Bussola letteraria: il romanzo d’avventura
Oggigiorno è facile imbattersi sui social e sul web in consigli letterari di ogni tipo, che cercano di catturare la gola dei lettori più assidui. Romance, fantasy, thiller sono i generi letterari che vanno per la maggiore nel 2023, ma forse qualcuno non sa che i nostri amati predecessori, i lettori antesignani che hanno dato origine alla letteratura di massa, resterebbero di sasso a constatare la scarsa presenza nelle nostre TBR del loro genere letterario preferito: il romanzo d’avventura.
Breve storia del romanzo d'avventura: come nasce e perché?
Il romanzo d’avventura è un vero e proprio genere letterario che, possiamo ben dirlo, esiste da centinaia e centinaia di anni. Alcuni esperti considerano addirittura l’Odissea come il genitore di questo genere, poiché include tutti gli elementi che rendono un romanzo d’avventura tale: il tema del viaggio, lo scontro uomo-natura, il romanticismo, la sfida e il pericolo. Certamente Ulisse non avrebbe mai immaginato di essere, un giorno, ricondotto alle opere di Jules Verne, ma effettivamente è molto facile accostare l’eroe omerico ai grandi protagonisti del XIX secolo.
Il romanzo d’avventura solca i secoli e le varie Età dell’Uomo su un vascello dotato di ali, insinuandosi in tantissimi altri generi collaterali e diventando un fluido sottobosco che riconosciamo un po’ dappertutto. Ovunque vediate, di fatto, un personaggio alle prese con un’impresa incredibile, un viaggio pericoloso in luoghi sconosciuti, una missione da portare a termine sfidando Titani e Madre Natura… beh, vi state trovando di fronte ad un romanzo d’avventura mascherato da qualcos’altro (epic fantasy, azione, romanzo gotico, ecc.). Ma da dove nasce effettivamente il termine “romanzo d’avventura”? E perché, se esiste da secoli, si è ritrovato incasellato in una categoria così rigida?
Esattamente come la Matilde di Roald Dahl, anche gli esponenti della borghesia europea desideravano viaggiare pur rimanendo comodamente seduti sulle proprie poltrone. Per ovviare a questo problema i romanzieri si danno da fare, sviluppando storie ambientate in luoghi lontani (anche loro, molto spesso, senza muoversi dal loro appartamento londinese) per proiettare con la mente i loro lettori nella foresta amazzonica o in mezzo al Pacifico. I primi romanzieri d’avventura ottocenteschi sono probabilmente i viaggiatori del Grand Tour, fenomeno culturale principalmente britannico che, dalla fine del Settecento alla prima metà dell’Ottocento, ha portato moltissimi giovani rampolli ad intraprendere viaggi in giro per l’Italia. Frequentando battelli, locande, carrozze pubbliche e località straniere, non era difficile trovare qualcuno pronto a mettere per inscritto le proprio “avventure”, spesso romanzando e ingigantendo episodi pericolosi, come l’incontro con dei banditi o la rottura di una ruota della carrozza.
Il Grand Tour ha reso tutti i suoi partecipanti (che, talvolta, erano anche donne) dei veri e propri avventurieri, degli Indiana Jones ante litteram che, con il solo potere della parola e dell’immaginazione, tramandavano le loro avventure a chi non era potuto partire. Dobbiamo ovviamente considerare il periodo storico in cui questi esploratori agivano, durante il quale intraprendere un viaggio come il Grand Tour necessitava di un grande dispendio di danaro e fatica. I mezzi di trasporto erano lenti e scomodi, i prezzi delle locande e delle pensioni erano alti e i tempi di percorrenza pressoché infiniti. Immaginatevi, con uno sforzo di fantasia, di essere un giovane (o una giovane) rampollo della borghesia anglosassone alle prese con il proprio viaggio d’istruzione all’estero: avete meno di vent’anni e state partendo con il vostro maestro alla volta del Vecchio Continente con l’intenzione di raggiungere le antiche rovine classiche di Roma. In carrozza venite sballottati ed è impossibile velocizzare un viaggio di per sé molto lungo. Le cose da fare a vostra disposizione sono più o meno tre: leggere, disegnare o scrivere. A casa avete una decina di amici e parenti che attendono con impazienza le vostre lettere e voi siete meticolosi e tenere un diario che, un giorno, potrebbe diventare una guida turistica per chi verrà dopo di voi. Da tutte queste esperienze letterarie, diaristiche ed epistolari, nascono i capolavori che oggi riconosciamo come romanzi d’avventura.
Alcuni titoli per approfondire l'argomento del Grand Tour
Il Grand Tour è, a mio parere, uno degli argomenti più interessanti se è di vostro interesse approfondire il fenomeno del viaggio nel XVIII e nel XIX secolo. I viaggi hanno di fatto reso possibile la conoscenza di diverse culture all’interno del continente europeo, sfatando tantissimi miti e pregiudizi che altrimenti avrebbero resistito nelle convinzioni popolari. Immaginate lo stupore di un francese nello scoprire che in Norvegia non c’erano creature completamente diverse da lui, ma uomini e donne che riuscivano a vivere in climi tanto rigidi mantenendo e sviluppando comunque una cultura così simile alla loro. Immaginate di non aver alcuna possibilità di assaggiare un cibo diverso da quello del vostro paese e di rimanere di sasso di fronte ad una pietanza preparata in una locanda distante chilometri e chilometri da casa vostra. Oggi tutte queste cose ci sembrano ovvietà, ma un tempo non lo erano affatto e il Grand Tour è il fenomeno culturale che ha aiutato noi contemporanei a viaggiare con la concezione turistica che oggi muove quasi ogni nostro spostamento.
Se è vostra intenzione approfondire questo tema da un punto di vista puramente manualistico, non c’è miglior libro che possiate trovare di Viaggi e viaggiatori nell’Europa moderna di Antoni Maczak. Purtroppo si tratta di un libro abbastanza datato e quindi un po’ più difficile da reperire, ma se lo trovate non lasciatevelo assolutamente sfuggire: divertente, completo e pieno di aneddoti che vi faranno fare un figurone nella vostra comitiva di amici, questo manuale è una squisita avventura europea piena di gioco ed imprevisto.
Se invece non vedete l’ora di scoprire qualcosa di più sulle viaggiatrici che hanno coraggiosamente intrapreso il Grand Tour, sfidando tutte le limitazioni e i pregiudizi maschilisti dell’epoca, non potete perdervi Le viaggiatrici del Grand Tour di Attilio Brilli. Si tratta di uno spassosissimo saggio che raccoglie le esperienze dirette di tantissime donne che hanno fatto del viaggio la loro vocazione, scrivendo guide turistiche che sono diventate delle vere e proprie istituzioni nei loro paesi d’origine. E per gli amanti della letteratura non verranno ignorate alcune chicche: ad esempio, lo sapevate che la mamma di Mary Shelley (sì, proprio l’autrice di Frankenstein), Mary Wollstonecraft, è stata una grandissima viaggiatrice, che si è spinta fin nei ghiacci scandinavi in compagnia solo della sua balia e della figlia appena nata?
Romanzo d'avventura: qualche consiglio di lettura
Arriviamo finalmente alla ciccia! Se volessi leggerne uno di questi romanzi d’avventura… da quale dovrei partire? La risposta alla domanda non è così semplice, poiché la produzione passata di questo genere è davvero infinita. In questo articolo vi lascerò tre consigli di lettura, di cui uno sarà un libro contemporaneo. Come bonus, ovviamente, vi cito da subito alcuni titoli che sono l’esempio massimo di questo genere: la produzione pressoché totale di Jules Verne, come Ventimila leghe sotto i mari, Il giro del mondo in 80 giorni e Viaggio al centro della terra; l’immancabile classico piratesco di Stevenson L’isola del tesoro; I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift.
Il conte di Montecristo: quando il detto "la vendetta è un piatto che va servito freddo" diventa uno stile di vita
Il primo classico che mi sento di consigliarvi quando si parla di romanzo d’avventura è certamente Il conte di Montecristo del leggendario autore francese Alexandre Dumas. Se ancora non avete letto questo classico, non temete, è assolutamente comprensibile e nessuno vi giudicherà, perché mi rendo conto che la sua mole è incredibilmente difficile da digerire. Ma il primo passo per considerarvi già a metà dell’opera è semplicemente aprire la prima pagina e cominciarlo. La scrittura di Dumas, nonostante egli sia un romanziere ottocentesco, è scorrevole, avvincente e “semplice”. Non usa grandi giochi di parole, virtuosismi ampollosi o infinite digressioni filosofico: racconta i fatti, i misfatti e le avventure del suo incredibile protagonista, Edmond Dantes (di cui sarà impossibile non prendersi una cotta). Viaggiando a bordo di un mercantile, attraversando le buie celle di una terrificante prigione, percorrendo la Francia e poi l’Europa in groppa ad un cavallo, la penna di Dumas vi farà vivere le mille avventure del suo protagonista, con in mente un unico, ossessivo obbiettivo che diverrà anche il vostro: la vendetta.
Jane Eyre, il romanzo d'avventura che non ti aspetti
Ebbene sì, amici e amiche, Jane Eyre è, oltre ad essere un romanzo di formazione e un simbolo della letteratura romantica, un romanzo d’avventura. Gli elementi li abbiamo tutti: un’eroina protagonista, un viaggio pieno di pericoli ed emozioni, la presenza preponderante di una natura talvolta ostile e talvolta salvifica, una storia d’amore tormentata. Charlotte Bronte è sicuramente un’autrice che ha cambiato il corso della storia per quanto riguarda la narrativa femminile, discostandosi dalla più nota Jane Austen per scrivere storie dai toni decisamente più oscuri e filosofici. Jane Eyre è un vero e proprio capolavoro che vi farà innamorare di ogni sua pagina: denso di avvenimenti, martellante nella sua ombrosa delicatezza, è un viaggio all’interno di un’Inghilterra brumosa e desolata e all’interno di un’anima altrettanto selvatica come quella della sua protagonista. Forse non lo definireste alla prima occhiata un romanzo d’avventura, ma vi assicuro che leggendolo vi sentirete come una foglia in balia del vento, trasportata da un luogo all’altro, eroina di mille mondi e di mille emozioni.
Cannella e polvere da sparo, un perfetto esempio di romanzo d'avventura contemporaneo
Ho letto questo libro proprio quest’estate e me ne sono letteralmente innamorata! Cannella e polvere da sparo è un romanzo di Eli Brown, edito Bombiani, che rappresenta uno dei pochi esempi di letteratura d’avventura realmente aderente agli stilemi dei suoi antenati ottocenteschi. Infatti, se non me l’avessero detto, non avrei mai immaginato che il libro fosse stato scritto nel 2013. All’interno del romanzo seguiamo la stravagante disavventura di Owen Wedgwood, un raffinatissimo cuoco inglese che si è ritrovato a lavorare in una splendida tenuta britannica per il potentissimo Lord Ramsey, azionista di una compagnia mercantile che commercia con l’Oriente. Una sera, durante un banchetto, la casa di Ramsey viene invasa dai pirati, l’uomo viene brutalmente ucciso e Owen viene fatto prigioniero dalla leggendaria capitana Hanna Mabbot. I patti sono chiari: per rimanere in vita, il cuoco dovrà preparare ogni domenica una cenetta deliziosa per la capitana, che intanto è alle prese con una spietata guerra interna alla piaga dell’oppio che sta devastando la Cina.
Eli Brown costruisce un romanzo pregno di avventura, spassosissimo e costellato di colpi di scena. Lo stile del romanzo è di tipo diaristico, infatti ci ritroviamo come spie a leggere il diario di Owen, che tiene nota di tutte le peripezie che è costretto a vivere durante il suo periodo di prigionia. L’autore ha ideato con genuina genialità un connubio perfetto tra pirateria, romanticismo e cucina! Ogni capitolo infatti contiene equilibrate dosi di ognuno di questi elementi, restituendo un’esperienza di lettura variegata e a cui è facile affezionarsi. Non vi parrà di star leggendo quando avrete in mano questo libro, perché Cannella e polvere da sparo è talmente avventuroso che vi sembrerà di star solcano i mari in direzione del Fiume delle Perle con Mabbot e tutto il suo strampalato equipaggio.