera d’arte. Dopo la meravigliosa edizione di tutte le opere di Oscar Wilde (Il ritratto di Oscar Wilde), la raccolta di romanzi scelti delle sorelle Brontë (Sorelle Brontë, I capolavori delle impareggiabili penne sororali), la ristampa delle opere di Asimov (Store delle fantascienza) e tantissime altre perle, compare per il mese di Halloween dello scorso anno Streghe! Malie e misfatti (ovvero abomini e sortilegi) delle figlie della notte.
Il volume, dall’aspetto a dir poco incredibile, racchiude sei racconti incentrati sulla figura della Strega, scritti da grandi autori del Novecento, tutti uomini. La scelta di pubblicare un libro del genere, che prende, cioè, una delle figure più legate alle lotte femministe raccontata dal punto di vista di vari uomini, è tanto azzardata quanto interessante. Arricchito da un’approfondita prefazione scritta dalla content creator, autrice e traduttrice Tiffany Vecchietti, il Drago Mondadori è un pezzo che non può mancare nella libreria di un’appassionata o di un appassionato dell’argomento. I racconti presenti nella raccolta sono: Brucia strega brucia! (di Abraham Merritt), Striscia, ombra! (di Abraham Merritt), Il Sabba delle mogli (di Fritz Leiber), … E non ci saranno più tenebre (di James Blish), La stella azzurra (di Fletcher Pratt) e Le streghe di Manhattan (di Lyon Sprague De Camp).
Questo era il quinto ed ultimo titolo che mi sono sentita di consigliarvi per le vostre giornate d’autunno, ma adesso la palla passa a voi, lettrici e lettori! Quali sono i vostri libri preferiti da leggere nei mesi di ottobre e novembre? Consigliatemene qualcuno nei commenti, se vi va, e non dimenticate di iscrivervi alla news letter per restare aggiornati e non perdere nessun contenuto. Un filtro d’amore a tutte e tutti!