The Turnglass. La clessidra di cristallo, la recensione
The Turnglass. La clessidra di cristallo, scritto da Gareth Rubin, è un romanzo dal grande potenziale e capace di riportare, con un taglio estremamente moderno, il racconto tête-bêche. Il genere, tanto caro agli editori del XIX secolo, prevede due storie e due misteri ambientati in due epoche differenti ma legati tra loro per mezzo di un filo conduttore. Il romanzo, uscito in Italia il 5 settembre 2023 per Longanesi, si presenta dunque diviso in due e, una volta giunti a metà, è necessario capovolgere il volume per proseguire la lettura. A cavallo tra thriller, gotico e romanzo familiare The Turnglass è un’indagine su fatti apparentemente sospetti ma anche un approfondimento psicologico che coinvolge tutti i suoi protagonisti.
Capovolgi la clessidra e... il libro!
Iniziando la lettura dalla copertina blu il lettore si ritrova nella Londra del 1881. Qui, il dottor Simeon Lee cerca disperatamente un finanziatore per portare avanti i suoi studi sul colera che miete vittime in tutto il paese, trovando però l’opposizione della comunità scientifica. Deciso a recuperare la somma necessaria alla sua ricerca, accetta l’incarico di curare uno zio recandosi nella Contea dell’Essex, a Colchester e, da lì, sull’isola di Rey fino a Turnglass House, una villa sormontata da una clessidra come segnavento, dove abita l’anziano sacerdote, fratello di suo padre. Qui il reverendo vive con la cognata Florance, accusata di aver ucciso il marito e per questo segregata in una prigione di vetro, sotto controllo costante. In breve tempo le condizioni del vecchio parroco peggiorano, sempre più convinto di un avvelenamento, e Simeon Lee inizia una corsa contro il tempo per scoprire cosa sta avvenendo all’interno della casa maledetta e chi è davvero capace di tanto odio.
«[…] È quello su cui ho lavorato. In un certo senso. Persone che cambiano da un punto di vista all’altro. Da un anno all’altro.» Fissò dalla soglia le onde nere che sciabordavano sugli scogli. «Le persone cambiano.»
The Turnglass. La clessidra rovesciata, Gareth Rubin
La copertina rossa trasporta il lettore in California, nel 1939. Ken Kourian viene investito dal successo nel mondo del cinema e incontra inaspettatamente Oliver Tooke, scrittore famoso e figlio del Governatore dello Stato. I due passeranno diverso tempo nella dimora completamente costruita in vetro e caratterizzata da un segnavento a forma di clessidra. A far precipitare gli eventi è la scomparsa di Oliver, trovato morto da Ken proprio nella casa che gli regalava momenti di altissima ispirazione. Ad ucciderlo, un colpo di pistola alla testa: forse un suicidio? E che peso potrebbe avere nella vicenda l’imminente pubblicazione del suo nuovo romanzo intitolato The Turnglass House? Ken decide di partire per la Contea di Essex, direzione isola di Rey, dove si imbatte inevitabilmente nella storia del dottor Simeon Lee.
«Potresti», disse Oliver. «Ma non lo farai.»
«Dimmi perché.»
«Perché hai troppo rispetto del confine tra giusto e sbagliato. Forse è proprio quello che ho bisogno d’avere intorno.»
The Turnglass è un gioco di specchi a più voci
La formula del “romanzo al contrario” adottata da Gareth Rubin nel suo The Turnglass intriga il lettore e si mostra in tutta la sua originalità. Le due storie di fondono insieme e le vicende paiono rincorrersi come le voci dei personaggi e completarsi, andando oltre la sfera temporale. La scrittura è un articolato e vivace gioco di specchi che man mano riesce a trovare soluzione. Per il lettore è come ricomporre un enorme puzzle di piccoli pezzi. Anche lo stile è versatile, colloquiando in modo più moderno nella seconda parte del libro e ricordando il classico gotico nella prima parte. Unica pecca, che da amante dei misteri mi sento di sottolineare, è un leggero rallentamento del ritmo narrativo in alcune parti: il colpo di scena non regge fino in fondo e il lettore ha già intuito perdendo di suspence. È come se, alla fine di entrambe le letture, mancasse qualcosa di veramente risolutore e sorprendente.
Un romanzo intrigante, tra pregi e difetti
Nonostante il ritmo a tratti un po’ calante, The Turnglass. La clessidra di cristallo rimane un romanzo estremamente piacevole soprattutto per gli affezionati del genere. Una curiosità che potrebbe rivelarsi anche un indizio da seguire nella risoluzione dei misteri è il ruolo del tempo: Rubin termina entrambi i racconti con la parola “tempo” quasi a sottolineare che nella letteratura, come nella vita quotidiana, sia proprio il suo scorrere a sciogliere i nodi e a spiegare le azioni spesso incomprensibili degli uomini.