Le nostre letture preferite del 2023!
Addio 2023 e benvenuto 2024! In questo anno appena trascorso ci siamo divertite moltissimo a parlarvi delle nostre letture: ci sono stati sicuramente degli alti e bassi, libri che ci hanno fatto innamorare e altri che avremmo volentieri tirato fuori dalla finestra per la delusione. Ma è giunto il momento di raccogliere le idee e fare un recap: quali sono state le nostre letture preferite del 2023? Ma soprattutto, quali sono state le vostre? Vi aspettiamo nei commenti in fondo all’articolo!
Le letture preferite di Martina: folklore e road trip in compagnia di mostri e divinità
Il mio 2023 è stato sicuramente un anno pieno di libri che mi sono rimasti nel cuore. Ma infine è giusto dare una corona d’oro alla lettura più bella del mio anno… o meglio: sarebbe giusto se io non fossi un’eterna indecisa. Infatti le mie letture top del 2023, quelle per cui le 5 stelle di GoodReads non bastano, sono due, ugualmente incredibili.
American Gods per me è stata una vera e propria rivelazione. Conoscevo già Neil Gaiman come sceneggiatore televisivo e autore della serie a fumetti The Sandman, ma non avevo ancora esplorato la sua penna di romanziere. Nell’ultimo mese del 2023 ho avuto modo di affrontare quella che si è rivelata dopo pochi capitoli una delle letture più incredibili che abbia mai fatto in vita mia. Gaiman costruisce un’America contraddittoria ed inquietante, popolata da creature e divinità che si mescolano ad un’umanità schiettamente reale. Con una scrittura travolgente e un punto di vista profondamente antropologico, American Gods è un road trip lungo gli Stati Uniti, durante il quale imparerete a conoscere decine di culture diverse, pantheon provenienti da tutto il mondo e, soprattutto, imparerete e conoscere meglio la condizione umana, rappresentata da Shadow, un protagonista scritto per accogliere l’opinione del lettore, il quale viene lasciato a briglia sciolta. Noi, infatti, siamo liberi di porci milioni di domande durante la lettura del romanzo. Domande che diventano ancora più interessanti nel momento in cui l’autore (saggio furbacchione) non ci imbocca mai delle risposte giuste.
Se avete voglia di saperne di più su questo romanzo incredibile, potete leggere l’analisi e recensione (no spoiler) di American Gods uscita sul blog cliccando qui.
Il secondo libro che mi ha rubato il cuore durante questo 2023 è L’immortale di Catherynne Valente. Si tratta di una delle letture più complesse, stratificate e poetiche che mi sia mai capitato di affrontare; un romanzo di guerra, che tratta il tema come fanno le vecchie favole: con cruda, spietata, ironica verità. I paesaggi sono quelli della Russia di inizio Novecento, che si muovono ad intermittenza con mondi fantastici usciti fuori direttamente dai racconti popolari che compongono l’ampissima tradizione folkloristica di questo Paese. L’ambientazione è quella della Rivoluzione d’Ottobre, della presa del potere di Stalin, della fame, della povertà. A guidarci in questo viaggio onirico è Marja Morevna, una giovane donna che attende che un uccello cada da un ramo per trasformarsi nel suo promesso sposo. Tutto si sarebbe aspettato meno che la sua mano venisse concessa a Koščej l’Immortale, zar della Vita. Dal momento in cui Koščej porterà Marja via con sé nelle sue terre, la ragazza vivrà avventure incredibili, scoprendo a sue spese la reale essenza delle storie che si tramandano da secoli intorno al fuoco. Anche di questo romanzo trovate la recensione sul blog (cliccate qui per leggerla).
Inoltre, dal 1 Gennaio 2024 parte il gruppo di lettura ufficiale della Redazione di Strega in biblioteca e la prima lettura che affronteremo insieme è proprio L’Immortale: potete unirvi alla lettura tramite il nostro gruppo Telegram!
La lettura preferita di Rita: a spasso per Genova con un giallo sottobraccio
Difficile scegliere tra i libri che hanno caratterizzato questo 2023 ma una scelta è doverosa per concludere l’anno… e quindi eccomi!
La lettura che ho preferito è stata I garbati maneggi delle signorine Devoto – Ovvero, un intrigo a Sestri Ponente (il libro più bello dell’anno e anche quello con il titolo più lungo) di Renzo Bistolfi, autore scoperto completamente a caso durante un bruttissimo blocco del lettore estivo e che ha saputo riportarmi indietro nel tempo, come riprendere tra le mani una vecchia fotografia.
Il romanzo, ambientato nella via Privata Vassallo a Sestri Ponente nel primo dopoguerra, racconta dei suoi abitanti e in particolare delle signorine Devoto, tre sorelle nubili, cattolicissime e rispettabili, dotate di grande vivacità intellettuale. In un quartiere in cui la tradizione e le abitudini si rincorrono tra le vie, saranno proprio loro a indagare su alcuni fatti sospetti che minacciano la tranquillità degli abitanti. Qualcuno, infatti, ha messo gli occhi su alcune proprietà della via Privata Vassallo ed è disposto a tutto pur di ottenere ciò che vuole.
Di questo libro mi hanno colpito la semplicità con cui si racconta il quotidiano, la vita della gente in un momento di ricostruzione materiale e personale, i rituali della gente comune che trasmettono una rinnovata sicurezza. Si tratta di un giallo garbato come i suoi protagonisti, con diversi momenti di ilarità che rendono possibile un’empatia immediata con le protagoniste e i personaggi che gravitano loro attorno in una piacevolissima narrazione corale. L’ambientazione di Genova (curata nei minimi dettagli, persino nel cibo e nei suoi costumi degli abitanti) e le tre sorelle perfette nell’affrontare la vecchiaia con ottimismo e senza nessuna pedanteria o noia. Nessun mistero esagerato ma una scrittura intrigante, lieve e fatta di molte risate che mi hanno accompagnata durante diversi pomeriggi assolati e afosi, consigliatissimo anche per questi ultimi giorni di vacanza!
La lettura preferita di Luisa: I racconti del Libraio di Martin Lathman
«La storia che vi apprestate a leggere analizza il nostro rapporto con un oggetto fisico — il libro — e mostra come questo legame abbia reso più profonda la percezione che abbiamo di noi stessi. La stampa ha contribuito a inaugurare a livello globale una nuova stagione di consapevolezza. Rannicchiati con un libro in mano, continuiamo a scoprire nuovi sé.»
C’è solo una persona che mi viene da scomodare per dare l’idea della passione e della naturalezza che animano le parole di Martin Latham, il libraio del titolo, e questa è Alberto Angela. Energico nell’espressione e misurato nell’incedere, Latham segue i sentieri battuti della storia del libro per abbandonarli a ogni buona occasione e avventurarsi lì dove mai andrebbero un manuale o un saggio più istituzionale. Minatori scozzesi burberi che leggono alla flebile luce di una lanterna sottoterra; regine francesi o ricche signore vittoriane che usano gli altri come audiolibri viventi, ambulanti di libri in giro per l’Europa o bouquiniste sul lungosenna che hanno diffuso la cultura più dei loro governanti — queste sono solo alcune delle figure sottovalutate, sottostimate, quando non proprio depennate, dalla storia ufficiale.
I racconti del libraio mi ha riempito di meraviglia a ogni pagina e fatto sghignazzare più volte di quanto sarebbe lecito ammettere. Tra i miei capitoli preferiti, “Sogni di biblioteca” — lo sapevate che i Romani avevano le biblioteche pure nelle terme? — e “Segni di lettura” — puristi dei libro, questo non vi entusiasmerà molto. Sapevo che sarebbe stata una lettura ricca, ma non che arrivasse a mettere radici così profonde. Che volete farci, sono una nonna inglese dentro, io.
La lettura preferita di Flavia: a spasso per la galassia contro lo sterminio dell'Umanità
Project Hail Mary è un libro fantascientifico pubblicato proprio all’inizio del 2023 da Mondadori. L’autore, Andy Weir, già conosciutissimo per il suo libro The Martian, da cui è stato tratto il film che vede protagonista Matt Damon. Se volessimo classificare la nuova fatica di Weir potremmo dire, in breve, che è un libro sugli alieni che fa riflette sul significato più profondo del termine solidarietà. Tutto parte quando il sole inizia ad essere minacciato da quelli che, lasciando da parte il linguaggio tecnico, possono essere definiti come “parassiti intergalattici”, che in realtà altro non sono che dei microrganismi che si cibano dell’energia delle stelle. Dopo averne prosciugate un numero indefinito, sono arrivati a minacciare la stella che regola la vita su un piccolo pianeta chiamato Terra: il Sole. Il protagonista è un professore/genio/scienziato senza alcun allenamento o propensione ai viaggi spaziali, che però viene scelto come astronauta nell’unica spedizione possibile per salvare la Terra e l’intera umanità dal suo imminente sterminio. Potrebbe sembrare un cliché, ma Weir riesce a far funzionare perfettamente questa scelta, giustificando in maniera inattaccabile ogni decisione presa nel corso della narrazione.
Una volta nello spazio, l’umano si scontra con l’alieno, che per una volta non è una minaccia ma anzi si rivela un sostegno indispensabile. Andy Weir mette nero su bianco una storia di fiducia e amicizia, inserendo di tanto in tanto spiegazioni prettamente scientifiche. L’autore approfondisce il problema dei “parassiti” quel tanto che basta per renderlo estremamente verosimile e al tempo stesso comprensibile anche a chi non è propenso a leggere di questi argomenti. La solidarietà che pregna tutta la storia altro non è se non la dimostrazione che l’amicizia può nascere anche nelle situazioni più difficili, persino negli angoli più lontani della galassia. E, per quanto inaspettato, preparatevi a commuovervi per un perfetto finale agrodolce.
La lettura preferita di Viviana: la storia di un personaggio che non voleva più vivere in un libro
Nonostante i libri del 2023 siano stati pochi, ognuno di essi, con le proprie caratteristiche, l’ho trovato magnifico. Ma se proprio vogliamo incoronare un “preferito”, il titolo scelto è Piove per esigenze di trama di Nicolò Targhetta, edizioni Becco Giallo. La trama è estremamente particolare e l’autore (geniale, per chi non lo conosca) ha saputo ricreare una parodia della letteratura ribaltando le comuni prospettive in un modo estremamente intelligente. È la storia di Commissario Elfo, ex protagonista di un libro fantasy, che decide di scappare dal suo libro e di non essere mai più un personaggio. Lui desidera la normalità, e per farlo boicotta ogni pretesto di trama: si traveste da commissario e vive in una casa grigia e anonima di periferia (sapete, là fuori è pieno di autori che scrivono libri, e a nessun lettore piace leggere azioni comuni). Proprio per questo il Commissario Elfo esce da un parcheggio impiegandoci più di un paragrafo: è totalmente paranoico, sociopatico e sopraffatto dagli attacchi di panico. Elfo desidera una vita comune, e mai e poi mai vorrebbe finire nella trama di un libro. Un giorno incontra Tegolina, ex protagonista di una fiaba lituana, che invece è il suo esatto opposto. Purtroppo, non c’è scampo in una città dove persone e personaggi letterari convivono: Elfo ci ricascherà e dovrà cavarsela con tutti i suoi mezzi per non tornare ad essere l’ennesimo protagonista di una storia avvincente.
In questo libro altamente ironico e intelligente, Nicolò Targhetta scrive riferimenti letterari che soltanto un vero appassionato di fantasy e letteratura può cogliere. Io, leggendolo, ho riso tutto il tempo. Lo consiglio a chi ha voglia di una lettura originale, alternativa e ironica!
La lettura preferita di Roberta: la storia di un personaggio che non voleva più vivere in un libro
“Mi chiedo come sia stare con qualcuno che ti ama nonostante la tua rabbia.”
Se c’è un romanzo che ha segnato profondamente il mio 2023 quello è sicuramente Tutta la mia rabbia di Sabaa Tahir. Pakistan, allora. Toufiq e Misbah si sposano e si trasferiscono negli Stati Uniti. Il loro è un matrimonio combinato che sorprendentemente si trasforma presto in un rapporto d’amore che
rimarrà tale fino alla fine. Negli Stati Uniti aprono il motel albergo “Il Riposo delle Nuvole” e poco dopo questo sogno viene coronato dall’arrivo del loro primo figlio, Salahudin. Juniper, oggi. Salahudin e Noor conoscono bene i problemi del vivere in una famiglia con dei segreti. Il padre di Salahudin è un alcolista, la madre gravemente malata e le sorti del motel sono appese a un filo. Noor è orfana di entrambi i genitori ed è costretta a vivere con uno zio che odia le
loro origini pakistane e che le proibisce di vivere liberamente la sua fede.
Tutta la mia rabbia è un romanzo doloroso, che tratta temi forti come gli abusi sessuali, l’alcolismo, la discriminazione religiosa e culturale, la violenza domestica. Sabaa Tahir riesce a raccontare con grande delicatezza i traumi che attraversano due generazioni, separate dal tempo e dallo spazio, ma che vivono gli stessi drammi. Non è certamente una storia in cui tutti possiamo riconoscerci, ma è una storia che ha bisogno di essere ascoltata.
La lettura preferita di Giulia: tra menzioni d'onore e medaglie d'oro
Dicembre è quel momento dell’anno in cui normalmente ci si guarda alle spalle, e ci si chiede dove è volato il tempo. E tra i vari ricordi che si ripercorrono, una delle prime domande che io mi faccio è: ma io, quest’anno, cosa ho letto? (Le divinità benedicano gli archivi come Goodreads). Coronare un libro solo per il 2023 come preferito è un’ardua impresa. Quindi, parto dalle menzioni speciali,
le citazioni al volo perché impossibile non farle: Weyward di Emilia Hart e Dune di Frenk Herbert. Weyward di Emilia Hart fa parte del sottogenere di letture femministe che utilizza storia ed elementi magici per sottolineare la strada già percorsa, e tutta quella che ancora è da percorrere, per la reale parità di genere. Di questo romanzo incredibile trovate la recensione uscita sul blog cliccando qui. Dune invece è la mia personale Odissea: lettura fantascientifica, non un genere che mastico ogni giorno, in lingua, per non farsi mancare niente. Il 2024 inizierà con il terzo capitolo della saga, Children of Dune. Anche di questa opera immortale trovate un articolo dedicato sul blog cliccando qui!
Ma adesso arriviamo alla lettura che ha scavalcato tutte le altre: al primo posto tra le letture del 2023 va il capostipite di una saga che ha il potere di trascinare il lettore come un fiume in piena. Una saga che ha come sottofondo il suono di un banjo e il frinire dei grilli, dove l’elemento gotico e orrendo passa per normale di fronte alle follie della vita familiare dei protagonisti. Il mio libro preferito del 2023 è La Piena, della saga di Blackwater, scritta da Michael McDowell ed edita Neri Pozza. Perfetto per chi ama le saghe familiari, i libri storici, le ambientazioni paludose tra brividi e coccodrilli. Una saga in cui ti aspetti il colpo di scena, ma non sai mai da che lato può arrivare. Ed ogni volta rimani sorpreso. Ricordo ancora come ho abbandonato il bozzolo delle coperte nel mio angolo lettura per correre come una pazza alla libreria più vicina per acquistare il seguito, una volta che mi sono accorta che mi mancavano solo dieci pagine dalla fine. E un libro capace di farti abbandonare casa per uscire al volo sotto la pioggia è sempre in cima alla mia lista dei consigli.
Le letture preferite di Vivian: salute mentale e narrativa familiare
Lou Lubie è stata una delle mie scoperte del 2023: sono stata conquistata prima con E alla fine muoiono e poi con La mia ciclotimia ha la coda rossa. Quest’ultima in particolare è una graphic novel autobiografica e divulgativa che parla del disturbo ciclotimico, un disturbo dell’umore del gruppo delle malattie bipolari, attraverso il punto di vista dell’autrice. Attraverso la condivisione della propria esperienza personale, Lou Lubie, con grande sensibilità ed autoironia, racconta la storia del suo percorso fino al raggiungimento della diagnosi, raccontandone i dubbi, le paure e gli errori, e dell’acquisizione di autoconsapevolezza. Se volete saperne di più, trovate sul blog un articolo dedicato a questa graphic novel cliccando qui!
Ma questo 2023 di letture non può essere raccontato senza uno dei libri che più ha segnato la mia esperienza di lettrice. Ho sempre pensato che chi parlasse di questa autrice, ed in particolar modo di la sua tetralogia, esagerasse con le lodi, ma mi sbagliavo. Elena Ferrante è assolutamente una maestra nel racconto dei rapporti umani, nella vivisezione delle relazioni. La storia di L’amica geniale è ambientata in un rione tra i più malmessi di Napoli, negli anni ’50, e racconta l’infanzia e l’adolescenza di due amiche, Raffaella, detta Lila, e Elena, detta Lenù. Non ho mai visto rappresentare in maniera così realistica la competizione, l’invidia e l’ammirazione di alcune amicizie, quelle che si capisce fin dal primo momento che dureranno tutta la vita. Cosa c’è di straordinario nel racconto di un’amicizia tra due donne? La sua straordinarietà sta nell’ordinarietà descritta dalla penna di Elena Ferrante, sempre limpida, precisa; una storia che sposa alla perfezione il modo in cui è stata raccontata. Nella sua normalità, l’autrice ci racconta la storia prima di due bambine e poi di due giovani donne, dei loro amori, delle loro ambizioni raggiunte e negate, delle loro paure, delle loro sconfitte e rivincite. Personalmente, non penso di aver mai letto personaggi femminili scritti così bene. Nel 2024, se vi concederete di conoscere Lila e Lenù, non ve ne pentirete, io nel frattempo vi aspetto urlando “Nino Sarratore merda”.