RECENSIONI
Romeo e Rosalina: se Shakespeare potesse parlare…

Romeo e Rosalina: se Shakespeare potesse parlare…

Il 12 settembre Neri Pozza ha donato ai lettori e alle lettrici italiane un retelling che aveva tutte le carte in regola per diventare uno dei miei preferiti. Sto parlando di Romeo e Rosalina, rivisitazione della celeberrima storia di Romeo e Giulietta di Shakespeare dal punto di vista della presto dimenticata Rosalina, primo amore di Romeo e personaggio che mai compare in scena durante il dramma originale. A scrivere il retelling è Natasha Solomons, che raggiunge con questo romanzo la quinta pubblicazione per Neri Pozza, preceduta da I Goldbaum, Casa Tyneford, Io, Monna Lisa e Un perfetto Gentiluomo. Fiera di chiamare Romeo e Rosalina un retelling della tragedia shakespeariana in chiave femminista, Natasha Solomons mi ha regalato un’esperienza di lettura davvero complicata, che in me ha fatto nascere una sensazione molto comune per le lettrici più appassionate e fiduciose nei confronti dei prossimi arrivi in libreria: delusione.

Romeo e Rosalina: la trama più conosciuta di sempre, o forse no?

Romeo e Rosalina vede come protagonista Rosalina Capuleti, cugina della leggendaria Giulietta, che dopo la morte della madre vede proiettarsi di fronte a sé un destino che non le appartiene: diventare monaca. Figlia del ricco Masetto Capuleti, già munito di un erede maschio, Rosalina viene costretta dal padre e dalle ultime volontà della madre a prendere i voti per diventare monaca di clausura, condizione che mal si sposa con l’energia impertinente della giovane ragazza. Consapevole che niente impedirà a suo padre di farle indossare la tonaca, Rosalina decide di spendere i suoi ultimi giorni di libertà vivendo avventure che le diano un ultimo assaggio della vita. Ed è proprio mossa da questo desiderio che si imbatterà nell’affascinante figura di Romeo Montecchi. Dal loro primo incontro, tra i due nascerà una passione infuocata, segreta ma piena di lati oscuri. Romeo è davvero l’uomo d’onore e l’innamorato fedele che tutte noi lettrici abbiamo sognato leggendo Romeo e Giulietta

Rosalina, l'eroina che non sapevo di NON volere

Romeo e Rosalina fa parte di quella categoria di romanzi che io amo definire “ingannevoli“: hanno una copertina ingolosente, una trama che cattura immediatamente l’appassionata di letteratura quale sono, una scrittura seducente e curata… ma tutti questi elementi sono solo fumo davanti agli occhi, perché quando ci si addentra nel pieno della lettura ci si rende conto di quanto essa sia in realtà vuota. Il primo elemento di questo libro che mi è sembrato scialbo come una giornata in cui il cielo è grigio ma non si decide di far piovere è Rosalina. Rosalina è la protagonista indiscussa del romanzo, eppure la sua personalità è insignificante. Una ragazzina che si lascia trasportare dagli eventi, che si arrende al fato, impossibilitata da una scrittura del personaggio che la rende piatta, poco accattivante e contraddittoria. Ci viene presentata come una donna energica, anticonformista, la “pecora nera” della famiglia Capuleti: il perché di tutti questi aggettivi che le vengono affidati mi è ancora sconosciuto. 

Cosa non funziona in Romeo e Rosalina?

A mio parere per rispondere a questa domanda in maniera approfondita è necessario fare degli spoiler. Quindi dopo questo paragrafo troverete una parte spoiler dove parleremo meglio della struttura del libro e faremo qualche parallelismo con il dramma originale di Shakespeare. Per chi non ha ancora letto Romeo e Rosalina, vediamo in maniera più generale i motivi che mi hanno fatto storcere il naso man mano che sfogliavo le pagine del romanzo. 

Purtroppo la grande pecca di Romeo e Rosalina è la credibilità: nessun rapporto tra i personaggi regge se lo si osserva con un minimo di raziocinio. L’amore tra Romeo e Rosalina nasce in maniera istantanea e una passione così fulminea, seguita da una disperazione tanto destabilizzante, non è credibile se calata all’interno di un libro che intende fornire al lettore una versione “realistica” dei fatti presenti all’interno del dramma shakespeariano (che di realistico non ha NIENTE). Il personaggio di Romeo è un cartonato: non ha un briciolo di personalità, non riusciamo mai a capire le sue azioni, ad accettarlo come reale co-protagonista. Non esercita sui lettori nessun tipo di fascino, non ci ammalia come “cattivo” della storia, ma neanche ci suscita ripugnanza, ma esiste solo per recitare una parte: essere l’incarnazione del male assoluto, quindi piatto e senza senso. Perché agisca nel modo in cui agisce non è dato saperlo. 

Il love bombing in Romeo e Rosalina

Appena iniziamo a leggere il romanzo capiamo che Natasha Solomons ha voluto descrivere un personaggio (Romeo) come esempio massimo di amore tossico e narcisista. Romeo è un uomo bellissimo, pieno di sé, che usa le parole farcite di miele per corteggiare ragazze giovani e ingenue. Una volta approfittato di loro, si stanca e le abbandona al loro destino. Okay che l’autrice ha voluto raccontare una palese storia di love bombing, ma non c’è un minimo di approfondimento psicologico della dinamica tra i personaggi e non abbiamo neanche un ragionamento realmente complesso sulla dinamica tossica della relazione. Le cose avvengono e basta e in un paio di pagine tutto si risolve. Anche situazioni interiori ai personaggi che meriterebbero duecento pagine per essere raccontate seriamente. 

Anzi, la tematica del love bombing è analizzata in maniera tanto superficiale che alla fine del libro ci chiediamo se Romeo sia un mago dotato di cilindro e bacchetta: le donne in pochi istanti cadono preda del suo incantesimo e in men che non si dica dichiarano che morirebbero per lui. Non sono un’esperta, ma le dinamiche relazionali che si riconducono al love bombing sono certamente più complesse di così. L’unico elemento più plausibile è la condizione di Rosalina e Giulietta all’inizio del romanzo: la prima reduce dalla morte dell’amata madre e ignorata dal padre, la seconda trattata in maniera anaffettiva dalla madre Lauretta. Questo sentimento di totale attaccamento e dipendenza nei confronti di Romeo potrebbe derivare da un recondito desiderio di essere amate e considerate da qualcuno? Sì, ma niente all’interno del libro ci suggerisce un approfondimento della dinamica. Tutto è campato in aria e lasciato all’incerta interpretazione del lettore.

Conclusioni di una lettrice amareggiata

Romeo e Rosalina è un libro che viaggia su mille aspettative che vengono puntualmente deluse. Debole nella sua struttura, incapace di mantenere gli impegni prefissati dall’autrice, povero di contenuto e mal gestito dal punto di vista narrativo, è un romanzo che non rispetta minimamente l’essenza dell’opera originale di Shakespeare, capolavoro che ho avuto il piacere di studiare da un punto di vista accademico. Le note a fine libro che l’autrice sfrutta per convincerci della sua lettura dell’opera shakespeariana sono piene di teorie campate in aria che fanno riflettere sulla scarsa solidità del materiale a cui l’autrice si è affidata per scrivere questo retelling: avrebbe fatto più bella figura scrivendo una storia originale sul love bombing senza disturbare il povero William, che per quello che Natasha Solomons ha fatto ai suoi personaggi si sta grattando il capo nell’Iperuranio. 

In conclusione, mi viene da darvi due spassionati consigli. Il primo: leggete Romeo e Giulietta. Per quanto antico e conosciutissimo sia questo testo, finché non lo si legge con attenzione è impossibile apprezzarne il reale valore. Si tratta di una storia commovente, appassionante, piena di genialità, che veicola messaggi ancora oggi estremamente importanti e attuali, come la libertà personale, l’affermazione della propria individualità, il coraggio dell’amore, l’affrancamento dei figli nei confronti dei padri. Il secondo: se avete voglia di un retelling di Romeo e Giulietta che abbia come protagonista Rosalina, guardate Rosaline, film che trovate su Disney +. Si tratta di una commedia romantica estremamente divertente e genuina, una parodia della storia di Romeo e Giulietta che, nonostante tutte le sue manipolazioni della trama, sa mantenere con più fedeltà di Natasha Solomons i principi tanto cari a William Shakespeare. E la Rosalina di Rosaline vi farà letteralmente innamorare. Per chi non ha letto il libro è tutto, per gli altri ci vediamo nella parte spoiler!

PARTE SPOILER: se Shakespeare potesse parlare...

Cari lettori e lettrici, se siete arrivati a questo punto vuol dire che avete letto Romeo e Rosalina oppure che non temete spoiler e vi va di approfondire insieme un po’ di aspetti puramente letterari che riguardano quest’opera. Ebbene, non prometto di trattenere la rabbia. Romeo e Giulietta è una tragi-commedia (eh già, non si piange soltanto leggendo degli innamorati nati sotto una cattiva stella, ma si ride anche a crepapelle) di Shakespeare che secondo me chiunque dovrebbe leggere: si tratta di un play estremamente dinamico, pieno della più alta poesia mai scritta ma anche ricco di situazioni divertenti e paradossali (per scoprire tutte le ragioni per cui leggere Shakespeare è più divertente di una stagione di LOL-Chi ride è fuorileggete questo articolo). Non a caso la comunità accademica lo definisce il dramma del “controfattuale“, ovvero in cui il lettore è portato in continuazione ad esclamare “se solo non fosse andata così!”. Nonostante il mondo intero sappia come vada a finire la tragica storia di Giulietta e del suo Romeo, per tutto il dramma (un po’ come quando si guarda il Re Leone e ogni volta ci si aspetta che Mufasa non muoia) noi lettori ci mangiamo le dita e speriamo in ogni modo che le cose vadano nel verso giusto, così che i due amanti veronesi possano sopravvivere e coronare il loro sogno d’amore! E tutte le volte finiamo per essere scossi dai singhiozzi. 

Per comprendere ed apprezzare a pieno Romeo e Giulietta ci sono un paio di elementi che vi consiglio di tenere a mente. Shakespeare non aveva alcuna intenzione di scrivere un dramma dotato di raziocinio: nulla in Romeo e Giulietta è dominato dalla ragione; si tratta di una storia che vede come protagonisti due giovanissimi innamorati (giovanissimi, capito Natasha?) che, spinti dall’impeto dell’amore immaturo, decidono di andare contro l’antica faida tra le loro famiglie per unirsi in matrimonio. Ah, avete presente il terribile antagonismo tra Montecchi e Capuleti? Neanche lui ha senso di esistere. Shakespeare non ci rivela mai la motivazione per cui Montecchi e Capuleti si odiano tanto, anzi, continuamente nel dramma sottolinea quanto questa faida sia antica, inutile, dalle radici dimenticate nel tempo. Il motivo di questa scelta è tutto filosofico: il drammaturgo elisabettiano vuole mettere in scena una contrapposizione ideologica tra vecchie e nuove generazioni. I giovani muoiono a causa delle ire inutili dei padri. Romeo e Giulietta sono il baluardo dell’indipendenza giovanile, sono il simbolo della novità che viene uccisa dal pregiudizio e dall’abitudine. 

Altro fattore fondamentale che molti tendono a dimenticare: Romeo e Giulietta sono diversi come il giorno e la notte. Romeo è un personaggio fanciullesco, spensierato e melodrammatico, che vive di poesia ed è innamorato dell’amore. Giulietta, al contrario, è l’esempio della maturità, della ragione e della presenza di spirito. Lei si innamora di Romeo perché sceglie di fidarsi di lui, perché accetta le sue debolezze e intende aiutarlo a superarle. Lo schernisce durante tutta l’opera, lo intima di non fare giuramenti che non può mantenere ed infine lo aiuta a diventare uomo: ma cosa significa diventare uomo nella poetica di Shakespeare? Significa accettare le conseguenze delle proprie azioni, il sacrificio, i sentimenti totalizzanti. Rosalina in Romeo e Giulietta è un personaggio chiave proprio per questa ragione: Rosalina rappresenta l’amore giovanile di Romeo, la spensieratezza, quel “mal d’amore” che tutti noi proviamo in adolescenza e che quasi ci fa piacere nutrire. Rosalina è la fase della poesia senza spessore, delle dichiarazioni vuote: vuote non perché prive di sentimento, ma perché prive di consapevolezza. Giulietta, il Sole, è colei che illumina la strada di Romeo verso una presa di coscienza estremamente adulta: l’amore non è fatto di belle parole, ma di azione, di sacrificio e di coraggio.

Il Romeo e la Giulietta di Romeo e Rosalina

Tutte queste cose di cui vi ho parlato (che non ho inventato io, ma che troverete scritte in qualsiasi prefazione al dramma shakespeariano) sono state completamente demolite dal retelling di Natasha Solomons. Partiamo con il personaggio più problematico. Romeo in Romeo e Rosalina ci viene presentato come un uomo adulto, con un’età che si aggira intorno ai 25 anni. Considerando che l’età media di una persona durante il Cinquecento era di 50 anni, Romeo è praticamente un uomo di mezza età, magari con qualche capello bianco in testa. Rosalina e Giulietta mantengono l’età originale del dramma: Rosalina è una ragazza giovane, nel libro è più o meno una quindicenne, e Giulietta deve compiere quattordici anni. Questo fa di Romeo un qualsiasi uomo di mezza età interessato a circuire ragazze molto più giovani di lui (com’era la norma, all’epoca). Ma allora, considerando tutto il discorso sulla lotta generazionale interna al dramma shakespeariano, che senso ha far rientrare Romeo tra i “vecchi”? 

Romeo ci viene descritto come una bellissima maschera di crudeltà. Un uomo che non si fa scrupoli a sedurre e abbandonare qualsiasi tipo di donna, purché abbia meno di sedici anni. Disonora, schiaccia, deruba e abbandona e tutto questo sembra farlo in una specie di trans priva di consapevolezza. Capire il Romeo di Natasha Solomons mi è risultato veramente molto difficile: non ha un movente, un’identità, una linea narrativa strutturata. Lui esiste per fare del male… e basta. Deruba anche se è ricco, tradisce anche se è innamorato, uccide anche se non vuole uccidere. Romeo è un personaggio troppo contraddittorio, che invece di risultare complesso risulta solo insulso e insignificante. E questo accanimento nei confronti di Romeo da parte dell’autrice è totalmente ingiustificato: forse non tutti lo sanno, ma nell’opera originale Rosalina non è innamorata di Romeo. Anzi, lo rifiuta più e più volte! Quindi che Romeo abbia “abbandonato” Rosalina è falso! Qualcuno potrebbe attribuirgli la colpa di avere sentimenti volubili… ma voi quando avevate quindici anni eravate questi esempi di fedeltà marmorea? Oppure bastava una risata con la/il compagn3 di banco per farvi dimenticare la vostra crush precedente? Datemi dell’indecisa, ma io a quindici anni mi innamoravo ogni settimana di una persona diversa! 

E Giulietta? Giulietta in Romeo e Rosalina è onestamente una mezza scema. Scusate il gergo poco professionale ma non saprei come altro definirla. Nella prima parte del romanzo è ancora una bambina, che corre a piedi nudi e si mordicchia le ciocche dei capelli. Poi conosce Romeo e diventa un’ameba incapace di intendere e di volere. I suoi occhi vengono sempre definiti come vuoti e deliranti, non ascolta le insistenti avvertenze di sua cugina Rosalina né del suo amato cugino Tebaldo. Il suo cambiamento è repentino, insensato, come se l’amore, invece di renderla l’eroina coraggiosa che abbiamo imparato ad amare, la rendesse pavida, suicida, smorta e snaturata. Personalmente ho sempre amato la Giulietta di Shakespeare e vederla ridotta ad un cagnolino ottuso e incosciente mi ha fatto salire i bollori di rabbia. 

Questo libro mi ha dato da ridire persino su due personaggi che nessuno altrimenti calcolerebbe! Sto parlando di Frate Lorenzo e del Conte Paride. Frate Lorenzo viene trasformato nel pappone di Verona che tiene una lista di ragazzine in tenera età da dare in pasto a uomini adulti vogliosi. Diventa un assassino, che aiuta Romeo a disfarsi delle giovani ragazze che circuisce. Beh, sappiate che Frate Lorenzo in Romeo e Giulietta è il primo ad ostacolare l’amore tra i due amanti, il primo a presagire la sventura della loro unione, il primo che considera una pessima idea mettersi contro le ire dei genitori. Tuttavia è un personaggio talmente positivo che riconosce, nonostante tutto, il sincero affetto dei giovani veronesi e li aiuta nel loro piano. Il conte Paride invece è un viscido adulto che desidera solo deflorare Giulietta, mentre nel dramma shakespeariano egli è seriamente innamorato della giovane Capuleti, intende sposarla e al momento della morte di Giulietta perirà per difendere la sua tomba. Ma tanto oggigiorno se si vuole scrivere un libro femminista basta inserire solo personaggi maschili rappresentanti la feccia dell’umanità, giusto?

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