Erin: The Beast Player di Nahoko Uehashi
Nahoko Uehashi nasce a Tokyo nel 1962, è una scrittrice e antropologa giapponese e negli anni si è distinta nel panorama letterario mondiale grazie a libri di successo che nel 2014 le sono valsi il Premio Hans Christian Andersen. Il The Japan Times scrive di lei: «Nahoko Uehashi ha rivoluzionato il genere fantasy in Giappone, grazie alle sue opere di fiction a sfondo naturalistico, usando il suo background di antropologa per realizzare dei mondi immaginari ma realistici, che le hanno guadagnato legioni di fedeli fan, a prescindere dal loro genere e dalla loro età.» Nel 2024 è stata invece insignita del Premio Kikuchi Kan alla carriera. Il 14 gennaio Fazi Editore ha pubblicato il primo volume della sua ultima serie fantasy, Erin. The Beast Player (titolo originale Kemono no sōja), diventata ormai fenomeno di culto in Giappone e adattata in un manga e in un anime.
Erin. The Beast Player di cosa parla?
Erin ha dieci anni e, orfana di padre, vive con la madre Soyon nel granducato dell’Aruhan, nel villaggio dei Custodi di tōda, enormi e feroci creature serpentine che costituiscono l’arma più potente dell’esercito del Granduca. Soyon è la veterinaria del villaggio e si prende cura in particolare dei kiba, i più forti tra i tōda. La vita di Erin e della madre è scandita dalla cura di questi animali e dal peso della responsabilità che questo lavoro rappresenta per Soyon. Lasciar morire tutti i kiba è una colpa gravissima. Per legge, chi si occupa di questi animali deve fare tutto il necessario per garantirne la sopravvivenza, ma per Soyon il compito porta anche il peso della sua diversità. La madre di Erin infatti è una Ariyo, figlia del Popolo della Nebbia, e solo grazie al matrimonio con suo padre le viene concesso di restare al villaggio. Quando i kiba di cui si prende cura muoiono misteriosamente, Soyon viene processata e condannata. Erin riesce a fuggire e, sola e ferita, viene accolta e poi adottata da un apicoltore, Jon. Affascinata dal mondo di Jon, Erin vive a stretto contatto con la natura e gli animali e sviluppa per loro un amore e una curiosità viscerali. Questo amore la porterà a diventare veterinaria presso un rifugio che si prende cura delle ōjū malate, che in natura non sopravvivrebbero. Grazie all’arrivo di Riran, un cucciolo di ōjū, Erin scopre di poter instaurare con queste creature dei legami profondi. Al rifugio Erin imparerà molto sulla natura di queste creature, ma anche sul loro ruolo in una fitta trama di intrighi politici.
Una profonda riflessione sul rapporto uomo-animale
Erin. The Beast Player è un meraviglioso inno all’amore per gli animali, ma al contempo un forte monito che invita i lettori a riflettere sulla nostra frequente tendenza ad umanizzarli, edulcorando la storia in modo da fornire una crudele ma necessaria versione di ciò che gli animali selvatici potrebbero diventare a causa dell’uso discriminato e violento che se ne potrebbe fare. Riran, la cucciola di ōjū che Erin sceglie di curare e ammansire, riesce a compiere dei cambiamenti enormi grazie al loro legame. Quando Erin decide di percorrere questa strada, non ha ben chiaro ancora qual è lo scopo delle ōjū per il regno. Queste creature rappresentano un importante strumento politico per la difesa dei territori e le guerre tra gli umani. È la stessa direttrice di Kazarum a rivelarlo: se i nobili scoprissero che Erin è in grado di ammansire queste creature senza l’uso di oggetti magici, le ōjū si trasformerebbero in un’arma come i tōda dell’esercito del Granduca.
«Ōjū e tōda non sono semplici bestie» continuò la preside con aria seria. «Sono degli strumenti politici legati alle fondamenta stesse di questo paese. Chiunque si prenda cura di loro non può evitare di essere implicato in politica in qualche misura.»
Erin. The Best Player, Nahoko Uehashi
Erin, che tanto aveva desiderato diventare una veterinaria come la madre, scopre finalmente ciò che sembrava causare in lei tanta sofferenza. Per quanto siano legate, Riran rimane pur sempre una creatura selvatica e, seppur non intenzionalmente, sono destinate a ferirsi a vicenda per via della loro natura di umana e animale. Erin ha guarito Riran dalle ferite che l’avevano condotta al rifugio, le ha permesso di vivere come una ōjū selvatica ma, imparando il suo linguaggio e insegnando a Riran il suo, l’ha indissolubilmente legata a lei.
«In natura, i tōda sono artefici del proprio destino. È straziante osservare come diventino sempre più deboli quando vivono in mezzo agli uomini.»
Erin. The Best Player, Nahoko Uehashi
Un fantasy di formazione dalle tinte fiabesche
Con uno stile lirico ed estremamente evocativo, come Erin e la sua arpa, questo romanzo pizzica tutte le corde giuste, rievocando le meravigliose atmosfere dello Studio Ghibli in una storia dalle tinte fiabesche ma che non si risparmia dal raccontare della crudeltà del mondo. Erin eredita molto dalle protagoniste degli anime del maestro Miyazaki come la principessa Mononoke, cresciuta dalla Dea-Lupo, protettrice della foresta, e in eterna guerra con gli umani che invadono e distruggono la natura in maniera indiscriminata.
La sua evoluzione come personaggio, il suo background familiare, i dolori e le gioie che la forgiano in una straordinaria veterinaria che comprende il valore delle creature di cui si occupa, conferisce al romanzo gli elementi tipici del romanzo di formazione. Erin, prima ancora di essere una donna, è una bambina che si interroga sulla natura e sulle sue leggi, sul ruolo dell’essere umano in un mondo così grande. Il suo è un viaggio sia fisico che metaforico, che non può che suscitare nel lettore un crescendo di emozioni che raggiungono il culmine nel finale.
«Ho camminato in equilibrio sull’orlo dell’abisso tra uomini e bestie, e ho pizzicato le corde dell’arpa una per una, controllando ogni suono per cercare di raggiungerti, perché volevo sapere cosa pensassi.»
Erin. The Best Player, Nahoko Uehashi
Da leggersi a tutte le età
Erin. The Beast Player è un romanzo che può dare tanto a un pubblico che va sicuramente oltre quello dei giovani lettori, ed è imperdibile per un appassionato di anime e in generale di narrativa giapponese. E se il romanzo, come nel nostro caso, non è abbastanza, potete buttarvi anche sul suo adattamento anime dal titolo Kemono no Sōja in attesa che vengano pubblicati i prossimi volumi.