Raybearer: un fantasy d’esordio vincente
Molti di voi l’hanno aspettato con ansia e finalmente è arrivato il gran giorno. Oggi, infatti, esce in tutte le librerie e online per Fazi Editore Raybearer di Jordan Ifueko, fantasy young adult che negli Stati Uniti ha letteralmente spopolato grazie anche ai numerosi bookbloggers che ne hanno tessuto le lodi sulle principali piattaforme social, come TikTok e Instagram.
Jordan Ifueko nasce in California nel 1993 da genitori nigeriani. Raybearer è il suo romanzo d’esordio ed è il primo volume di una duologia fantasy che negli USA è già un bestseller in cima alle classifiche. Oltre ad essere stato incluso nella lista dei migliori young adult americani, Netflix ha già in cantiere una serie tv basata sul romanzo.
“ Il luogo più vicino alla tua anima non è il tuo cuore . [..] Ma il tuo ventre. Rabbia, amore e dolore vi sobbollono insieme, come in un calderone. Il Popolo dell’Ala crede che quando il Pellicano soffiò la vita in ogni essere, scrisse due segreti su un carbone ardente: il tuo bene supremo e il tuo miglior desiderio. Prima di nascere hai ingoiato il carbone, che poi è bruciato nel tuo ventre. Ecco perché appena nati piangiamo, direbbe Mama.”
Raybearer racconta la storia di Tarisai, figlia di Lady, una donna potente e temuta che ha la sua dimora a Rocca Bekhina, nel lussureggiante regno di Swana, uno dei dodici regni dell’impero Arit. Tarisai cresce in isolamento, desiderando ardentemente il calore di una famiglia. Nessuno vuole toccarla, perché fin da bambina sviluppa l’abilità di percepire le reminiscenze di persone e oggetti attraverso il tocco, ma è anche in grado di cancellarle o modificarle. Lady è l’unica che la tocca, eppure non è mai presente per la figlia, che affida a diversi tutori affinché questi la preparino a recarsi nella Città di Oluwan, la capitale dell’impero, per partecipare alla selezione che sceglierà gli Undici del Concilio del Principe Dayo, erede al trono.
Undici bambini, ciascuno in possesso di una propria Dote, saranno consacrati attraverso il potere del Raggio e legati a vita al futuro imperatore, che dovranno proteggere e aiutare nell’esercizio del governo quando questi succederà al padre. Ma la vita di Tarisai è legata alla sua natura di mezza ehru, spirito servo condannato ad esaudire i desideri del proprio padrone. Il padre di Tarisai è infatti Melu, spirito il cui scopo era quello di rendere fertile di frutti la terra di Swana, poi condannato da Lady a una vita di schiavitù. Anche Tarisai è vittima del desiderio di Lady di uccidere Dayo, desiderio contro cui lotta con tutte le sue forze, impegnandosi invece nell’adempiere al suo suolo di sorella e protettrice.
Cosa succede dunque quando giuri di proteggere colui che sei destinata a uccidere? Tarisai dovrà affrontare un lungo percorso spirituale, capire chi è la sua famiglia e a chi invece voltare le spalle.
Un ritmo serrato quanto le danze e i canti nelle terre africane
Pur essendo uno young adult, Raybearer non segue i ritmi narrativi tipici di questo genere, che spesso si caratterizza per una quantità ridotta di avvenimenti scanditi da un ritmo abbastanza lento. In Raybearer, invece, gli eventi si susseguono uno dopo l’altro e prendono posto in diversi luoghi dell’impero Arit, nonostante la storia sia narrata in prima persona da Tarisai. Non sempre il discorso in prima persona funziona nei fantasy, ma in questo caso Ifueko è riuscita a giostrarsi bene la narrazione sfruttando la Dote di Tarisai, che le ha così permesso di descrivere anche avvenimenti e luoghi distanti in termini di tempo e spazio dalla protagonista. Siamo quindi in grado di viaggiare nel passato e nel presente di tutti i personaggi attraverso il tocco di Tarisai.
I temi cardine del libro: tra obbedienza e autodeterminazione
“Un canto del ventre: la cura per ogni anima in condizione di schiavitù.”
Raybearer è ricco di tematiche importanti, ma ciò che risalta di più è sicuramente il conflitto tra obbedienza e autodeterminazione, lealtà e amore, dovere e giustizia. Conflitti che Tarisai, la protagonista, sperimenta più di qualsiasi altro personaggio.
“C’è solo una cosa più potente di un desiderio, ed è uno scopo.”
Tarisai deve compiere un percorso di autoanalisi il cui obiettivo è quello di trovare il suo canto del ventre, cioè il suo scopo all’interno della storia, che deve essere necessariamente diverso da quello di Lady, se vuole sconfiggere il desiderio per cui l’ha resa schiava.
È impossibile non provare una feroce tenerezza nel leggere dei suoi primi anni trascorsi in totale solitudine a Rocca Bekhina, senza aver mai conosciuto il calore di un abbraccio o di una carezza fra i capelli. Attraverso il suo tocco, Tarisai riesce a vedere i ricordi delle persone e degli oggetti. È così che fin da bambina ha imparato a conoscere il mondo, affacciata dalla finestra dello studiolo dove trascorreva tutte le sue giornate.
È forse proprio questa solitudine ad averla resa così protettiva nei confronti di Dayo e dei suoi fratelli di Concilio, che ama di un amore che esula dalla sfera sessuale. Tarisai deve scegliere tra la lealtà verso la madre (l’unica che le abbia mai donato un minimo di calore umano durante i suoi primi anni di vita) e l’obbedienza che le impone la sua natura di mezza ehru, e l’amore profondo che la lega a Dayo e ai suoi fratelli di Concilio.
Nonostante Ifueko inserisca una piccola componente romance all’interno della storia, è interessante notare come utilizzi l’amore trovato da Tarisai nell’amicizia come ciò che la aiuta a trovare una propria identità e un suo posto nel mondo. L’amore romantico è descritto in maniera piuttosto razionale per trattarsi di uno young adult, non come qualcosa di necessario perché un individuo si possa sentire completo, quanto come un plus da cui trarre forza nei momenti di dubbio e sconforto.
“Le storie sono destinate a essere condivise. […] Ma nessuno è stato creato per un’altra persona, Tarisai.”
Tutti i personaggi di Ifueko sperimentano qualche tipo di conflitto, chi più chi meno, e tutti sono caratterizzati da una psicologia molto complessa. Dayo, per esempio, il Principe Ereditario, è il personaggio dichiaratamente asessuale della storia e questo entra in conflitto con la necessità di generare un erede che possa succedergli al momento debito.
Non ci sono personaggi in bianco e nero, ma di ciascuno si possono notare i difetti e quanto la loro personalità sia il risultato delle azioni delle generazioni che sono venute prima di loro. Questo tipo di caratterizzazione ci avvicina anche personaggi che normalmente avremmo considerato villains, a partire da Lady. Lady è infatti una donna potente e temuta, allontanata dalla famiglia in giovane età, considerata da tutti una strega, una leader che si aggrappa al suo trono con le unghie e con i denti, pronta ad utilizzare anche la sua stessa figlia per ottenere ciò che desidera da tutta una vita. Ma è una madre che ama ferocemente, anche se di un amore malato. Un amore malato che l’ha spinta a crescere la figlia in cattività e a parlarle attraverso i tutori per paura che scambiasse una sua frase per un desiderio da esaudire, ma anche a cantarle una dolce ninna nanna (“Me, mia, lei è me, lei è mia”) nei rari momenti in cui erano da sole, quelli in cui si concedeva di godersi la figlia solamente per la bambina che ancora avere bisogno di una madre.
“Non ho mai capito perché i mortali rendano sempre tutto così complicato. La storia di Am per uomini e donne è sempre stata semplice: siete eguali, creati per lavorare fianco a fianco. Ma ogni volta che si tratta di potere, i mortali detestano la semplicità.”
È interessante notare come questi aspetti siano esplorati sotto un punto di vista strettamente femminile. Le donne in questo libro sono impegnate in una costante lotta contro il maschilismo e per il raggiungimento di posizioni di potere all’interno di un impero che per secoli ha relegato le donne a stare in secondo piano.
Il folklore delle terre dell’Africa occidentale
Un altro tema cardine nel libro è la cultura, ma soprattutto il sentimento di appartenenza a essa.
In Raybearer, l’impero è suddiviso in province e ognuna ha diritto ad avere un proprio rappresentante all’interno del Concilio dell’imperatore. Durante le occasioni ufficiali, ciascun rappresentante indossa colori, tessuti e ornamenti che richiamano la propria terra d’origine. Nel corso della narrazione si parla di leggi che regolino l’assegnazione dei cognomi ai bambini e del tentativo di riunire tutti sotto la bandiera di un’unica macro-cultura che possa rafforzare i legami tra province.
Sono tanti gli aspetti del worldbuilding che rivelano quanto Jordan Ifueko si sia ispirata al folklore delle terre dell’Africa Occidentale. I rimandi a questo insieme di culture diversificate sono infiniti, a partire dalla maschera leonina che gli imperatori indossano e che, una volta unti i loro Undici fratelli di Concilio, garantisce loro l’immunità fisica. Nella cultura africana, la maschera è un importantissimo elemento simbolico e spirituale, il cui scopo è quello, appunto, di garantire protezione alla comunità. La maschera è mediatrice tra il mondo dei vivi e gli spiriti degli antenati, dunque depositaria dei segreti del mondo ultraterreno.
Altro elemento simbolico di fondamentale importanza nel romanzo, così come nella cultura africana, sono i tessuti, che ricoprono un vero e proprio ruolo sociale. L’indumento che incontriamo più spesso nel libro è il cosiddetto pagne, un lungo indumento in tessuto dai disegni elaborati spesso ricamati o stampati a cera. I personaggi indossano pagnes che richiamino il loro ruolo ufficiale e la terra che ha dato loro i natali. Altro indumento è il gele, un elaborato copricapo di stoffa inamidata, anche questo ornato con ricami elaborati. Infine, gli uomini indossano l’agbada, un indumento lungo fino a terra, con maniche ampie e un panno drappeggiato sulle spalle.
Numerosi sono i richiami anche alle culture religiose di queste terre, che comprendono anche la Nigeria, Paese che ha dato i natali ai genitori dell’autrice. Nel corso della narrazione incontriamo gli abiku, spiriti della morte che abitano gli Inferi, l’alagbato, spirito guardiano di una risorsa naturale, l’ehru, spirito servo, e l’emi-ehran, uno spirito-bestia del mondo degli Inferi solitamente inviato per confortare le anime morenti.
In conclusione, se siete alla ricerca di un fantasy young adult con atmosfere magiche ed esoteriche, con un pizzico di lotta al patriarcato (che non fa mai male) e una strong female lead (che invece fa sempre bene), Raybearer è il romanzo che fa per voi.