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Out On A Limb : top o flop? La recensione

Out On A Limb : top o flop? La recensione

Out On A Limb è l’ultima fatica della scrittrice statunitense Hannah Bonam-Young, conosciuta per i suoi bestsellers nel genere romance, i cui focus spesso sono la disabilità, la diversità e la comunità LGBTQIA+. In Italia, Out On A Limb è stato pubblicato da Rizzoli all’interno della collana La Biblioteca di Daphne. La sua pubblicazione è stata sicuramente una scommessa, considerando che oltre  al tema della disabilità in questo romance è centrale il pregnancy trope, elemento molto rischioso tra gli appassionati e le appassionate del genere. Ma vediamo se questa scommessa è stata vinta o meno!

Out On A Limb di cosa parla?

Per Francesca da Rimini e Paolo Malatesta galeotto fu il romanzo cavalleresco in cui la regina Ginevra, moglie di Re Artù, veniva baciata da Lancillotto. Per Winnie e Bo galeotta è stata una festa di Halloween in cui entrambi si sono vestiti da pirati. Lei, con un uncino a coprire una malformazione alla mano, lui con una gamba di legno a nascondere una protesiUn paio di battute sulla loro disabilità e qualche drink hanno fatto il resto e i due hanno proseguito la conversazione nella camera degli ospiti dei padroni di casa. Nonostante Winnie si fosse ripromessa che dopo la sua ultima relazione fallimentare non si sarebbe lasciata più coinvolgere, la complicità con Bo è innegabile e dopo quella che doveva essere una storia di una sola notte entrambi non riescono a smettere di pensare al loro incontro.

Passa poco tempo da quella notte e Win scopre di essere incintaLa scelta che deve fare non è sicuramente semplice, soprattutto se passi la vita a sentirti mettere in dubbio a causa della tua disabilità e se la tua infanzia non è stata tra le più convenzionali. Nonostante tutto, sia Win che Bo sono decisi ad affrontare questa nuova fase delle loro vite e decidono di conoscersi meglio, come amici e niente di più, con l’unico obiettivo di essere i genitori migliori che il loro bambino possa avere. Il problema è che la vita raramente va secondo i piani…

Un approccio inclusivo a 360 gradi

La prima cosa da riconoscere a questo libro è che regala ai suoi lettori una storia splendidamente inclusiva, commovente ed esilarante, che rende giustizia non solo ai temi trattati ma anche ai suoi personaggi. Winnie e Bo sono persone sulle cui spalle grava il peso di un’infanzia difficile. L’abbandono, il lutto, le relazioni tossiche, la mancanza di una delle figure genitoriali, la disabilità, sono eventi che ti possono spezzare o ti possono forgiare in una persona che sa darsi il giusto valore e ridere di se stessa, trasformando le sue debolezze in punti di forza. Winnie e Bo rientrano sicuramente in questo secondo caso.

 

Immagino che la vita non sia stata sempre facile o gentile con te, ma tu non ti sei lasciata abbattere. Non sei diventata roccia, ma acqua. Ti adatti a tutto. Sei dolce… ma potente.

Out on a limb, Hannah Bonam-Young

Una gravidanza non pianificata è un evento di per sé abbastanza importante da affrontare anche per coppie con anni di relazione alle spalle, figuriamoci quanto può esserlo per due persone che non si conoscono affatto! È soprattutto in questo senso che l’evoluzione della loro relazione si arricchisce del meglio della loro personalità come singoli e, nel complesso, risulta perfettamente credibile agli occhi del lettore. 

[…] Una parte di me gli è riconoscente: è molto più facile comunicare le proprie insicurezze quando non è necessario verbalizzarle. Non è ciò che vorremmo tutti? Essere visti e ascoltati? Accettati, anche quando non siamo capaci di chiederlo?

Out on a limb, Hanna Bonam-Young

Il protagonista maschile anticonvenzionale di Out on a limb

Forse Bo, il love interest di Out on a limb, sembra troppo perfetto per essere vero, ma quest’impressione scaturisce dal fatto che come donne (e come lettrici) siamo abituate a conoscere un numero altissimo di uomini che trasudano mascolinità tossica da tutti i pori. Bo, perciò, viene percepito come un’eccezione. Il tema della disabilità è centrale tanto quello della gravidanza e l’autrice ha trovato il modo per affrontarlo camminando perfettamente in equilibrio sul filo tra ironia pungente e cruda realtà. Bo fa dell’ironia e di una personalità brillante i suoi punti di forza, presentandoci (finalmente) un protagonista maschile che, possiamo ben dirlo, non sventola in aria come una bandiera rossa

Mi dicevano che era normale avere delle difficoltà nel portare a termine anche i compiti più semplici, ma al contempo ero bombardata da racconti su coloro che…superavano le aspettative. 

[…] Il surfista con un braccio, lo scalatore senza gambe, il batterista con una mano sola. 

Sapevo che avrei dovuto essere fiera di loro: erano la mia comunità e cercavano soltanto di cancellare lo stigma per noi, ma io non mi sentivo affatto fiera. Mi sentivo amareggiata. E persino invidiosa. […] Per me erano un promemoria del fatto che il mondo mi avrebbe sempre vista diversamente, anche se fossi salita sul podio.

Out on a limb, Hanna Bonam-Young

La sfida del pregnancy trope in Out on a limb

Hannah Bonam-Young sceglie un approccio inclusivo anche per il tanto temuto pregnancy trope, rappresentando due visioni molto diverse: Winnie e Bo nella loro scelta di portare avanti la gravidanza, Sarah e Caleb nella loro convinzione di non voler diventare genitori. Due scelte di vita diverse, ma ugualmente importanti e con il medesimo diritto di rappresentazione.

Il pregnancy trope è un tema particolarmente insidioso da proporre nel panorama letterario di oggi e, come la curatrice della collana ha più volte ribadito, la scelta di tradurlo e mandarlo in pubblicazione è stata sicuramente una scommessaA prescindere dal successo o meno che questo romance avrà, sicuramente la si può vedere come un’ottima occasione per avvicinare al contemporary romance un nuovo tipo di pubblico, in questo caso tutto al femminile: donne che desiderano la maternità, quelle che la vivono tutti i giorni o che ancora non hanno avuto la possibilità di vivere questa esperienza che ti stravolge completamente la vita. È innegabile che per affrontare temi come questo occorra necessariamente armarsi della giusta sensibilità. Affrontarli in un genere come il romance, avendo molta cura di non scivolare mai nella superficialità, penso che sia da vedere come un’occasione di scoperta, a prescindere dalle scelte che il lettore poi prende nel suo vissuto personale. Oltretutto, la scelta di dare spazio anche a una coppia come quella di Sarah e Caleb, che consapevolmente scelgono di non volere figli, è un’ulteriore mano tesa da parte dell’autrice al suo pubblico.

Tiriamo le somme!

Personalmente non provo alcun tipo di antipatia nei confronti di tropes come quello che rappresenta il cuore di Out on a limb, ma ci tengo che quando un’autrice sceglie di dare una sua visione di temi delicati, come possono essere la maternità o la disabilità in questo caso specifico, lo faccia armata di tutta la sensibilità e la giusta conoscenza dell’argomento. Hannah Bonam Young, come Winnie, è nata con una dismetria degli artiCome ci tiene a raccontare nella nota che allega al romanzo, la vita non è stata semplice per lei e si è spesso sentita in difetto, costretta a fare in privato cose che avrebbe dovuto fare in pubblico, scervellandosi alla ricerca di soluzioni semplici che avrebbero aiutato chi le stava intorno a non sentirsi a disagio di fronte alla sua disabilità. Per arrivare alla consapevolezza di non essere mai stata in difetto ci è voluto tempoTutto questo, insieme a una penna che ho trovato davvero deliziosa, penso che alla fine abbia regalato ai lettori una storia che si legge con piacere. Che vi riconosciate o meno in Winnie, in Bo, in Sarah o in Caleb e nelle loro scelte, Out On A Limb vi aspetta nella vostra libreria di fiducia, in attesa di essere sfogliato!

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