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L’inverno della lepre nera: il romanzo di Angela Tognolini

L’inverno della lepre nera: il romanzo di Angela Tognolini

L’inverno della lepre nera è il primo romanzo di Angela Tognolini, pubblicato da Bompiani, che ringraziamo per la copia, il 18 settembre scorso. Dopo aver lavorato come operatrice legale per i richiedenti asilo e i rifugiati, esperienza raccontata nella raccolta Vicini Lontani (Il Castoro, 2021), nel 2022 Tognolini, insieme al compagno, ha deciso di stravolgere la loro vita trasferendosi in una vecchia casa contadina in un paesino a 700 metri

Angela ha scelto di adottare uno stile di vita orientato verso la riduzione degli sprechi e verso il rispetto e la comunione con la natura. È da questa sua decisione che nasce anche L’inverno della lepre nera, un romanzo difficile che scava in profondità nel rapporto complicato tra una madre e la figlia di nove anni.

La trama di L'inverno della lepre nera

Il futuro non sta da nessuna parte. Non cresce sui crinali, non è nascosto nelle tane delle volpi. Non si può né vedere né sentire, perché non c’è. Soltanto voi umani non l’avete capito, tra tutte le bestie.

L’inverno della lepre nera, Angela Tognoli

La storia di questo libro si dipana piano piano, in un continuo viaggio tra il presente di Nadia e il passato di Rosa. Nadia è una bambina di nove anni che vive da sola con la madre Rosa, una donna distante e poco affettuosa, e con i ricordi sbiaditi di un padre assente. Rosa è una donna difficile, tanto rigorosa da essere paragonata a una mamma-macchina che compie come un automa i piccoli gesti della quotidianità tra madre e figlia.

All’improvviso, Rosa prepara i bagagli e si rifugia con Nadia nei boschi della montagna che l’ha cresciuta e che lei, a soli diciott’anni, ha abbandonato senza guardarsi indietro, abbagliata dalle infinite possibilità della vita di città. È proprio in città che Rosa ha conosciuto il padre di Nadia, Valentino, un giovane aspirante attore di teatro con cui ha stretto un rapporto che l’ha intrappolata senza lasciarle via di scampo.

In montagna, rifugiate nella baita di zio Tone e circondate dalla neve e dagli echi della leggenda della Lepre Nera, Nadia e Rosa devono imparare nuovamente a riconoscersi nel legame madre-figlia e a scavare profondamente nel passato per poter ricominciare insieme. 

Una storia di neve, lepri e legami da riscoprire

L’inverno della lepre nera racconta una storia difficile, che scopriamo attraverso le domande di Nadia allo zio e le scampagnate di Rosa, durante le quali cerca di venire a patti con un passato che non vuole lasciarla andare. La montagna è il palcoscenico in cui si svolge la sua personale battaglia contro l’amore malato che ancora la lega a Valentino, il padre di Nadia. Quando lo incontra, Valentino è un giovane aspirante attore di teatro, che si dimostra molto attento e premuroso nei suoi confronti tanto da riempire in poco tempo le sue giornate. Poi Valentino getta via la maschera e una sera rivela il suo carattere scostante, a tratti violento e manipolatore. Rosa diventa la marionetta nel suo personale spettacolo, intervallato in atti in cui amore e violenza si intrecciano senza lasciarle fiato.

Nemmeno l’arrivo di Nadia riuscirà a darle il coraggio di fuggire, ma farà quasi da collante nel rapporto tra i due. Dopo l’ennesimo abbandono, Rosa si rende conto di non aver mai imparato come stare al mondo da sola e realizza di non aver mai imparato ad amare la figlia, perché l’amore malato per Valentino non aveva lasciato spazio a nient’altro. Dopo tre anni da quando lui per l’ennesima volta le abbandona, il telegiornale trasmette una notizia che convincerà finalmente Rosa a riprendere in mano le redini della sua vita.

Era questo che mi serviva: ricordare cosa significava essere sola per poi ricordare come si faceva a essere insieme. Ed era questo che mi stava insegnando la montagna con la sua luce, il suo freddo, la sua distanza. E anche con il suo fuoco buono dentro alla casetta di Tone, e con Tone, con le fiabe e i rituali del bagno e della cena. La montagna mi stava dando la mattina e la sera. Il giorno e la notte, la fatica e il riposo, la sfida e il sogno.

L’inverno della lepre nera, Angela Tognoli

La montagna come luogo di cura

Rosa torna ai boschi delle montagne che l’hanno vista crescere, unica femmina, in una famiglia in cui la forza e la virilità significava avere un braccio in più per lavorare la terra. Ogni mattina lascia Nadia nella baita di zio Tone e si rifugia nei sentieri di montagna, scavando dentro se stessa e il suo passato.

Circondata dalla neve e con le mani infilate nella soffice pelliccia del cane Fumo, Nadia impara a conoscere cosa c’è oltre la mamma-macchina con cui finora ha vissuto. Conosce la vita di montagna, i suoi profumi e i suoi sapori, la dura legge della natura che regola i rapporti tra preda e predatore e la leggenda della Lepre Nera, che secondo lo zio Tone corre instancabile aiutando il susseguirsi delle stagioni.

Quella era la mia ultima scalata. L’ultima prova per dimostrare a me stessa che potevo ancora essere quella di un tempo. E se non proprio quella di un tempo, potevo comunque essere altro rispetto alla donna inaridita e sfibrata che ero stata negli ultimi anni.

L’inverno della lepre nera, Angela Tognoli

Nadia e Rosa si ritrovano grazie alla montagna, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato e dove si può ancora guarire, ricomporre il puzzle delle loro vite e ricominciare daccapo. 

L’inverno della lepre nera: una riflessione profonda sull’amore malato e il ritorno a uno stile di vita semplice

Quello raccontato da Angela Tognolini è un viaggio nelle radici profonde dei rapporti umani, una riflessione viscerale sulla tossicità che si nasconde spesso dietro il romanticismo edulcorato e, allo stesso tempo, un emozionante inno alla natura, alle stagioni, a uno stile di vita semplice che dona tanto quanto riceve.

L’autrice riesce bene nell’intento di trasmettere tutti questi concetti con uno stile semplice, senza fronzoli, che non enfatizza ma non scivola mai nemmeno nella superficialità. Il risultato è un romanzo che sicuramente vale la pena recuperare e che, con queste atmosfere da cottage di montagna, ben si sposa con la stagione autunnale.

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