One Piece: un raro remake di successo da mamma Netflix
Quest’estate Netflix ha rilasciato sulla sua piattaforma la prima stagione di una serie TV che immediatamente molti di voi avranno riconosciuto dal titolo e dalla spumeggiante copertina colorata. Chi è stato bambino negli anni ’00, almeno una volta si sarà imbattuto in una puntata di One Piece, l’anime giapponese piratesco prodotto dalla Toei Animation, ispirato al manga di Eiichirō Oda. Un lavoro simile era stato fatto da Netflix per l’amatissimo anime Death Note, con un risultato, tuttavia, che aveva generato grandissime polemiche tra il pubblico più affezionato e generale insoddisfazione anche tra i pochi che dell’originale prodotto giapponese non avevano mai sentito parlare. Con One Piece pare che Netflix abbia tentato di riscattarsi: ci sarà riuscita oppure avrà partorito l’ennesimo flop?
Un mix tra un'avventura piratesca, un anime giapponese e un video game dei primi anni '00
All’interno di questo articolo è doveroso fare una premessa: nonostante conoscessi da tempo il titolo “One Piece”, non sono mai entrata a far parte del pubblico della serie animata, quindi sono arrivata al remake Netflix totalmente ignara. Certo, a tutti noi Gen Z è capitato almeno una volta di tornare a casa da scuola, accendere Italia Uno e beccare di sfuggita l’immagine di Cappello di paglia, ma se il personaggio principale dell’anime era ben distinto nella mia mente, la trama che gli girava intorno era a me sconosciuta. Forse anche per questo motivo sono stata positivamente impressionata dalla puntata pilota di One Piece (2023): davanti a me c’è stata un’esplosione di colori e personaggi stravaganti che mi hanno immediatamente conquistata!
Seguiamo la storia di Monkey D. Luffy, un ragazzino distinto da un cappello di paglia con una fascia rossa e da un carattere esuberante. Luffy ha un sogno: trovare il One Piece, il leggendario tesoro del pirata Gold Roger, e diventare il Re dei pirati. Ma per farlo ha bisogno di una ciurma. Attraversando peripezie varie al limite della follia, riuscirà ad intrecciare il cammino di Zoro, uno spadaccino taciturno che per mestiere consegna i pirati alla giustizia, e di Nami, una ladruncola astuta piena di segreti da nascondere. Questo bizzarro trio, composto da personaggi che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altra, riesce ad impossessarsi della mappa per la Rotta Maggiore, sulla quale si dice si trovi il luogo custode del One Piece. Ma i pericoli sono ogni volta dietro l’angolo. Luffy e la sua ciurma finiranno ben presto sulla lista nera dei pirati più terribili dei quattro mari e diventeranno obbiettivo di cattura anche da parte della Marina, decisa a stroncare l’attività piratesca per sempre.
One Piece riscrive il concetto di pirateria con divertimento e un pizzico di poesia
Non appena ho iniziato a guardare la serie live action di One Piece, una sola domanda mi rimbombava nella testa: Luffy, ma sei fuori di testa!? Il nostro protagonista è infatti un tipetto incredibilmente singolare, che vi farà sorridere ad ogni inquadratura per il suo spietato ottimismo e il suo famelico appetito. In lui rimbomba solo il desiderio di realizzare un sogno che si porta nel cassetto (o meglio, nel cappello) da quando era bambino: diventare il Re dei pirati. Peccato che Luffy assomigli a tutto meno che a uno dei famigerati pirati che affollano i volantini da ricercati che la Marina sparge in ogni porto. Dotato di un’inspiegabile fiducia nei confronti del mondo che lo circonda (fatto di ladri, assassini e furfanti) e in se stesso, Luffy dimostra allo spettatore che non servono cicatrici vistose e un brutto carattere per diventare un pirata. Quello che occorre è un sogno da realizzare e uno sfrenato desiderio d’avventura.
La parola chiave di questa serie è “libertà“. Cosa rende un pirata tale? L’oro che possiede o le avventure che colleziona? Fortunatamente per noi, Luffy è un sostenitore della seconda opzione e non si risparmia mai quando all’orizzonte si presenta una missione da portare a termine o un luogo nuovo da esplorare. Luffy è la personificazione del senso di libertà (la libertà di inseguire i propri sogni, quella di vivere una vita su misura per noi, quella di essere semplicemente noi stessi) e spetterà a lui condurre la sua ciurma, ben più ombrosa e carica di dubbi, alla scoperta della vera avventura: quella che non prevede catene se non quelle forgiate in nome dell’amicizia tra membri di un’equipaggio. One Piece è così bravissima a creare dinamiche relazionali, in cui ogni personaggio è in conflitto caratteriale con un altro: questo continuo battibecco non solo arricchisce la trama di battute divertenti e situazioni esilaranti, ma costruisce una base solida per la crescita di ogni componente della storia.
Quando una serie TV è scritta con intelligenza: One Piece è impossibile da non bingewatchare
Avete presente quelle serie TV in cui la trama fatica ad ingranare? In cui la prima puntata è solo un’introduzione lenta che non ci invoglia a proseguire? In cui le puntate si riempiono di tempi morti? Scordatevi tutto questo nel momento in cui deciderete di partire con la ciurma di Cappello di paglia. One Piece racconta di una grande avventura e la scrittura della serie ci tiene a farci avvertire l’adrenalina in ogni sequenza. Guardare One Piece è come stare su una montagna russa di emozioni: se in una sequenza ci viene da ridere a crepapelle, nella seguente è facile commuoversi, arrabbiarsi o esultare. Quando una serie TV è ben pensata sin dal momento della scrittura, riesce facilmente a catturare il cuore di chi guarda, lo ingabbia e fa di tutto per non renderlo indifferente alle vicende dei suoi personaggi. Guardare le gesta della ciurma di Luffy vi farà sentire parte stessa del suo equipaggio e anche il personaggio più distante da voi vi sembrerà essere il vostro migliore amico.
Le puntate sono ricchissime di eventi, i quali non risultano mai frettolosi o sconclusionati, ma dinamici e utili alla costruzione di una storia ben più grande. Non ci sono momenti inutili, messi lì solo per allungare il brodo e raggiungere i 50 minuti a puntata; e la cosa più soddisfacente che la serie regala ai suoi spettatori è la reale preoccupazione che si prova nei momenti di pericolo. Capita che nelle serie TV d’avventura o nei film action i personaggi siano coinvolti in sfide intermedie che mettono a rischio la loro vita prima dell’incontro con il famigerato “boss finale”. E spessissimo accade che queste scene siano viste dallo spettatore con la certezza che tutto si risolverà per il meglio. Dopotutto quel personaggio non può morire adesso, è il protagonista! E invece in One Piece, nonostante sappiamo che Luffy non può essere fatto fuori a puntata 2, proviamo agitazione in ogni scontro e i nemici che la ciurma di Cappello di paglia si ritrova ad affrontare sono tutti super credibili nei loro ruoli di antagonisti, nonostante il loro aspetto spesso pacchiano e addirittura buffo. Tra scene di combattimento fantasiose e coreografiche (in pieno stile orientale), piani folli e colpi di scena, la noia in One Piece non è mai contemplata.
Un'estetica confusa e plasticosa... che funziona alla grande!
I puristi del genere marinaresco potrebbero ritrovarsi a storcere il naso di fronte ai costumi eccentrici dei personaggi e alle scenografie impossibili di One Piece. Datevi un po’ di pazienza, suggerisco io: vedrete che con l’andare avanti delle puntate assumerà tutto molto più senso. Il trucco è lasciarsi investire da tutta questa esagerazione ed entrare nell’ottica che la cosa meno kitsch che vedrete sarà un pirata clown con una ciurma di freaks. Personaggi vestiti con abiti goticheggianti si intrecciano a personaggi in bermuda e camicetta hawaiana; casermoni della Marina con prigioni e patiboli si mescolano a ristoranti galleggianti in mezzo al mare e navi a forma di capra. Lo stile di One Piece è riassumibile solo con “stile alla One Piece“, perché è talmente vistoso ed unico da risultare inimitabile: ed è per questo che funziona.
One Piece è una serie TV che fa per te se...
One Piece è la serie che fa per te se stai cercando un prodotto che ti intrattenga ad ogni frame, che ti faccia ridere e piangere al momento giusto e che ti sollevi il morale anche nelle giornate più storte. Vedere una puntata di One Piece per me ha lo stesso effetto di una bevanda energizzante: ti rinvigorisce e ti fa venire voglia di saltare per tutta il salotto! Se ami il mondo degli anime giapponesi, le storie di pirati e non ti intimorisci davanti al più meraviglioso no-sense, non rimarrai deluso da questa serie e, anzi, desidererai di averne ancora e ancora e ancora! Se invece appartieni a quella fetta di pubblico che concepisce i pirati solo alla Black Sails e non tollera neanche un capitano come Jack Sparrow, probabilmente l’esagerazione di One Piece potrebbe stomacarti dopo poche puntate. Da parte mia ho un ultimo consiglio da darvi: abbandonate i pregiudizi e provate a premere play sulla prima puntata. Anche io ero molto scettica riguardo questa serie TV (specialmente perché non sono mai stata tra le fila del pubblico dell’anime), ma dopo pochi minuti mi sono dovuta ricredere. E fidatevi di me quando vi dico che guardando questa prima stagione mi sono divertita da matti!