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Gotico salentino di Marina Pierri, la recensione

Gotico salentino di Marina Pierri, la recensione

Gotico salentino è molte cose: una nuova iterazione del tropo della casa infestata, un romanzo famigliare, una storia di fantasmi e di female rage. Prima di tutto, però, è l’esordio letterario di Marina Pierri, giornalista, narratologa e autrice dei saggi Eroine (Tlon), dal 12 marzo in libreria in un’edizione ampliata, e Lila (Giulio Perrone), dedicato alla Raffaella Cerullo dell’Amica geniale. Prima di Gotico salentino, Einaudi pubblica un altro libro di Pierri, un libriccino, in verità. Si intitola Spettri ed è da lui che voglio partire.

Ritornare a casa: l’incubo di Dimora Quarta

Spettri è un approfondimento breve ma concentrato – perché brevi e concentrati sono i Quanti Einaudi – di all’incirca una cinquantina di pagine in cui Marina Pierri disamina il tropo della casa infestata nei suoi meccanismi fondamentali. Spettri ha origine dalla personalissima maison hauntée di Pierri, la stessa che, attraverso le dovute manipolazioni finzionali, ritroviamo in Gotico salentino.

Come nelle migliori storie di case infestate, manterrò il segreto sul destino della casa di campagna dei miei nonni paterni. […] Non ci metto piede da trent’anni e non conto di vederla con i miei occhi nel prossimo futuro, ma in qualche modo il rudere persiste nella mia periferia visuale, incastrata tra immanenza e trascendenza: un archivio anarchico insoluto, un universo tascabile, ridondante e, ormai, impenetrabile, dove ardono, azzurre, le fiamme di una memoria irreperibile. 

Spettri, Marina Pierri

Lì dove finisce Spettri comincia Gotico salentino. Anzi, quando si parla di fantasmi, non si dovrebbe parlare di principi e di conclusioni – il tempo si ingarbuglia, il passato si sovrappone al presente e anche lo spazio inizia a slabbrarsi e a comportarsi in modo imprevedibile. Certo è che il tropo della casa infestata, fedele a sé stesso, perseguita la produzione di Pierri, la possiede e la parassita. E Pierri in Gotico Salentino per questo spirito irrequieto e prepotente assembla un corpo di carta attraverso cui poter, finalmente, parlare.

Ora, invece, sento di essere prossimo a valicare la soglia che conduce a una nuova Filomena, una di cui non vedo l’ora di fare la conoscenza e che oggi avverto crescere dentro di me. In attesa che sia io, finalmente, ad assumerne la forma.

Sono tornata.

Gotico salentino, Marina Pierri

Di cosa parla Gotico salentino

Filomena Quarta ha quarant’anni, troppi debiti e un solo modo per estinguerli il più in fretta possibile: abbandonare il lavoro da giornalista a Milano e trasformare la Dimora Quarta in un bed&breakfast di tutto rispetto. Tra la gente di Palude di Salento si sussurra però che l’enorme casa di campagna fatta costruire dai suoi antenati sia ancora infestata da Orlando Trispét, una presenza maligna dalle sembianze di suora, origine di tutte le disgrazie della famiglia Quarta. Filomena non prova nemmeno a catalogare la notizia come diceria, non potrebbe mai. Quando aveva sei anni, lei la malumbra l’ha vista quel tanto che basta per essere battezzata come la stria ca ite li muerti, la bambina che vede i morti.

Per tanto tempo Filomena ha ignorato i suoi poteri medianici, a che le sarebbero serviti d’altronde? Adesso, però, è diverso. Adesso Filomena è pronta ad abbracciare il suo ruolo di mediatrice, di porta tra qui e l’altrove, e a capire che, alla fine, è possibile far pace con sé stessa e con il peso del cognome che porta.

Ripetizione e innovazione in Gotico salentino

Gotico salentino ha molto delle narrazioni classiche sulle case infestate, in termini sia di contenuto sia di stile. C’è il ritorno dell’eroina al nido famigliare, osteggiato dall’abitazione stessa; c’è la presenza ingombrante della memoria, intesa sia come passato da interrogare sia come ricordo da evocare; e c’è una conversazione diaristica o simil epistolare con una destinataria silente eppure partecipe. L’unicità del romanzo allora viene proprio dalle suggestioni autobiografiche di Pierri, da quella casa di famiglia inaccessibile di cui già parlava in Spettri e, in particolare, dal Salento, che ai microfoni di Strega ha definito come suo personale “luogo del perturbante”.

Dimenticate la meta turistica da cartolina, con le spiagge bianche di sabbia finissima e il mare di un turchese brillante. Desaturate i colori, accentuate i contrasti e aumentate la grana: il Salento di Marina Pierri è aspro, ostile e cupo. Perenni nuvole autunnali assediano il sole fino al tramonto, mentre tra gli sbuffi della bruma campestre emergono le sagome degli olivi storpi o di abitazioni diroccate. Il vento e i suoni della natura, ora striduli ora rauchi, si fanno specchio dell’umore nero della casa e voce della muta Orlando Trispét.

C’è una cosa sola che desiderano le Ombre, – continua il Santo. – Ed è essere viste.

Gotico salentino, Marina Pierri

Ancora, Marina Pierri prende il gotico e problematizza quello che è un suo principio chiave: l’elitismo. In Gotico salentino gli spettri non sono più proprietà aristocratica, ma cosa quotidiana. Per essere interpretati, si mostrano alle persone comuni, agli emarginati, si impicciano nei loro sogni perché vogliono essere d’aiuto, sebbene nel loro modo inintelligibile. Gli spettri e, di conseguenza, le case infestate sono contraddittori: vogliono sparire e vogliono essere visti, respingono chiunque provi a risolvere i loro misteri ma non aspettano altro che qualcuno resti ad ascoltarli, a liberarli. Alla fine di quest’articolo e, magari, della lettura del suo romanzo, io spero solo che d’ora in poi ci pensiate due volte a considerare il Salento una tranquilla meta vacanze. Il Salento è terra gotica, chiedetelo ai morti. 

Gotico salentino: una storia di fantasime arrabbiate

What is a ghost? Something dead that seems to be 

alive. Something dead that doesn’t know it’s dead.

Landscape With Fruit Rot and Millipede, Richard Siken

Sin dalla sua origine con Anne Radcliffe, il gotico si contraddistingue come genere letterario che ben si presta a raccontare la condizione femminile all’interno di contesti repressivi come la casa e di istituzioni eteropatriarcali come il matrimonio. Opere come Frankenstein: o il moderno Prometeo di Mary Shelley e L’incubo di Hill House di Shirley Jackson rientrano nella tradizione del Female Gothic, che si distingue dal Male Gothic proprio l’interesse a indagare le ansie che agitano l’inconscio femminile e le loro manifestazioni mostruose. Significativo a questo punto che Mary Shelley e Shirley Jackson siano due dei numi tutelari di Gotico salentino e, più concretamente, gli spiriti guida che appariranno nella Dimora Quarta e porteranno Filomena a una maggior consapevolezza di sé e del suo doppio fantasmatico rabbioso.

Marina Pierri racconta Gotico salentino ai microfoni di Strega

Marina Pierri ha scritto un romanzo che parla di rabbia femminile e di retaggio famigliare, di morte e di metamorfosi. E chi meglio di lei può parlarvi del modo in cui questi temi si ingarbugliano con la memoria, con la natura perturbante e con i suoi personalissimi fantasmi letterari? Vi basta cliccare l’invitante pulsante viola in basso!

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